Extinction Rebellion e la disobbedienza civile nonviolenta

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Domenica 3 ottobre si è conclusa la settimana di mobilitazione messa in piedi da Extinction Rebellion in occasione degli incontri preparativi alla COP26 (Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici). Tantissime le azioni in tutta la città di Milano per chiedere a ministri e delegati riuniti al Mi.Co.Center di stipulare accordi vincolanti di immediata riduzione delle emissioni di gas serra. Intervistiamo Daniele Quattrocchi, attivista di Extinction Rebellion.

Daniele, qual è il tuo stato d’animo di ritorno da Milano?

Da una parte soddisfatto del movimento Extinction Rebellion, perché c’è stato un salto di qualità e di coraggio nel modo di comunicare e protestare. Dall’altra sono sempre più preoccupato per la grave crisi climatica che i governi non vogliono nei fatti affrontare.  E’ il 26 esimo anno che i governanti si riuniscono per discutere a queste conferenze, e la situazione climatica è solo peggiorata…

L’avete chiamata in modo arguto “Flop26” siete molto creativi e bucate lo schermo…questo è importante per comunicare la Crisi climatica?

Direi di sì, è fondamentale. Bisogna unire più forme di protesta, cortei tradizionali e azioni di disobbedienza civile. Così dopo aver partecipato al Global Strike di Fridays For Future, il 25 settembre, abbiamo organizzato una Carovana per la giustizia ambientale, in bici da Torino a Milano. A seguire azioni di disobbedienza civile con l’occupazione delle hall delle sedi televisive, per chiedere ai media di parlare di crisi climatica. In questo modo tanti giornali hanno parlato di noi, anche quelli che magari erano meno attenti ed ecologisti. Il venerdì 1 ottobre, ad inizio conferenza, abbiamo esposto un grande striscione con la scritta  “Flop26. Crisi climatica: è necessario cambiare strada“, lo abbiamo appeso da un semaforo all’altro, davanti alla stazione centrale, con due attivisti che sono rimasti appollaiati sui semafori. Noi a terra ci siamo seduti sulle strisce, bloccando il traffico. Anche il sabato abbiamo bloccato il traffico in altri punti di Milano.  Quando venivamo rimossi di peso dalla polizia, con molta calma tornavamo a sederci sulle strisce. Finché non ci portavano in Questura.

Le forze dell’ordine come hanno reagito?

Sono rimasto positivamente stupito, non hanno mai usato modi bruschi. Forse il nostro agire radicalmente nonviolento li ha inibiti dall’usare violenza. E’ interessante dal punto di vista psicologico. Non è detto che funzioni sempre, certo, ma è un metodo di lotta che funziona più di altri, e protegge gli stessi attivisti da possibili rischi.

Parlavate con loro?

Sì, a volte parlavamo con loro, sembrava che in fondo capissero le nostre motivazioni. Noi ripetevamo che capivamo e rispettavamo il loro lavoro, ma c’erano problemi più grandi, come il riscaldamento globale che ci riguardava tutte e tutti.

E gli automobilisti come hanno reagito?

Loro un po’ peggio delle forze dell’ordine, a dire il vero…ci sono stati alcuni momenti di tensione, che grazie alle nostre attiviste e attivisti peacekeepers, e grazie anche alla mediazione delle forze dell’ordine, siamo riusciti a calmare. In generale però, sempre più cittadini stanno cominciando a capire che parliamo di problemi reali e concreti, attuali, che li riguarda. Lo vediamo ogni giorno, siamo sempre più toccati da fenomeni meteorologici estremi.

A livello economico e legale, quali sono stati gli effetti di queste proteste per il movimento XR? 

Ci sono stati dei fermi e quasi sicuramente arriveranno multe e denunce penali, a cui eravamo preparati, sapevamo a cosa andavamo incontro, anche se non abbiamo fatto male a nessuno, abbiamo violato la legge.

Ma perché esporti al rischio di denuncia? Credi sia indispensabile?

Sacrificare la propria libertà può diventare indispensabile quando la situazione è grave ed è necessario attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, come faceva Martin Luther King durante le lotte per i diritti civili degli afroamericani negli anni ’60. Ho due figli e lo faccio anche per loro, sono angosciato per il loro futuro. Come me tanti altri. In XR ci sono giovani ma anche adulti, anziani, famiglie con bambini piccoli. La politica tradizionale non ha risolto quasi nulla, e ormai non c’è più molto tempo. Noi chiediamo, oltre a dire la verità (che si sta incominciando a dire), anche di agire velocemente e prendere le decisioni sulla base di assemblee cittadini, poiché i potenti hanno fallito è ora di ascoltare la gente. Riguardo a XR, è importante ricordare che non facciamo solo azioni di disobbedienza civile, ma anche azioni a basso rischio, come sit-in, improvvisazioni teatrali e cortei autorizzati.

Per sostenere le spese legali di Extinction Rebellion 
Per info www.extinctionrebellion.it