SERR – Tutte le edizioni precedenti

“Non farti imballare!”

Nella nostra vita quotidiana, gli imballaggi svolgono un ruolo cruciale nel contenere, proteggere, trasportare e presentare ogni tipo di merce. Tuttavia, la realtà è che gli imballaggi hanno un enorme impatto sull’ambiente.

L’utilizzo di materiali vergini per gli imballaggi rappresenta una grande sfida: il 40% della plastica e il 50% della carta utilizzata nell’Unione Europea sono destinati proprio al packaging. Inoltre, quando giungono alla fine del suo ciclo di vita, gli imballaggi costituiscono il 36% dei rifiuti solidi urbani. È evidente come la situazione richieda un’attenzione immediata.

La produzione totale di rifiuti di imballaggio nell’UE è aumentata significativamente, passando da 66 milioni di tonnellate nel 2009 a 78,5 milioni di tonnellate nel 2019 (circa 173 kg per abitante). La pandemia COVID-19 ha ulteriormente influenzato questa tendenza, poiché le vendite online, gli acquisti nei supermercati per il consumo domestico e la consegna di cibo da asporto o a domicilio sono aumentati considerevolmente.

Quando l’imballaggio diventa rifiuto, viene suddiviso in due categorie: riciclabile e non riciclabile. Purtroppo, dal 2012 al 2020, la quantità di imballaggi non riciclabili è aumentata

Inoltre, una parte considerevole di rifiuti di imballaggio non viene nemmeno raccolta e differenziata, causando gravi danni all’ambiente, soprattutto agli ecosistemi marini.

Per affrontare questa sfida, la Commissione Europea ha fissato l’obiettivo ambizioso che tutti i tipi di packaging siano riutilizzabili o riciclabili entro il 2030, in modo economicamente fattibile. Ciò implica una necessità di ridurre gli imballaggi e il sovraimballaggio, allo stesso tempo riducendo i rifiuti di imballaggio stessi. In questo contesto, la prevenzione dei rifiuti gioca un ruolo fondamentale per raggiungere l’obiettivo prefissato.

Perché la prevenzione è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi? 

L’impatto ambientale varia a seconda del materiale utilizzato. Ad esempio, l’imballaggio in plastica ha la più alta intensità di carbonio, emettendo 1,8 tonnellate di CO2e per ogni tonnellata di imballaggi in plastica prodotta. La carta/cartone e il vetro seguono con emissioni rispettivamente di 809 e 565 kg CO2e per tonnellata. Gli imballaggi in legno, invece, emettono solo 19 kg netti di CO2e per tonnellata (fonte: relazione Eunomia dicembre 2021 basata sui dati EUROSTAT). Inoltre, una valutazione delle relazioni di allarme precoce della Commissione ha evidenziato che la plastica è la sfida principale per il riciclaggio degli imballaggi, con 19 Stati membri che rischiano di non raggiungere l’obiettivo del 50% di riciclaggio entro il 2025, principalmente a causa dei bassi tassi di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in plastica. Questo sottolinea ulteriormente l’importanza di promuovere la prevenzione dei rifiuti di imballaggio, poiché il riciclaggio da solo non può essere la soluzione completa.

Perché l’imballaggio è un settore importante verso un’economia circolare? 

La domanda di imballaggi, combinata con bassi livelli di riutilizzo e riciclabilità, comporta la costante necessità di risorse primarie non rinnovabili

Inoltre, le emissioni di gas serra generate dagli imballaggi continuano ad aumentare, con una previsione di raggiungere 66 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030. Le microplastiche generate dagli imballaggi hanno effetti dannosi, soprattutto sull’ambiente marino.

Attraverso il miglioramento dell’efficienza del packaging e il potenziamento della raccolta differenziata, è possibile ridurre significativamente il problema delle microplastiche e aumentare la qualità dei materiali pronti per il riciclaggio.

Il ruolo della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti

È qui che entra in gioco la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR). Quest’anno, la campagna si concentra sul packaging per la seconda volta nella sua storia (la prima volta è stata nel 2016). Nonostante siano passati 7 anni, il tema degli imballaggi continua ad essere fondamentale, soprattutto considerando l’aumento del settore dell’e-commerce e l’impatto dei rifiuti prodotti. 

Durante questa particolare Settimana dell’anno, che quest’anno va dal 18 al 26 Novembre, l’obiettivo è aumentare la consapevolezza sull’impatto ambientale del packaging e stimolare il cambiamento attraverso azioni concrete.

Per ispirarti seguici sui social, dai un’occhiata agli strumenti di comunicazione elencati sopra o consulta l’hub delle idee.

Ricorda che partecipando alla SERR potrai vincere un riconoscimento nazionale o europeo: tra le numerose azioni, le iniziative più significative saranno premiate dal comitato promotore nazionale ed europeo durante la cerimonia di premiazione annuale, un’opportunità straordinaria per puntare i riflettori su alcuni dei partecipanti più impegnati!

La moda è uno dei modi che gli esseri umani utilizzano per esprimere se stessi. Dietro i tappeti rossi, le sfilate e le vendite, c’è un’industria enorme che dà lavoro a oltre 1,5 milioni di persone solo in Europa.

L’altra faccia della medaglia racconta tuttavia una storia diversa, meno brillante e molto più allarmante. L’industria tessile e dell’abbigliamento è infatti uno dei settori più inquinanti, insieme all’edilizia, ai trasporti e all’alimentazione. Ciò è dovuto al forte impatto che ha sull’uso del suolo, sull’inquinamento delle acque e persino sulle emissioni di gas serra. Questo settore ha un elevato impatto ambientale e sociale in ogni fase: dalla produzione, alla distribuzione, all’utilizzo e al post-utilizzo (raccolta, selezione, riciclaggio e gestione finale dei rifiuti, che nella maggior parte dei casi è legata all’incenerimento e alle discariche).

Scopriamo di seguito i principali impatti che si hanno su ciascuna fase della catena del valore.


Produzione: utilizzo delle risorse naturali ed emissioni a effetto serra

Il settore tessile e dell’abbigliamento è la quarta categoria a più alta pressione in termini di utilizzo di materie prime primarie e di acqua. Per esempio, un paio di jeans richiede 7.000 litri, mentre una maglietta ha bisogno di 2.700 litri d’acqua, il che equivale al consumo di acqua potabile di una persona in 2,5 anni.

Il processo di produzione genera circa 15-35 tonnellate di CO2 equivalente per ogni tonnellata di tessuto prodotto. La catena del valore a monte dell’abbigliamento, delle calzature e dei prodotti tessili per la casa consumati nell’UE è la quinta categoria di pressione di emissioni di gas serra.

Gli impatti ambientali nella fase di produzione sono legati anche alla coltivazione e alla produzione di fibre naturali (cotone, canapa e lino) in termini di utilizzo di terra e acqua, fertilizzanti e pesticidi; ma anche alla produzione di fibre sintetiche (poliestere ed elastan) in relazione all’utilizzo di energia e materie prime chimiche.

Oltre ai forti impatti ambientali, questo settore è legato anche a impatti sociali diffusi a livello mondiale, in termini di salari, condizioni di lavoro e ambienti di lavoro nelle fabbriche tessili. Per alcune regioni è ancora difficile evitare i fornitori extraeuropei che utilizzano il lavoro minorile.

L’altra faccia della medaglia racconta tuttavia una storia diversa, meno brillante e molto più allarmante. L’industria tessile e dell’abbigliamento è infatti uno dei settori più inquinanti, insieme all’edilizia, ai trasporti e all’alimentazione. Ciò è dovuto al forte impatto che ha sull’uso del suolo, sull’inquinamento delle acque e persino sulle emissioni di gas serra. Questo settore ha un elevato impatto ambientale e sociale in ogni fase: dalla produzione, alla distribuzione, all’utilizzo e al post-utilizzo (raccolta, selezione, riciclaggio e gestione finale dei rifiuti, che nella maggior parte dei casi è legata all’incenerimento e alle discariche).

Scopriamo di seguito i principali impatti che si hanno su ciascuna fase della catena del valore.


Produzione: utilizzo delle risorse naturali ed emissioni a effetto serra

Il settore tessile e dell’abbigliamento è la quarta categoria a più alta pressione in termini di utilizzo di materie prime primarie e di acqua. Per esempio, un paio di jeans richiede 7.000 litri, mentre una maglietta ha bisogno di 2.700 litri d’acqua, il che equivale al consumo di acqua potabile di una persona in 2,5 anni.

Il processo di produzione genera circa 15-35 tonnellate di CO2 equivalente per ogni tonnellata di tessuto prodotto. La catena del valore a monte dell’abbigliamento, delle calzature e dei prodotti tessili per la casa consumati nell’UE è la quinta categoria di pressione di emissioni di gas serra.

Gli impatti ambientali nella fase di produzione sono legati anche alla coltivazione e alla produzione di fibre naturali (cotone, canapa e lino) in termini di utilizzo di terra e acqua, fertilizzanti e pesticidi; ma anche alla produzione di fibre sintetiche (poliestere ed elastan) in relazione all’utilizzo di energia e materie prime chimiche.

Oltre ai forti impatti ambientali, questo settore è legato anche a impatti sociali diffusi a livello mondiale, in termini di salari, condizioni di lavoro e ambienti di lavoro nelle fabbriche tessili. Per alcune regioni è ancora difficile evitare i fornitori extraeuropei che utilizzano il lavoro minorile.

L’altra faccia della medaglia racconta tuttavia una storia diversa, meno brillante e molto più allarmante. L’industria tessile e dell’abbigliamento è infatti uno dei settori più inquinanti, insieme all’edilizia, ai trasporti e all’alimentazione. Ciò è dovuto al forte impatto che ha sull’uso del suolo, sull’inquinamento delle acque e persino sulle emissioni di gas serra. Questo settore ha un elevato impatto ambientale e sociale in ogni fase: dalla produzione, alla distribuzione, all’utilizzo e al post-utilizzo (raccolta, selezione, riciclaggio e gestione finale dei rifiuti, che nella maggior parte dei casi è legata all’incenerimento e alle discariche).

Scopriamo di seguito i principali impatti che si hanno su ciascuna fase della catena del valore.


Produzione: utilizzo delle risorse naturali ed emissioni a effetto serra

Il settore tessile e dell’abbigliamento è la quarta categoria a più alta pressione in termini di utilizzo di materie prime primarie e di acqua. Per esempio, un paio di jeans richiede 7.000 litri, mentre una maglietta ha bisogno di 2.700 litri d’acqua, il che equivale al consumo di acqua potabile di una persona in 2,5 anni.

Il processo di produzione genera circa 15-35 tonnellate di CO2 equivalente per ogni tonnellata di tessuto prodotto. La catena del valore a monte dell’abbigliamento, delle calzature e dei prodotti tessili per la casa consumati nell’UE è la quinta categoria di pressione di emissioni di gas serra.

Gli impatti ambientali nella fase di produzione sono legati anche alla coltivazione e alla produzione di fibre naturali (cotone, canapa e lino) in termini di utilizzo di terra e acqua, fertilizzanti e pesticidi; ma anche alla produzione di fibre sintetiche (poliestere ed elastan) in relazione all’utilizzo di energia e materie prime chimiche.

Oltre ai forti impatti ambientali, questo settore è legato anche a impatti sociali diffusi a livello mondiale, in termini di salari, condizioni di lavoro e ambienti di lavoro nelle fabbriche tessili. Per alcune regioni è ancora difficile evitare i fornitori extraeuropei che utilizzano il lavoro minorile.

4752 AZIONI ITALIANE ISCRITTE ALLA SETTIMANA EUROPEA PER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI

Giunta alla sua tredicesima edizione, la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) ha coinvolto attivamente la cittadinanza europea, invitando ognuno a fare la propria parte. 12.489 sono le azioni che sono state realizzate in tutta Europa tra il 20 e il 28 novembre 2021.

L’Italia si è presentata nuovamente come uno dei Paesi più attivi per la riduzione dei rifiuti, grazie a ben 4752 azioni (quasi 1300 in più rispetto all’edizione passata, che però aveva risentito maggiormente della situazione pandemica). Un risultato straordinario, che permette di riunire in un’unica campagna di sensibilizzazione internazionale cittadini, Pubbliche Amministrazioni, imprese, associazioni e istituti scolastici attenti alle tematiche ambientali.

Moltissime sono pertanto le comunità circolari che si sono attivate durante la SERR 2021. Il tema dell’anno intende proprio coinvolgere le comunità locali in azioni concrete per un futuro più green. L’obiettivo ultimo è quello di spingere a modificare i comportamenti riguardanti i modelli di consumo individuali e collettivi, variando le abitudini di produzione dei rifiuti anche in virtù degli obiettivi dell’Agenda 2030.

Scopri tutte le entusiasmanti azioni della SERR 2021 nel nostro database oppure sulla mappa e lasciati coinvolgere! Entra anche tu a far parte della nostra grande comunità circolare!

La 13a edizione della SERR ha voluto porre l’attenzione sulla necessità delle reti sociali come attori del cambiamento, proprio in un momento in cui il distanziamento sociale aveva indebolito i legami. Tuttavia, ancora una volta la campagna ha mobilitato migliaia di persone, invitando ciascuno ad agire nel proprio vicinato, con la propria famiglia o la classe, trovando modi creativi per aumentare la consapevolezza.

I grandi risultati raggiunti in termini di diffusione sul territorio italiano sono dovuti all’impegno del comitato promotore nazionale, che riunisce tutte le diverse anime della SERR. Il comitato è composto da CNI Unesco come invitato permanente, Ministero della Transizione Ecologica, Utilitalia, ANCI, Città Metropolitana di Torino, Regione Siciliana, Legambiente, A.I.C.A., ed E.R.I.C.A. Soc. Coop. come partner tecnico, con il supporto di Federconsumatori Lazio.

L’edizione 2021 è organizzata con il contributo di Conai e dei Consorzi di Filiera CIAL, Comieco, Corepla, CoReVe, e Ricrea.

Qui puoi trovare il press release europeo!

Per maggiori informazioni scrivi a serr@envi.info.

La dodicesima edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) si è tenuta dal 21 al 29 novembre 2020.

Nonostante la grave crisi sanitaria in atto, la SERR 2020 ha visto 10.689 azioni registrate in 32 paesi Europei, di queste 3.473 azioni sono state registrate in Italia rendendo il nostro paese, ancora una volta, primo per numero di azioni registrate.

Anche per il 2020 l’obiettivo è stato quello di coinvolgere il più possibile Pubbliche Amministrazioni, Associazioni, Scuole, Imprese e singoli cittadini a proporre azioni volte a prevenire, ridurre o riciclare correttamente i rifiuti a livello nazionale e locale.

Tema centrale scelto per questa edizione è stato il “Rifiuto invisibile”, che ha riguardato circa il 93 % delle azioni registrate, ovvero quel rifiuto che è nascosto alla maggior parte di noi perché si genera durante la lavorazione dei prodotti. Questo tema evidenzia la necessità di prevenire gli sprechi lungo tutto il ciclo di vita di un prodotto, sfidando i partecipanti a rendere visibili i rifiuti invisibili e conoscere il “peso reale” che portano a casa dopo un acquisto.

Quest’anno la SERR ha scelto puntare i riflettori su ciò che chiamiamo “rifiuto invisibile” sottolineando l’importanza della prevenzione dei rifiuti durante tutto il ciclo di vita di un prodotto.

Gran parte dei rifiuti generati dal nostro eccessivo consumo è fuori dalla nostra vista perché si svolge presso gli stabilimenti in cui vengono prodotte le merci. Per produrre uno smartphone, ad esempio, con un peso inferiore a 200 grammi e in confezione piccola, vengono prodotti 86 chilogrammi di rifiuti.

Per sostenere gli Action Developer a realizzare azioni su questo tema sono stati sviluppati numerosi strumenti:

Schede informative

È stata sviluppata una raccolta di schede con lo scopo di aiutare ad organizzare tali attività che contengono suggerimenti pratici su come preparare e attuare l’azione, nonché una raccolta di esempi.

Si è tenuta dal 16 al 24 novembre 2019 l’undicesima edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR), che ha avuto come tema centrale “Educare alla riduzione dei rifiuti”. Lo ha annunciato il Comitato promotore nazionale della SERR, composto da CNI Unesco, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Utilitalia, Anci, Città Metropolitana di Torino, Città Metropolitana di Roma Capitale, Legambiente, Regione Siciliana e AICA, con E.R.I.C.A. Soc. Coop. in qualità di partner tecnico.

Lo slogan prescelto è “Conosci, Cambia, Previeni”. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), ogni anno vengono sprecati circa un terzo degli alimenti destinati al consumo umano (1,3 miliardi di tonnellate).

In un’epoca in cui la mania di togliere il superfluo da casa sta raggiungendo una certa importanza, si vuole sfruttare la popolarità di questa tendenza per correggere l’inclinazione a generare rifiuti e promuovere un’alternativa all’eliminazione del superfluo. Invece di gettare gli oggetti, i beni non utilizzati possono essere scambiati e donati.

Obiettivo della SERR 2019 è stato quindi quello di educare all’impatto che l’eccessivo consumo e la generazione di rifiuti possano avere sull’ambiente in modo tale da cambiare il proprio comportamento e le abitudini quotidiane al fine di ridurre i la produzione di rifiuti.

Maggiori informazioni su come è stata strutturata la SERR e sulle modalità d’adesione sono state fornite sulla pagina Facebook ufficiale dedicata all’evento o scrivendo a serr@envi.info, insieme ad esempi pratici di possibili azioni da implementare. Gli hashtag creati per la campagna sono stati #SERR e #ReduceYourWaste

La “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti” è nata all’interno del Programma LIFE+ della Commissione Europea con l’obiettivo primario di sensibilizzare le istituzioni, gli stakeholder e i consumatori circa le strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti delineate dall’Unione Europea e che gli Stati membri sono chiamati ad attuare.

Il crescente successo dell’iniziativa, riconosciuta a livello istituzionale dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha portato l’Italia nel 2018 a registrare 5.080 azioniriconfermandosi così tra le nazioni top in Europa.

Anche per il 2019 l’obiettivo è stato coinvolgere il più possibile Pubbliche Amministrazioni, Associazioni e Organizzazioni no profit, Scuole, Università, imprese, Associazioni di categoria e singoli cittadini a proporre azioni volte a prevenire, ridurre o riciclare correttamente i rifiuti a livello nazionale e locale.

Ulteriori dettagli sulle precedenti edizioni sono stati resi disponibili sul sito internet ufficiale italiano www.menorifiuti.org.

Italia ancora al top in Europa per quanto riguarda la prevenzione dei rifiuti. Sono infatti 5.070 le azioni registrate nel nostro Paese (+648 rispetto al 2017) per la decima edizione della SERR – Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (European Week for Waste Reduction), che si è svolta in tutta Europa da sabato 17 novembre a domenica 25 novembre. Sul podio continentale anche la Francia e Catalogna.

L’obiettivo primario della Settimana è il coinvolgimento attivo di cittadini, istituzioni, associazioni, scuole e imprese: anche in questa edizione è stato pienamente centrato. Analizzando i dati nel dettaglio, nel 2018 sono cresciuti i singoli proponenti delle azioni, aumentati del 15% rispetto all’anno scorso. La categoria delle associazioni è quella che ha registrato l’incremento maggiore nel numero di adesioni.

In percentuale, le azioni sono state proposte dalle seguenti tipologie di action developer:

  1. Pubbliche Amministrazioni 32.6 %
  2. Associazioni 31.2 %
  3. Scuole 17.6 %
  4. Imprese 12.5 %
  5. Cittadini 6.1%

I proponenti appartenenti alla categoria delle imprese, pur rappresentando solo un decimo del totale, contribuiscono però per l’88% delle azioni registrate. Infatti, anche per l’edizione 2018, non sono mancati i grandi player del panorama nazionale, quali Intesa San Paolo, che realizzerà azioni in ciascuna delle sue filiali; il Mercatino Franchising, che coinvolgerà tutti i propri punti vendita con iniziative concrete e misurabili; la rete nazionale degli Eco-Ristoranti e degli Eco-Alberghi.

Anche quest’anno le azioni della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti arrivano da ogni Regione d’Italia.

La partecipazione è risultata diffusa su tutto il territorio nazionale; la principale novità è la massiccia adesione siciliana, grazie allo sforzo di coordinamento realizzato dall’Ufficio speciale per la Raccolta differenziata che ha raccolto oltre 180 azioni da scuole, associazioni e istituzioni del territorio, incentrate sui vari aspetti promossi dalla SERR: eventi su riuso e riutilizzo, seminari di formazione per il potenziamento della raccolta differenziata e dell’avvio al riciclo, progetti di formazione ambientale nelle scuole e iniziative di pulizia straordinaria del territorio.

Tema specifico dell’edizione 2018 è stato “Prevenzione dei rifiuti pericolosi”, sviluppato in circa il 13% delle azioni registrate. Gran parte delle azioni affrontano altresì la tematica della riduzione e prevenzione a monte (90%); sono stati presi in considerazione anche aspetti legati alla raccolta differenziata e alla pulizia straordinaria del territorio.

La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti rappresenta la principale e più ampia campagna di informazione e sensibilizzazione dei cittadini europei circa l’impatto della produzione di rifiuti sull’ambiente. Nata all’interno del Programma LIFE+, viene attualmente gestita da un Comitato promotore europeo all’interno del quale siede la Commissione Europea in veste di indirizzo strategico.

In Italia la SERR è coordinato da AICA e promossa da un Comitato promotore composto da: CNI Unesco come invitato permanente, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Utilitalia, ANCI, Città Metropolitana di Torino, Città Metropolitana di Roma Capitale, Legambiente, Regione Sicilia, e con il supporto tecnico di E.R.I.C.A. Soc. Coop. ed Eco dalle Città.

La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti – Edizione 2018 è stata resa possibile grazie al contributo di CONAI e dei Consorzi di Filiera: Comieco, Corepla, Coreve e Ricrea.

Il tema centrale del 2017 è stato il riuso: “Diamo una seconda vita agli oggetti”, a partire dalla riparazione e al riuso degli oggetti, passando dal riciclo creativo. Dietro questo tema si cela la necessità di slittare da un atteggiamento usa-e-getta verso uno volto ad apprezzare i prodotti e le risorse utilizzate. La SERR, svoltasi tra il 18 e il 26 novembre, si è concentrata sulla facilità insita nel trovare valore in qualcosa che diventato solo apparentemente inutile.

  • Riusare significa recuperare e riutilizzare dei prodotti o alcune loro componenti. Include sia la preparazione al riuso che il riuso.
  • Riparare significa rimettere in buone condizioni o far funzionare
    nuovamente qualcosa di rovinato, rotto o che non funziona più
    correttamente. Significa ripristinare, aggiustare, mettere a posto,
    rinnovare, ricondizionare, riabilitare, rimodellare, regolare, insomma,
    tutto ciò che consente di dare a un prodotto una nuova vita!

La SERR 2017 si è conclusa con 13.410 azioni in tutta Europa (4.422 in Italia).

Schede Tematiche

Ecco qualche consiglio per svolgere attività di sensibilizzazione sui rifiuti da imballaggio:

I rifiuti da imballaggio sono un problema rilevante nei nostri modelli di consumo attuali, specialmente quando non correttamente separati e riciclati. Tuttavia, ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti da imballaggio non sempre richiede così tanti sforzi e ognuno di noi può dare il proprio contributo!

Gli imballaggi sono qualsiasi materiale usato per contenere, proteggere, maneggiare, consegnare e presentare i prodotti. Hanno molti vantaggi, ma nell’Unione Europea attualmente utilizziamo una quantità eccessiva di imballaggi: ognuno di noi infatti produce in media 156,92 kg di rifiuti da imballaggio all’anno!

Il crescente successo dell’iniziativa ha portato nel 2016 i Paesi partecipanti a mettere in campo a livello europeo circa 12.255 azioni, di cui 4.419 azioni in Italia, riconfermandosi tra le nazioni top in Europa.

Schede tematiche

Questo l’insieme di schede tematiche, che fornisce informazioni generali e consigli per svolgere attività di sensibilizzazione sui rifiuti da imballaggio.

Documenti di supporto

Link interessanti

Perchè ridurre i rifiuti è importante? Scopri perchè e trai ispirazione dai case study di azioni di riduzione di successo.

Poster promozionale

Il poster promozionale per le Giornate tematiche di prevenzione 2016 mira a incoraggiare i cittadini a organizzare un’azione SERR sulla riduzione dell’impatto degli imballaggi, o a partecipare a un’azione organizzata nel loro territorio.

Scarica il poster promozionale sulla Riduzione dell’Impatto Ambientale degli Imballaggi!

L’edizione 2015 ha ricevuto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo. Come sempre l’obiettivo è stato quello del massimo coinvolgimento di Pubbliche Amministrazioni, Associazioni e Organizzazioni no profit, Scuole, Università, Imprese, Associazioni di categoria e Cittadini che hanno proposto azioni volte alla riduzione dei rifiuti, a livello nazionale e locale.

Tema di quest’anno è stato la dematerializzazione, cioè la riduzione o l’eliminazione dell’uso di materiali nello svolgimento di una funzione, nell’erogazione di un servizio, e/o la sostituzione di un bene con un servizio. Un esempio è la digitalizzazione dei documenti e l’informatizzazione dei processi e delle comunicazioni (es. il pagamento di bollette online, l’acquisto di biglietti elettronici ecc.), ma anche la condivisione di uno stesso bene fra più persone con il conseguente passaggio dal possesso all’utilizzo (es. il car sharing). Alla dematerializzazione è indirettamente riconducibile anche il miglioramento dell’efficienza con cui si utilizzano le risorse materiali grazie, ad esempio, al riutilizzo di un bene, all’eliminazione o all’alleggerimento di un imballaggio ecc.

Che cos’è la dematerializzazione?

“Dematerializzazione” significa usare meno materiali, o nessun materiale, per fornire all’utente lo stesso livello di funzionalità. Concretamente, questo consta di due aspetti:

a) Passare dai prodotti ai servizi

Sostituire i prodotti con dei servizi, condividere e prendere in prestito prodotti, organizzare servizi di gruppo che sostituiscano il possesso individuale sono esempi del primo aspetto della dematerializzazione. Nella vita di tutti i giorni, questo può voler dire affittare o prendere in prestito strumenti di lavoro dal vostro vicino di casa o da un collega, far parte di una rete di car-sharing invece di possedere una macchina, ascoltare musica tramite sistemi di distribuzione di musica digitale invece che comprare CD, ecc.

b) Migliorare l’utilizzo dei materiali

Un altro aspetto della dematerializzazione è la riduzione assoluta o relativa nella quantità di materiali necessari per soddisfare le esigenze della società. Ciò include, ad esempio, aumentare l’efficienza dell’utilizzo dei materiali (utilizzando meno materiali per una specifica funzione) esostituire materiali (materiali pesanti con materiali leggeri), ma anche riutilizzando prodotti.

Nel 2015, le Giornate tematiche di prevenzione si concentreranno su come fare di più con meno. Per porre attenzione su questo tema e per incoraggiare e sostenere gli Action Developer (proponenti) della SERR a realizzare azioni su questo problema, sono stati sviluppati diversi strumenti.

Factsheets (schede informative)

È stata sviluppata una raccolta di schede su specifiche attività legate al “fare di più con meno”. Queste schede hanno lo scopo di aiutare ad organizzare tali attività. Oltre a fornire informazioni di carattere generale sull’attività, le schede contengono suggerimenti pratici su come preparare e attuare l’azione, nonché una raccolta di esempi.

Inoltre è possibile scaricare il poster promozionale per le Giornate tematiche di prevenzione 2015 che mira a incoraggiare i cittadini ad organizzare un’azione SERR sulla dematerializzazione o a partecipare a un’azione organizzata nel loro territorio. Scarica il poster promozionale sulla Dematerializzazione!

La SERR 2014 si è tenuta dal 22 al 30 novembre 2014 con una novità: le adesioni sono state esclusivamente on-line, registrate sul sito www.ewwr.eu fino al 10 ottobre 2014.
In particolare, il tema della sesta edizione, attraverso le Giornate Tematiche di Prevenzione, è stato la lotta allo spreco alimentare e, come sempre, nel creare la propria azione gli action developer si sono sbizzarriti: dal cucinare con gli avanzi al laboratorio di compostaggio con gli scarti organici, dagli eco-acquisti al laboratorio di riuso e riciclo con i bambini e gli adulti.

“L’obiettivo strategico per affrontare il problema dei rifiuti non è quello di trovare nuovi modi per smaltirli ma di evitare di produrli, riutilizzando tutte le materie prime, innescando processi produttivi come l’eco-design in cui già dalla progettazione si pensi al loro riciclaggio e al riutilizzo dei materiali” – ha affermato il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
“In particolare – rileva il Ministro –  lo spreco alimentare è una delle forme eticamente più odiose della produzione di rifiuti perché innesca un consumo di risorse inutile, dannoso e riprovevole a fronte della carenza di cibo di cui soffrono ampie aree del mondo”. Il Ministero dell’Ambiente è in prima linea nella battaglia contro lo spreco alimentare. “E’ un modo per tutelare le nostre risorse naturali ma anche per costruire una società che privilegia i valori della giustizia sociale e della civiltà”.

L’edizione della SERR 2014 ha visto quasi 12.000 azioni registrate in tutta Europa ed oltre; di queste, 5643 azioni sono state registrate in Italia! Il nostro paese è ancora una volta primo per numero di azioni registrate. L’altra considerazione riguarda il tema della SERR 2014, ovvero la lotta allo spreco di cibo: oltre il 90% delle azioni presentate ha avuto come fine la sensibilizzazione e la comunicazione riguardo agli sprechi alimentari, considerati come simbolo di un’epoca in cui si devono ripensare i consumi e le abitudini. In particolare, oltre un’associazione su due, il 70% delle pubbliche amministrazioni e oltre l’80% delle scuole che hanno partecipato ha affrontato il tema durante le proprie attività.

Lo spreco di cibo è un problema che solamente in seconda istanza attiene alla sfera dei rifiuti: prima ancora impatta a livello sociale ed economico, accentuando disuguaglianze ed emarginazione. Ma è proprio dall’evidenza degli impatti ambientali e in particolare nella gestione dei rifiuti organici derivanti che la soluzione al problema sta risultando non più rinviabile.

L’ultimo aspetto che è interessante sottolineare è come la SERR raccolga iniziative di sensibilizzazione sul tema dei rifiuti e sullo spreco di cibo che attraversano tutta la penisola e organizzate durante tutto l’anno: in questo senso la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti ne è in qualche modo il momento di maggior evidenza, dove gli occhi e l’attenzione di tutti convergono verso questi temi grazie proprio a questo evento speciale.

Da Ecomondo, Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, 5399 azioni approvate: “Un risultato straordinario”

IN ATTESA DELLA PRESENTAZIONE UFFICIALE DELL’8 NOVEMBRE ALLA FIERA ECOMONDO DI RIMINI, ECO DALLE CITTÀ HA CHIESTO AD EMANUELE BIESTRO, RESPONSABILE DELLA SEGRETERIA ORGANIZZATIVA DELLA SERR, E SABRINA GLIONNA, ANCHE LEI NELLA SEGRETERIA ORGANIZZATIVA, QUALCHE ANTICIPAZIONE

di Bruno Casula

Si avvicina l’appuntamento con la Settima Europea per la riduzione dei rifiuti, la principale campagna di informazione e sensibilizzazione dei cittadini, europei e non solo, circa l’impatto dei loro stili di vita e dei loro consumi sull’ambiente e sui cambiamenti climatici. Giunta alla sua quinta edizione, in Italia la Serr si svolgerà dal 16 al 24 novembre, e anche quest’anno si preannuncia un grande successo in termini di partecipazione e qualità delle azioni proposte. La Settimana verrà presentata venerdì 8 novembre alle ore 11:30, all’interno della fiera Ecomondo di Rimini (stand Federambiente, padiglione B3, stand n.64), alla presenza tra gli altri di Daniele Fortini, Presidente Federambiente, Roberto Cavallo, Consigliere ACR+ e presidente di AICA e Maurizio Pernice, Direttore Generale Ministero dell’Ambiente.
In attesa dei dati che verranno forniti nel corso della presentazione ufficiale, Eco dalle Città ha chiesto ad Emanuele Biestro, responsabile della segreteria organizzativa della Serr, e Sabrina Glionna, anche lei nella segreteria organizzativa, di anticipare qualcosa sulle azioni di riduzione dei rifiuti organizzate in tutta Italia.
L’anno scorso la Serr in Italia è stata un grandissimo successo, con il record europeo di azioni approvate. Quest’anno come sarà?
“Il numero di azioni che animeranno la Settimana è di 5399. Un risultato straordinario, visto che la partecipazione è incrementata rispetto all’anno scorso, quando l’Italia aveva primeggiato in Europa. Quest’anno è arrivata una buonissima risposta dalle amministrazioni pubbliche, soprattutto scuole ed enti locali, che trovano metodi sempre più coinvolgenti per far capire che i rifiuti sono una risorsa e non un problema. Gli asili, per esempio, hanno organizzato tante azioni interessanti, facendoci capire che per molte persone è importante che anche i più piccoli prendano presto confidenza con la materia. Ovviamente anche le imprese hanno dato il loro contributo in questa edizione della Serr, come nella scorsa, ma sono le istituzioni pubbliche a far la parte del leone”.
Il tema più trattato?
“Direi il riciclo. Quest’anno la tendenza dei promotori delle azioni è soprattutto su quello”.
Nella Serr 2013 l’azione comune è stata sostituita dalla “giornata tematica”, non più un’azione in contemporanea ma una serie di azioni concentrate su un unico argomento legato alla prevenzione dei rifiuti. Il tema di quest’anno è la riparazione e il riuso. Che risposta avete avuto?
“Buonissima, è stata accolta molto positivamente. Il riuso d’altra parte si inserisce nel filone classico delle azioni; sono numerose infatti le iniziative che hanno il riutilizzo dei rifiuti come oggetto. Tante scuole ad esempio hanno organizzato numerose azioni per il riuso di vari materiali in vista del Natale, per creare decorazioni, addobbi, ecc”.
Altre azioni gettonate?
“Beh sicuramente il Clean Up day, che consiste nel recuperare i rifiuti abbandonati in discariche abusive, foreste, fiumi, parchi e successivamente nel conferimento di quanto recuperato negli appositi contenitori della raccolta differenziata. Quest’anno nei parchi pubblici le iniziative di pulizia saranno numerose, visto il fenomeno diffuso del littering nelle città (appunto l’abbandono di rifiuti nelle aree pubbliche, ndr). E anche il corretto conferimento dei rifiuti è stato fatto con cura, cosa da non dare sempre per scontata. Altre azioni che hanno avuto notevole successo sono quelle legate al compostaggio domestico”.
Differenze tra le grandi città e i piccoli centri nelle modalità di partecipazione alla Serr 2013?
“Be’ qui emerge proprio uno spaccato dell’Italia. Le città maggiori danno un contributo come al solito importante. Firenze, Roma, Milano, Venezia, Bologna, solo per citarne alcune, sono presenti con azioni degne di nota. I piccoli comuni, anche questi molto presenti, contano soprattutto sull’impegno e la partecipazione delle associazioni e dei singoli cittadini. Abbiamo constatato che numerose persone si sono rivolte direttamente alle amministrazioni comunali per proporre le proprie iniziative e che queste sono state spesso accolte con grande spirito collaborativo. Una bella sinergia tra la cittadinanza e gli amministratori”.