Tck tck tck. È conto alla rovescia.

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di Eleonora Anello

Il 7 dicembre 2009 si avvicina. Occhi puntati sul meeting internazionale in cui, si spera, tutti i paesi sottoscrivano l’accordo attualmente sul tavolo in tema di cambiamenti climatici. Sebbene l’ipotesi sembra improbabile, il Global Humanitarian Forum ha lanciato la campagna “Tck tck tkc” per organizzare la massa di sostegno pubblico che farà pressing sui partecipanti.
L’organizzazione internazionale, fondata nel 2007 e guidata dall’ex segretario generale dell’Onu Kofi Annan, sta coordinando l’opinione pubblica al fine di far aumentare la consapevolezza sugli effetti devastanti causati dal global warming e di potenziare il sostegno alle popolazioni vulnerabili, quelle cioè che saranno maggiormente colpite da questi cambiamenti.

I promotori definiscono Tck tck tck, un’alleanza globale senza precedenti, con l’ambizioso intento di ottenere che dalla Convenzione delle Nazioni Unite scaturisca un accordo “equo e vincolante”.
La società civile si sta quindi organizzando in un movimento costituito da singoli e associazioni non esclusivamente ecologiste, come Wwf e Greenpeace, ma anche umanitarie come la Croce Rossa e Amnesty International, religiose (World Council of Church) e rappresentanti delle arti e dello spettacolo, come “The age of stupid”, per unire le proprie forze e fare lobbing sui politici.

Le adesioni alla campagna vengono raccolte sul sito, nucleo dell’azione promozionale, dove è possibile non solo scaricare il materiale per diffondere indipendentemente l’azione (banner, logo ma anche la grafica da aggiungere alla propria firma elettronica), ma anche interpratarlo creativamente attraverso il proprio stile. È inoltre possibile vedere i numerosi viral movie, ascoltare e scaricare la canzone “Beds are burning”, a cui prestano la loro voce artisti famosi come Lily Allen, Youssou N’Dour, i Duran Duran, gli Scorpions e molti altri.
Ma internet non è il solo mezzo sfruttato per la promozione. Kofi Annan ha recentemente scritto ai 100 leader mondiali per spingerli a partecipare alla campagna, chiedendo loro di mettere il tema dei cambiamenti climatici al centro dell’agenda politica. Lo stesso messaggio dovrà essere recapitato a 100 imprese leader nei territori da loro amministrati, invitandoli, a loro volta, a scrivere ad altri 100 partner commerciali, dando vita a una vera e propria catena di Sant’Antonio!

Tra tutto il materiale video, segnaliamo “It’s time to act on climate change”, di Oxfam. La narrazione tende a suscitare nel target di riferimento, di carattere generalista, un forte senso di ansia e spavento mettendolo di fronte alla visione di eventi naturali catastrofici che, però, risultano essere troppo distanti dalla percezione comune dei cambiamenti climatici. Le immagini scelte sono d’impatto, lo stile si amalgama alle peculiarità della campagna ma, tuttavia, risultano scontate.
Fino a che punto la “minaccia” può influenzare l’individuo? La paura può persuadere all’azione o finisce col soffocarla? Dal numero delle adesioni presenti sul sito, pare che Oxfam abbia dosato bene il suo ingrediente.

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