I trabucchi del Gargano per tutelare il mare e promuovere la sostenibilità del territorio

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Riuscire a valorizzare il territorio del Gargano, l’ambiente e la promozione di una pesca sostenibile e di qualità è una delle priorità degli attivisti per la rinascita e la riscoperta dei trabucchi e del Parco Nazionale del Gargano.

Il trabucco è uno strumento adoperato anticamente dai pescatori di Vieste e del Gargano, con un duplice scopo: catturare il maggior numero di pesci e allo stesso tempo scongiurare i rischi connessi alla pesca in mare aperto. Viene costruito in modo che le sue lunghissime antenne siano rivolte verso il mare, così da poter alzare e abbassare la rete più volte, durante le giornate di pesca. Con l’obiettivo di valorizzare il territorio e far rinascere un’economia sostenibile legata al mare e alla sua tutela è nata l’Associazione La Rinascita dei Trabucchi Storici Onlus. Con il tentativo di combattere la lenta scomparsa di un presidio storico culturale tanto importante per la storia geografica del Gargano, ha deciso di mettersi materialmente in gioco per arrivare al ripristino totale di tutti i trabucchi ancora esistenti nel territorio e alla ricostruzione di quelli ormai scomparsi da tempo.

Un patrimonio ambientale e culturale, in quanto i “Trabuccolanti”, professionisti e artigiani portatori di maestrie uniche e preziose, erano considerati storicamente uomini di grande rispetto. Nel corso del Novecento, il senso di stima che generavano nelle società dell’epoca può essere paragonato all’ammirazione che oggi si può provare nei confronti di un grande architetto, o di un rinomato ingegnere. Nell’era d’oro dei Trabucchi infatti, ovvero quella fino alla metà degli anni settanta del novecento, i mastri costruttori di trabucchi erano ammirati e tenuti in grande considerazione da tutte le popolazioni locali, proprio perché considerati tenutari di maestrie e conoscenze esclusive e molto preziose. Erano custodi gelosi della loro sapienza e la trasmettevano in maniera rigorosamente lineare, permettendone l’accesso ai soli figli maschi.

Alla metà degli anni cinquanta del Novecento, quando quello della pesca era ancora un mestiere altamente redditizio, i mastri costruttori di trabucchi erano ammirati e valorizzati in tutta la società e la cultura del Gargano. Allo stesso tempo, però, la nuova pesca industriale operata da intere flotte dai moderni pescherecci ha fortemente depauperato l’Adriatico. I trabucchi, perché ancorati alla costa e quindi impossibilitati alla più redditizia pesca d’altura, hanno smesso di essere produttivi e, dopo un lento ma inesorabile abbandono, solo qualcuno è sopravvissuto fino ad oggi.

Grazie all’attività dell’Associazione “La Rinascita dei Trabucchi Storici Onlus”, vanno diffondendosi sul territorio una serie di iniziative divulgative per far conoscere la storia dei trabucchi ai turisti e ai visitatori, diffondendo anche le antiche metodologie di pesca tipiche di queste strutture. La pesca “a Trabucco” è la metodologia di pesca per la quale il trabucco garganico stesso esiste, ovvero quella praticata attraverso una grande rete a forma di sacco calata a mare tramite la forza lavoro dei due argani situati sul ponte. Le antenne del trabucco, proiettate per almeno 40 metri verso il mare, fungono da leve passive nel ripetuto sollevarsi e abbassarsi della grande rete e durante le molteplici battute di pesca di un’intera giornata di operazioni su un Trabucco. La rete ha dimensioni irregolari, mai uguali per ogni trabucco, perché per ognuno la si realizza in modo che vesta perfettamente e specificatamente quel particolare Trabucco. Una storia e una tradizione che merita di essere riscoperta e che continua ad affascinare le migliaia di turisti che possono così scoprire un pezzo di storia che merita ulteriore conoscenza e diffusione e apprendere, con nuove lenti, l’economia e l’antico lavoro legato al mare e alla sua tutela.