In Germania Penny Market vende nove prodotti al prezzo di costo ambientale

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In un periodo in cui l’Europa trova soluzioni contro l’inflazione e dunque l’aumento del costo della vita, partendo principalmente dalla spesa al supermercato, la nota catena di discount Penny Market ha scelto di virare verso una diversa rotta e di sperimentare nella settimana dal 31 luglio al 5 agosto 2023 una variazione di prezzo per alcuni prodotti, non a ribasso come potremmo aspettarci tutti, ma a rialzo.

Valutando attentamente l’impatto che determinati tipi di alimenti hanno avuto sull’ambiente e sul clima durante la loro produzione, Penny ha così deciso di applicare un prezzo di costo ambientale, per comunicare al consumatore quanto sia determinante il modo in cui un prodotto nasce e viene lavorato fino ad arrivare sulle nostre tavole. Più questo processo ha un impatto negativo sul pianeta, più il costo che si dovrà pagare per risanare i danni causati sarà elevato, come consumo di suolo e acqua, uso di pesticidi o diserbanti, emissioni di inquinanti, e cosi via.

La campagna Wahre Kosten, ovvero “prezzo reale”, si basa sullo studio dell’Università di Greifswald e il politecnico di Norimberga, che ha valutato l’impatto ambientale di nove cibi basandosi su quattro fattori principali:

  • Acqua: tossicità dei pesticidi e conseguente inquinamento delle falde acquifere.
  • Suolo: utilizzo dei terreni per pratiche agricole e loro deterioramento.
  • Clima: emissioni dannose rilasciate in atmosfera derivanti da agricoltura e allevamenti.
  • Salute: danni causati all’uomo dall’uso di pesticidi e rilascio di sostanze tossiche durante le pratiche agricole e di allevamento.

I prodotti in esame sono stati principalmente alimenti di origine animale, in particolare carne processata e alcuni tipi di latticini, come Maasdamer, Mozzarella e Yogurt alla frutta, ma anche le cotolette vegetali Food for Future, per avere una valutazione dei dati ancor più ampia e approfondita. Il confronto è stato inoltre rilevante in riferimento allo stesso tipo cibo, prodotto nelle due varianti del convenzionale, con i brand Lindenhof, San Fabio, Penny e Muhlenhof, e del biologico, con il brand Naturgut.

Penny Market tira così le somme e, attraverso una congeniale grafica, molto simile al loro consueto volantino di offerte, crea uno “scontrino” che mostra il prezzo di partenza, a cui si sommano i costi ambientali, cioè quelli che dovrebbero essere sostenuti per produrre e vendere questi alimenti, e il prezzo reale finale.

Ne deriva così che, dal mondo del biologico, yogurt alla frutta e mozzarella hanno avuto un rincaro che oscilla tra il  30 e il 50%, il Maasdamer e i Wurstel del 60 – 70%. Dalla produzione convenzionale, lo yogurt alla frutta del 40%, la mozzarella del 70%, il Maasdamer e i Wurstel salgono fino al 80 – 90 % in più del loro prezzo iniziale. L’alternativa delle cotolette vegetali vede anch’essa un aumento ma solo del 5%.

Possiamo così trarre interessanti conclusioni, percorrendo gli scaffali del Penny durante settimana del Wahre Kosten: i cibi biologici tendono a costare meno rispetto a quelli convenzionali e il cibo di origine vegetale meno di quello di origine animale, una tendenza del tutto opposta rispetto ai prezzi con cui abitualmente ci confrontiamo.

La campagna ideata ha potuto così comunicare l’importanza di preferire un’alimentazione che prediliga cibi vegetali e di produzione biologica, così da limitare gli effetti negativi sull’ambiente, evidenziando in questo modo quanto potere può avere il consumatore finale in base alle sue scelte di acquisto.

Grazie al contributo ambientale applicato, la Wahre Kosten di Penny Market ha potuto raccogliere fondi per il progetto Future Builder, ovvero i costruttori del futuro, un programma di agricoltura rispettosa dell’ambiente nato nel 2021 rivolto a giovani agricoltori e aziende agricole che vogliono abbracciare pratiche più sostenibili.