“9 für 90 Ticket”, tre mesi dopo: com’è andata?

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All’interno della Settimana Europea della Mobilità merita senz’altro spazio un esperimento molto rilevante e che, sia la corposità delle risorse in campo sia perché attuato in Germania, ha attirato l’attenzione di molti: il Klimaticket tedesco. Con questa formula si intende il biglietto mensile da 9€ per i trasporti pubblici introdotto in Germania per tutta l’estate (da giugno ad agosto, anche conosciuto come “9 für 90”). Il programma 9 für 90 verteva su due obiettivi principali: incentivare l’utilizzo di veicoli alternativi all’automobile e, al contempo, dare un sostegno ai cittadini contro il vertiginoso aumento del costo della vita (come avevamo presentato in un precedente articolo).

Ora, dopo 3 mesi, si può affermare che tale politica si sia rivelata un grande successo ambientale. Un meccanismo semplice, una comunicazione efficace, un bisogno reale: tradotto, 54 milioni di biglietti venduti (si stimano circa 1 miliardo di viaggi ogni mese, secondo VDV, l’associazione delle compagnie di trasporto tedesche).

Figura 1. Il grafico rappresenta il numero di viaggi in treno nel tempo (con una media di 7 giorni) nel 2022, rispetto allo stesso periodo del 2019, 2020 e 2021. Si registra un aumento del +42% rispetto allo stesso periodo del 2019. Dati: Teralytics

Numerosi studi e rilevamenti hanno seguito da vicino lo svilupparsi di questa politica, diffondendo dati e contribuendo così a comunicarne gli effetti per comunità e ambiente. Il primo risultato diretto è stato l’effetto sulla congestione automobilistica nelle città tedesche. Secondo lo studio presentato da Tom-Tom International per conto dell’agenza Deutsche Press Agentur, ben 23 delle 26 principali città della Repubblica Federale hanno visto contrarre nettamente la portata delle lunghe code di auto nelle ore di punta. Dai dati dell’ufficio federale di statistica tedesco emerge infatti che circa un quinto della popolazione che non aveva mai usufruito con regolarità del trasporto pubblico lo ha fatto grazie a questa misura.

Inoltre, grazie al Klimaticket, si sono ridotti del 6-7% i livelli di inquinamento atmosferico, soprattutto nelle aree più densamente popolate e durante la settimana lavorativa (questo il risultato della ricerca dell’Università di Postdam): in sostanza in questo periodo in Germania si è evitata l’emissione di 1,8 milioni di tonnellate di CO2.

Il gradimento e la volontà dei tedeschi rispetto al 9 für 90 Ticket sembra chiara: una ricerca di mercato a livello nazionale con 6.000 interviste a settimana, che VDV ha condotto insieme a Deutsche Bahn e agli istituti di ricerche di mercato Forsa e RC Research per conto dei governi federali e statali, afferma che l’88% degli utenti di biglietti da 9€ è soddisfatto e uno su cinque è addirittura completamente soddisfatto.

Figura 2. Iniziative di sostegno per il klimaticket. Fonte: Joerg Carstensen/dpa

L’esperienza tedesca ha ispirato politiche affini in altri Stati. Dopo le esperienze estoni e lussemburghesi, le politiche di forte incentivo vengono intraprese anche da Paesi più grandi. Su tutti, la Spagna, dove il governo ha annunciato che per 4 mesi gli abbonamenti mensili ai treni regionali e i biglietti multitratta saranno interamente rimborsati o saranno soggetti a sconti. In Francia, è stato introdotto un provvedimento che vieta i voli per tratte brevi di Air France per i quali esistano treni o bus alternativi che non durino più di due ore e mezza. La misura tocca alcune tratte rilevanti: come da Parigi a Bordeaux, a Nantes o a Lione. Per il momento 5 tratte sono state cancellate. Anche in Inghilterra, come leva contro l’inflazione, è stato imposto un limite al costo dei biglietti pari a 2 sterline (circa 2,30€) per tre mesi. In Germania, infatti, l’introduzione del ticket per i mezzi pubblici ha portato ad una riduzione di due punti percentuali [1] dell’inflazione.

Ma proprio in merito alla sostenibilità economico-finanziaria sorsero e ancora si protraggono i principali dubbi e le più forti critiche sull’iniziativa. Come tanti settori, anche quello del trasporto pubblico si regge infatti su sovvenzioni e sussidi statali e locali. Per questo motivo ad oggi non è ancora chiaro quale sarà il futuro di questa iniziativa in Germania: il biglietto da 9€ costa al governo federale un totale di 2,5 miliardi di Euro. Una continuazione del finanziamento non è né pianificata né preventivata, almeno da parte del Ministero federale dei trasporti, portando ad una riflessione su quanto sia socialmente desiderabile una sua prosecuzione.

L’Agenzia tedesca per l’ambiente, che ha riportato in uno studio che ogni tonnellata di emissioni di CO2 provoca un danno economico pari a circa 180€: cifra che, moltiplicata per 1,8 milioni di tonnellate di CO2, raggiunge valori ben superiori rispetto ai costi del biglietto unico.

Quanto è socialmente desiderabile una mobilità sostenibile? Quanto stiamo facendo per avere dei mezzi di trasporto più puliti?

Ridurre l’impatto ambientale dei propri spostamenti è e sarà sempre più una priorità assoluta: si prevede infatti che oltre il 70% dei viaggiatori e delle viaggiatrici si sposterà nei prossimi mesi in modo più sostenibile. La lungimiranza degli attori politici è oggi più che mai necessaria per sostenere questo approccio negli spostamenti e per creare connessioni migliori.

Credits e approfondimenti:


[1] Fonte: Istituto di ricerca economica di Colonia