Esempi di circolarità: intervista a Massimo Vaccari, La Filippa

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La Filippa è una discarica a Cairo Montenotte (SV), emblematica di un nuovo modello di gestione dei rifiuti non pericolosi. Abbiamo intervistato il presidente Massimo Vaccari per conoscere meglio la visione e l’approccio utilizzato da La Filippa.

La Filippa ha introdotto il concetto di “discarica sostenibile”: di cosa si tratta?

La Filippa è una discarica di nuova generazione (controllata, certificata ISO 14001 e registrata EMAS) per rifiuti non pericolosi. L’attività svolta consiste nel riempire gli spazi disponibili con rifiuti non pericolosi e non diversamente valorizzabili. I rifiuti per essere ammessi vengono quindi preventivamente selezionati e sottoposti a procedura di omologa non solo per accertarne la rispondenza ai parametri di legge ma anche il rispetto dei requisiti scelti da La Filippa per garantirsi il raggiungimento dei propri obiettivi di valorizzazione dell’area in cui opera.

Abbiamo effettivamente innovato la discarica rendendola sostenibile e adottando un modello di gestione che ne ha rivoluzionato la funzione mettendola a esclusivo servizio del sistema di gestione dei rifiuti secondo i principi dell’economia circolare. Nel contempo tale modello innovativo, mantenuto inalterato nel tempo, soddisfa i requisiti di sostenibilità ambientale e sociale.

Nel contesto dell’economia circolare e perseguendo l’obiettivo “Zero Waste” (che vuol dire “Zero Sprechi” e non “Zero Rifiuti” come qualcuno si ostina a proporre), la discarica sostenibile rappresenta l’anello finale che va a chiudere il ciclo delle 4 R (Riduzione, Riutilizzo, Riciclo e Recupero): un passaggio necessario per non disperdere nell’ambiente quelle frazioni di rifiuti non recuperabili che non possono essere in alcun modo valorizzate.

L’obiettivo per sostenere davvero l’economia circolare è dotare il Paese di poche, moderne, sicure e sostenibili discariche di nuova concezione, che diventano un ingranaggio indispensabile dell’intero sistema. A tal proposito abbiamo ideato con Assoambiente una campagna intitolata significativamente Che ci azzecca una discarica con l’economia circolare?.

La discarica del passato va dimenticata anche perché era frutto di una cultura in cui le risorse naturali venivano sfruttate e sprecate. Una discarica di nuova concezione come La Filippa non ha quindi nulla a che vedere con quella dell’immaginario comune e, al contrario, è uno strumento per contribuire alla tutela dell’ambiente e contrastare illegalità e malaffare nella gestione dei rifiuti.

Massimo Vaccari

Come si aggiunge valore ambientale ad una discarica?

A La Filippa abbiamo aggiunto 2 R alle tradizionali 4 dell’economia circolare: la riqualificazione dell’area di cava e il suo futuro riutilizzo. 

In questo modo compiamo il passo successivo sulla strada della circolarità, dando nuova vita ai materiali e ai luoghi. Il terreno su cui sorge la discarica è, infatti, oggetto di lavori costanti di rinaturalizzazione e di miglioramenti che ne favoriscano la vivibilità. Quando La Filippa avrà cessato di funzionare, resterà un’area riqualificata in armonia con l’ambiente.

Il problema Nimby è spesso di stretta attualità per realtà come la vostra: come lo avete affrontato?

Io e mio fratello Carlo abbiamo avuto l’idea di creare questa discarica agli inizi degli anni Duemila, volendo riqualificare e valorizzare l’area di proprietà della nostra famiglia precedentemente adibita all’estrazione di argilla utilizzata nell’adiacente fabbrica di laterizi.

Tutto nasce da una frase di George Bernard Shaw a me molto cara: “Alcuni uomini vedono le cose come sono e dicono: Perché? Io sogno le cose come non sono mai state e dico: Perché no?”. Ed è così che è nata l’idea di ripensare e riprogettare l’oggetto più contestato nel mondo dei rifiuti e non solo: la discarica.

Il progetto è stato da subito oggetto di una contestazione molto accesa da parte dei comitati del “no’’ e delle associazioni ambientaliste. Erano, infatti, gli anni in cui i conflitti ambientali, riconducibili alla cosiddetta “sindrome Nimby” si moltiplicavano e si mescolavano ad altre spinte dal basso, come quella del movimento No Global.

Convinti della legittimità della nostra idea e della validità delle nostre proposte, abbiamo portato avanti con determinazione la nostra visione. La scelta strategica è stata quella di contrapporre a ogni dubbio, domanda, provocazione, informazioni dettagliate, analisi approfondite e proposte migliorative.

Ancora oggi il dialogo costante con gli stakeholder esterni resta uno dei nodi centrali della nostra strategia di business, oltre che comunicativa. Tra i tanti ne è un esempio l’area cittadini del nostro sito web: un portale che consente al singolo cittadino che intende informarsi, di interagire con l’azienda per ottenere risposte immediate e attendibili e, volendo, per richiedere incontri e visitare l’impianto.