Le ragazze salveranno il mondo: intervista all’autrice Annalisa Corrado

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Annalisa Corrado è ingegnera meccanica, esperta di rinnovabili e da sempre protagonista di battaglie ambientali. Tra le tante attività portate avanti, vi è quella dei Green Heroes insieme ad Alessandro Gassmann e a Tuttogreen La Stampa. Oggi l’abbiamo raggiunta in qualità (anche) di scrittrice. Chi segue la Corrado lo sa, Annalisa, tra le diverse doti, ha quella di saper far squadra, coinvolgere, spiegare perché quella per il Pianeta è un sfida che ognuno di noi deve provare a vincere. Insieme agli altri. Questa volta lo fa grazie a un libro appena uscito edito da People. L’abbiamo intervistata per saperne di più.

Le ragazze salveranno il mondo: è per te una domanda, un auspicio o una certezza? Come nasce questo titolo?

Il titolo è volutamente provocatorio perchè è indirizzato ad una società squilibrata nella quale le donne provano a prendere parola ma spesso vengono tacitate e non riescono quindi ad ottenere il loro (dovuto) spazio. Lasciarle fuori non è un problema solamente per le donne, ma per tutti, per l’efficacia delle azioni che vengono messe in campo. Allora da qui il titolo: voi tenete fuori le donne? Allora sappiate che saranno proprio le donne a salvare il mondo. Dovete smettere di ignorarle. Uomini e donne devono essere “complici” nella sfida per il futuro del Pianeta. La diversità dei punti di vista e delle prospettive è una ricchezza: uomini, donne, ma anche ovviamente giovani, adulti, imprenditori, lavoratori. Tutti insieme dobbiamo tessere una rete per andare lontano. In natura nulla è separato dal resto. Siamo tutti interconnessi, ma ciò non si può realmente fare se non si dà a ognuno il giusto spazio.

Da Rachel Carson, a Wangari Maathai, Da Greta Thunberg a Alexandria Ocasio-Cortez fino a Jane Fonda: il libro attraversa e unisce idealmente continenti e decenni diversi attraverso i racconti di vita di queste figure femminili straordinarie. Come sono state scelte le donne del libro? Qual è il loro filo conduttore?

Nell’opera di ognuna di loro vi sono degli elementi comuni: sono donne che lottano per la giustizia ambientale, sociale e climatica. Queste sono tutte battaglie che, per essere vinte (o almeno per provarci!) devono essere condotte assieme. Per trovare soluzioni servono visioni globali perché, come le lotte delle nostre “ragazze” dimostrano, ambiente e diritti civili sono strettamente interconnessi. Questo pensiero “orizzontale” è tipicamente ecologista e femminista, contrapposto a una mentalità maschilista, “fossile” e patriarcale che è poi quella che ha condotto all’attuale disastrosa situazione di oggi.

Chi sono le donne del libro? Puoi raccontarci qualcosa di loro?

Si parte dalla madre dell’ambientalismo scientifico, Rachel Carson, che dimostrò scientificamente che il DDT era un biocida. Con Primavera silenziosa si segnò un punto di non ritorno: l’onda d’urto della sua azione ha portato a mettere tra le tematiche al centro del dibattito politico l’ambientalismo per la prima volta negli USA. Dalla spinta, dall’esempio di quel movimento è nata, ad esempio, Greenpeace. Lei fu vittima di quella macchina del fango che troppo spesso si muove, non tanto contro le sue teorie ma in quanto donna capace di portare avanti una tematica scientifica.

Poi vi è il premio Nobel per la pace Wangari Maathai grazie al cui operato sono stati piantati oltre 51 milioni di alberi in Kenya per combattere l’erosione del terreno. Lei non ha iniziato raccontando i massimi sistemi e i cambiamenti climatici, ma è andata dalle contadine denunciando la scomparsa degli alberi a causa delle monoculture e delle conseguenze di tale fenomeno: non avere più legna da ardere/vendere o alberi che facessero ombra (che in Kenya fa la differenza), ma anche l’assenza di orti per mangiare e da lì in poi ha iniziato a far comprendere alle donne i loro diritti e soprattutto far loro conoscere l’importanza della democrazia.

Quello su Greta e Alexandria è un capitolo doppio perché nasce a seguito di un incontro vero, su skype, tra due ragazze che stanno cambiando il mondo. La prima cosa della quale hanno parlato è stato il grande senso di frustrazione di combattere contro dei giganti apparentemente più grandi di loro. Entrambe dicono che la speranza non è un dono innato, ma è qualcosa che si costruisce, in particolare mobilitandosi assieme agli altri, e che devi contribuire a tenere vivo ogni giorno. Questo è uno degli insegnamenti più grandi che ci stanno dando e vale per chiunque.

Mentre ero arrivata alla fine del libro è comparsa davanti agli occhi di mezzo mondo l’immagine di una signora di 81 anni con un meraviglioso cappotto rosso che si fa arrestare ogni venerdì perchè manifesta a Washington in difesa della lotta ai cambiamenti climatici e a supporto dei ragazzi del fridays for future. Se quella meravigliosa “ragazza” senza età di Jane Fonda ci dimostra che non è mai troppo tardi per lottare, la storia di Greta ci racconta come non sia mai troppo presto.

Le donne ambientaliste paiono avere sempre un nemico in più: il sessismo. Certe ideologie che vorrebbero zittire le donne a prescindere. La forza delle donne del libro è di andare oltre le provocazioni, sono resilienti, si dotano di tenacia, di risposte non violente, andando dritte per la propria strada e non con gli stessi mezzi (e urla) di chi le insulta. Può essere questo “un segreto” del successo di queste donne?

Le ragazze del libro hanno tutte subito tanti attacchi non per il loro pensiero ma in quanto donne.  Percepire la bassezza di questi insulti rispetto alla loro grandezza di azione e di pensiero è una cosa che ho voluto mettere in evidenza in ogni inizio di capitolo.

Sicuramente il “non ti curar di loro ma guarda e passa” è un elemento presente in ognuna delle loro storie, ma ci dovremmo porre la domanda: quante cose in più potrebbero fare donne come quelle del libro se non dovessero affrontare anche questo?

A chi è rivolto questo libro? A chi andrebbe regalato?

Chiunque di noi deve tirare fuori la ragazza che abbiamo dentro. Va quindi innanzitutto regalato  a chi deve riscoprire quella parte ecologista e femminile che può davvero salvare il mondo.

Un libro che spero possa essere utile tutti, anche per gli ambientalisti nostrani e contemporanei che pone il tema della radicalità: consapevolezza del fatto che noi non abbiamo più tempo per mediare e per cercare di convincere. Questo è il tempo delle scelte. Ora viviamo in una fase in cui, anche quelle lente vittorie acquisite sono messe in pericolo da una visione dell’economia che ci dice che per superare la crisi economica del Covid sia necessario mettere da parte il green new deal.

La storia e la vita di queste donne ci insegna che invece si può agire subito: i dati degli scienziati sugli effetti del climate change ci dicono che non vi è più tempo per rimandare. Questo libro è quindi uno strumento di comunicazione, di informazione e di lotta per un Pianeta più giusto, più equo. Green.

 

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