Cosa c’è dietro quell’insalata? Un invito…a non mangiare animali

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di Annalisa Tancredi

Le seducenti campagne PETA stupiscono ancora: l’associazione animalista People for the Ethical Treatment of Animals prende in prestito il corpo di una fotomodella per promuovere l’adozione di uno stile alimentare vegetariano. Questa volta a posare sotto i riflettori è l’australiana Sheridyn Fisher che si è fatta fotografare dai giornalisti vestita con un sexy bikini fatto di lattuga e tra le mani un cartello con scritto “Turn over a new leaf. Go Vegetarian” (Volta pagina. Diventa vegetariano).La bionda playmate non è stata la prima a prendere parte alla campagna Naked contro la violenza sugli animali e a favore di un regime alimentare più sostenibile; la strategia, inizialmente introdotta dagli attivisti volontari vestiti con lo slogan “E’ meglio essere nudi che indossare pellicce”, è stata poi ripresa dalle Lettuce Ladies, ragazze in giro per le piazze vestite di foglie di insalata per promuovere la dieta Veg. In seguito personaggi celebri come Kim Basinger, Pamela Anderson e Alicia Silverstone si sono autocandidate come testimonial della campagna.

Una ricetta infallibile che permette di unire la bellezza ammiccante e provocatoria delle vip, a contenuti emotivamente densi e socialmente disturbanti; i corpi delle fotomodelle infatti, sono solo l’alibi per volgere l’attenzione verso le violenze che gli animali sono costretti a subire dalle industrie farmaceutiche, conciarie, alimentari e di intrattenimento in nome del profitto. Scuoiati vivi, pestati, schiavizzati, imprigionati, frustrati, sgozzati, drogati, avvelenati e trucidati: le immagini e le riprese dei mattatoi girano nel web ma nemmeno i più golosi bisteccari sono rimasti a guardarle. Eppure ogni anno l’uomo continua ad uccidere atrocemente oltre 25 miliardi di animali solo per cibo.

Sia negli USA che in Australia sempre più persone decidono di convertirsi agli stili alimentari che escludono gli animali e/o i loro derivati dal menù quotidiano; anche nel nostro paese il movimento è pregnante e, secondo il rapporto Eurispes 2011, circa 5 milioni di italiani hanno scelto di seguire un regime alimentare vegetariano. Oltre all’ideologia animalista, le motivazioni sono ravvisabili nel perseguimento di una dieta più salubre (a base di frutta e verdura) e nella riduzione dell’impatto ambientale: le coltivazioni vegetali comportano un minore spreco di risorse (soprattutto idriche) e la CO2 sprigionata dagli animali di allevamento è maggiore di quella emessa dal trasporto mondiale su gomma.

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