Asso di Monnezza i traffici illeciti di rifiuti in scena da oggi al Teatro dell’Orologio

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di Letizia Palmisano

Torna a Roma Ulderico Pesce (fino al 24 gennaio).

“Asso di Monnezza”, lo spettacolo scritto ed interpretato da Ulderico Pesce – e che registra il tutto esaurito in giro per l’Italia – sarà a Roma presso il Teatro dell’Orologio (via dei Filippini) dal 12 al 24 gennaio (10-12 euro il biglietto). In 70 minuti di spettacolo Pesce racconta dei traffici illeciti di rifiuti in Italia, urbani e soprattutto industriali, che attanagliano l’Italia «tanto da far dire che il vero asso nella manica è ‘quello di monnezza’, vale a dire che l’immondizia smaltita illegalmente offre una grande possibilità di arricchimento soprattutto alla malavita», come spiega lo stesso Pesce.

Asso di Monnezza rientra nel filone del Teatro Civile già percorso da Ulderico Pesce con “Storie di Scorie: il pericolo nucleare italiano”. Il testo è stato scritto in base alla documentazione ufficiale della Magistratura italiana e al Rapporto ecomafie di Legambiente. Molte delle indagini citate sono ancora in corso, e nello spettacolo si denunciano i clan della Camorra che si dedicano a questa fruttuosa attività, i funzionari delle Istituzioni pubbliche coinvolti e i titolari delle “finte” ditte di compost fertilizzante per l’agricoltura che sempre più spesso scaricano rifiuti tossici in discariche abusive o sulla terra agricola.
Lo spettacolo scivola via tra i numerosi momenti di risate e quelli di riflessione. La storia dei protagonisti (qui di seguito riportata, ndr) si intreccia con i dati reali della “civile” Lombardia, di Roma e di Malagrotta. Nomi, luoghi, dati. Ma anche soluzioni concrete, come il porta a porta di Colli Aniene, coinvolgono gli spettatori, chiamati innanzitutto ad essere cittadini.
E gli obiettivi dello spettacolo sono dichiarati dallo stesso Pesce (a fine spettacolo e ribaditi in ogni suo intervento pubblico, visto il suo grande impegno civile). Egli infatti mira a far luce:

-sul sistema di smaltimento dei rifiuti urbani di cui si parla abbondantemente sulla stampa, e che vede il Sud dell’Italia “incapace di gestire la monnezza” perché nelle mani della malavita e della clientela politica, e un Nord capace ed efficiente;
-sul sistema di smaltimento illegale dei rifiuti industriali, di cui la stampa non parla mai, e che vede il ricco Nord produrre rifiuti chimici pericolosissimi dei quali, parti consistenti, vengono scaricati nel Sud del’Italia, sulla terra agricola, nelle fabbriche di fertilizzante per l’agricoltura, nel mare, nei fiumi ecc. E con laboratori chimici (specie in Toscana) chiamati a rispondere di certificati falsi in cui si dichiara che le sostanze tossiche quali cromo, zinco, arsenico e altro, sono state lavorate e rese innocue. Tutto ciò mentre in Italia sparisce ogni anno una montagna di rifiuti tossici alta 2.600 metri e una base di tre ettari.

Ulderico Pesce in Asso di Monnezza sottolinea infine la necessità di punire penalmente i reati ambientali inserendo nel Codice Penale Italiano il reato contro l’ambiente.
«Oggi, in Italia, si concretizza una vergogna: se si uccide o si ruba qualcosa si commette un reato punito penalmente, se si contamina il mare o la terra il reato non è punito penalmente ma nella maggior parte dei casi si risolve con un’ammenda pecuniaria» afferma lo stesso Pesce. Affinché il reato contro l’ambiente venga inserito nel codice penale, Pesce ha dato vita ad una petizione popolare sul sito www.uldericopesce.com.

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