Tecnologia salvifica o greenwashing? Intervista a Luca Mercalli

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Ormai nessuno più nega la crisi climatica ed ecologica. La tecnologia verde è spesso indicata come una soluzione nella comunicazione ambientale. È così? Ne abbiamo parlato con Luca Mercalli, meteorologo, climatologo, divulgatore scientifico e accademico italiano.

Ma davvero la tecnologia ci salverà?

In realtà tutte le tecnologie hanno una “doppia faccia“. Possono aiutare a ridurre le emissioni, ma nel momento in cui inducono ad un consumo superfluo ed eccessivo, allora diventano dannose. Il fotovoltaico, i pannelli solari, sono una tecnologia buona, poiché utilizzare l’energia del sole per scaldarci e illuminarci: senza bruciare combustibile fossile, è altamente efficiente e ci permette di abbattere emissioni inquinanti. Anche le auto elettriche ci possono aiutare ma solo se caricate con energia verde, e solo se riduciamo il loro numero, la loro potenza, e l’utilizzo.

Non dimentichiamo il problema dell’estrazionismo, poiché anche le materie prime che servono a costruire gli oggetti, hanno un impatto sull’ambiente. Un’altra tecnologia utile è lo smartworking. Grazie alle video riunioni evitiamo viaggi in auto o peggio in aereo, quindi a conti fatti, risparmiamo emissioni ed energia. Anche qui però dobbiamo dire che Internet consuma energia, e va usato solo per cose utili.

Quali sono invece le tecnologie che sicuramente non ci aiuteranno?

Sicuramente il nucleare, che è un ossimoro chiamare energia pulita! Poi la tecnologia CCS, che cattura il carbonio e lo stocca sotto terra, è invece ancora del tutto inefficace al suo scopo – consuma più energia di quella che cattura, oltre ad evidenziare molte criticità legate alla sicurezza. Serviranno ancora decenni prima che possa raggiungere il suo scopo, ma non abbiamo tutto questo tempo. 

Lei è per la “decrescita felice”? Un termine che ad alcuni fa paura perché evoca il “tornare indietro”.

Chiamiamola come vogliamo. In realtà si tratta di andare avanti. Non ci piace il termine decrescita? Usiamo efficienza e sobrietà. Fatto sta che bisogna contrarre i consumi, ridurre lo spreco di energia superflua, anche se si tratta di energia pulita.

Passiamo ad alcuni esempi pratici. Hanno approvato l’ampliamento del Passante di Mezzo, a Bologna, con tutta una serie di migliorie, chiamandolo “Autostrada di nuova generazione”

Altro che di “nuova generazione”! Ampliare strade e tangenziali risponde alla logica delle vecchie generazioni. Questo modo di parlare è intriso di greenwashing. Queste mitigazioni non serviranno a ridurre l’aumento delle emissioni generate dal Passante. Dobbiamo comprendere che ogni aggiunta, anche se dipinta di verde, è insostenibile.

Nella nuova fabbrica Silk Faw a Reggio Emilia, si produrranno super car elettriche. Che cosa ne pensa?

Silk Faw è l’apoteosi del superfluo e dello spreco. Consuma suolo, emette CO2, impermeabilizza un’area già soggetta ad alluvioni. Per cosa? Per produrre supercar che viaggiano a 300 km/h e servono solo all’1% della popolazione, allargando la forbice della disuguaglianza. È una follia, dovremmo ribellarci tutti. Se proprio si voleva costruire una fabbrica, si potevano riqualificare capannoni vuoti, zone industriali. Ma per produrre qualcosa di utile alla gente.

Si giustifica tutto con i nuovi posti di lavoro creati…

Non tutti i lavori sono utili alla comunità, come non è buono il lavoro di chi fa armi, così non è buono il lavoro di chi produce oggetti superflui che danneggiano il clima: questi lavori vanno riconvertiti.