Come diventare un’azienda a rifiuti zero

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di Silvia Musso

In occasione della terza e ultima edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, la cooperativa E.R.I.C.A. soc. coop., partner tecnico del Comitato promotore italiano, ha deciso di impegnarsi seriamente cambiando i propri “connotati”. Da azienda attenta ai principi di riduzione dei rifiuti – è infatti un’impresa leader in Italia per quanto riguarda la comunicazione ambientale in campo di raccolta differenziata e prevenzione dei rifiuti – intende convertirsi totalmente alla filosofia “rifiuti zero”.

Nel corso della Settimana Europea, il Consiglio di Amministrazione adotterà una specifica delibera che impegnerà l’azienda in tutte le sue componenti ad arrivare a non produrre rifiuti non riciclabili entro il 2020. Il Consiglio ha infatti individuato alcuni criteri e azioni quali la progressiva eliminazione dei beni “usa e getta”, l’acquisto di beni in materiale riciclato, l’acquisto di beni con il minimo imballaggio, il compostaggio in loco dei rifiuti organici della cucina aziendale, la stampa fronte e retro degli elaborati e dei documenti e il riutilizzo della carta per particolari necessità stampata da un solo lato, l’attenta determinazione delle quantità di materiale informativo per le campagne di comunicazione per contenere i resti di magazzino.

La decisione deliberata sarà messa a conoscenza di tutti i soci lavoratori, dei dipendenti e dei collaboratori indicando anche le attività concrete da intraprendere. A un mese dalla delibera, inoltre, sarà eseguita un’analisi merceologica dei rifiuti prodotti da E.R.I.C.A. e si valuteranno eventuali correttivi o integrazioni.

I responsabili dell’ufficio tecnico interno, che ha predisposto una specifica indagine per determinare le modalità di riduzione della produzione di rifiuti, hanno così risposto alle nostre domande.

I punti di forza di quest’azione sono numerosi. Due in modo particolare la rendono innovativa nel panorama delle azioni aderenti alla SERR 2011: la duplice comunicazione rivolta sia all’interno – nei confronti dei soci e dei dipendenti – sia all’esterno – verso fornitori e clienti – e la replicabilità presso altro aziende. Potete spiegare meglio questi due aspetti?
«E.R.I.C.A. è una società in forma cooperativa, dove la forma societaria rappresenta già di per sé un modello filosofico gestionale i cui principi sono condivisi e promossi dal Consiglio di Amministrazione. E.R.I.C.A. lavora principalmente per le amministrazioni pubbliche, con i cittadini, e le tematiche ambientali permeano ogni attività promossa e sviluppata. Per questi motivi la scelta di puntare ad una politica “zero waste” non può prescindere dal dover e voler coinvolgere anche i soggetti con i quali, direttamente o indirettamente, E.R.I.C.A. collabora quotidianamente. La sensibilizzazione verso le tematiche dello sviluppo sostenibile è un fattore chiave della nostra politica e il voler creare un processo metodico, monitorabile e replicabile attraverso il quale altre aziende possano intraprendere lo stesso percorso non può che rappresentare il giusto completamento della mission aziendale».

L’iniziativa è sicuramente degna di lode, ma la difficoltà sarà mantenere gli impegni senza limitarsi agli otto giorni della SERR. Cosa distingue questa iniziativa da una mera strategia di marketing?
«E.R.I.C.A. ha deciso di dare ufficialità a un percorso virtuoso per la riduzione dei propri rifiuti già intrapreso da tempo e che ha contribuito anche all’ottenimento della certificazione ISO 14001. La SERR non rappresenta che l’occasione per presentare tale impegno che prevede l’integrazione del proprio sistema di gestione per la qualità e per la salvaguardia dell’ambiente con le procedure in grado di tendere ad una progressiva riduzione dei rifiuti prodotti. Questo si realizzerà in primo luogo con un’analisi attenta e quotidiana dei flussi di materiali, dalla fase di acquisto alla fase dello smaltimento finale, andando ad individuare i punti critici e fissando degli obiettivi concreti a medio e lungo termine. Il monitoraggio sarà di fondamentale importanza, e per questo individueremo degli indicatori significativi che terremo costantemente sotto controllo. Invitiamo chiunque creda che questa iniziativa possa rappresentare esclusivamente una strategia pubblicitaria a seguire E.R.I.C.A. attraverso i numerosi canali con i quali quotidianamente comunica, e a mettersi in contatto con noi, saremo lieti di presentare i risultati ottenuti e offrire consulenza a chiunque voglia intraprendere lo stesso percorso».

Envi coglie sicuramente l’invito e seguirà con interesse questa esperienza, unica nel suo genere nel mondo dell’imprenditoria italiana, nella speranza che altre aziende siano stimolate ad intraprendere la stessa strada.

2 commenti su “Come diventare un’azienda a rifiuti zero”

  1. Caro “anonimo” grazie del commento.
    Noi speriamo non sia solo una filosofia e ci impegniamo che quella che sembra un'utopia possa diventare realtà testimoniabile e replicabile davvero, così da poter essere trasferita, mutuata e copiata da tanti.
    Roberto Cavallo
    presidente ERICA

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