Osservare la biodiversità

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di Silvia Musso

Grazie alle Nazioni Unite che hanno dichiarato il 2010, Anno Internazionale della Biodiversità, questo tema sta godendo di una sempre maggiore eco.
Diversi enti e associazioni in tutto il mondo dedicano alla biodiversità eventi, festival, convegni. Particolarmente interessante in questo ricco panorama sono dei progetti destinati a rimanere nel tempo e a non estinguersi con la fine del 2010, quando il tema della biodiversità passerà il testimone a altri temi altrettanto importanti.

Stiamo parlando della creazione di portali on line sulla biodiversità, un modo non solo per capire quanto la ricchezza naturale sia fondamentale per il nostro pianeta, ma anche per vedere e scrutare da vicino specie animali e vegetali.
È stato recentemente inaugurato il GMBA Mountain Portal, un sito web che, attraverso una carta interattiva, illustra e spiega le varietà di piante e animali presenti nelle diverse regioni montane della Terra. Un video introduttivo illustra agli utenti le funzioni della banca dati. Il portale richiede una conoscenza minima della fauna e della flora tipiche degli ambienti alpini. Le specie possono infatti essere cercate attraverso la denominazione scientifica in latino oppure tramite un albero tassonomico delle piante e degli animali.
I dati relativi alle specie provengono dalla banca dati della Global Biodiversity Information Facility (GBIF) e vengono costantemente aggiornati.

Un altro progetto che si inserisce in questa direzione, ma che risulta più interattivo e quindi maggiormente comunicativo perché in grado di coinvolgere un pubblico più ampio e diversificato per età e formazione, è l’iSpot, creato dalla britannica Open University, come parte dell’OPAL (Open Air Laboratories).
Si tratta di un vero e proprio osservatorio per la biodiversità, un progetto che incoraggia le nuove generazioni a esplorare, studiare e proteggere i propri ambienti naturali locali.
Ad un anno di vita (fu lanciato infatti a giugno 2009 e, a proposito, tanti auguri!) i risultati ottenuti sono più che confortanti come evidenziano le statistiche: oltre 3.000 iscritti, più di 50.000 visitatori, 7.000 commenti lasciati sul sito, 8.500 identificazioni fornite.
Anche le reazioni da parte degli utenti sono state molto positive. È chiaro dunque che iSpot sta raggiungendo il suo obiettivo, cioè aiutare le persone a riconoscere specie animali e vegetali e sviluppare le proprie capacità anche grazie alle competenze di un team di professionisti che collaborano al progetto.
Un esempio di quanto detto è fornito dalla strana scoperta di una bambina di sei anni, Katie Dobbins. Il 9 ottobre 2009, Katie scopre una strana falena nella propria casa di Upper Bucklebury, Berkshire. Il suo papà inserisce immediatamente una fotografia dell’animale sul sito dell’iSpot. In questo modo alcuni esperti che collaborano al sito, dopo essersi confrontati, hanno potuto identificare l’animale. Si tratta della Pryeria sinica una specie non autoctona, ma nativa della Russia, Corea, Cina, Giappone e Taiwan. Trovata nel 2001 in alcuni giardini degli Stati Uniti Orientali, si presume possa essere arrivata in Europa attraverso l’importazione di piante. La scoperta di Katie è stata fondamentale. Ora si tratterà infatti di capire se la presenza di questa falena sia un caso isolato o se esistano delle colonie e soprattutto se questa specie possa essere dannosa per l’ecosistema in cui si è inserita.
Jonathan Silvertown, docente di Ecologia alla Open University e ideatore dell’iSpot afferma: «Questa storia illustra molto bene come l’iSpot permette a chiunque, anche ai più giovani, di essere coinvolti nella storia naturale e dare un contributo alla conoscenza scientifica sulla biodiversità».

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