Altissime Voci, il Festival Musicale tra Terra e Cielo, è un connubio tra musica e natura, con particolare attenzione ai rondoni e alle loro voci.
Giunto alla terza edizione, inizia a Rimini il 22 giugno ed è organizzato dall’Ensemble Vocale Canòpea, Monumenti Vivi Rimini, e LIPU Rimini. Ne parliamo con Arianna Lanci, ideatrice del Festival, attivista per l’ambiente, cantante lirica e direttrice di coro.

Come si articola il programma?
Il 22 giugno alle 18,30 presso il Chiostro della Chiesa di San Giuliano a Rimini, si terrà una conferenza da parte del botanico Thomas Bruschi, sulla biodiversità nella città e nella spiaggia.
La seconda parte dell’evento sarà musicale, in dialogo con le voci dei rondoni, una interpretazione del Cantico delle Creature, un testo antico ma sempre profondamente attuale, in una veste musicale inedita, scritta per il mio coro, l’Ensemble Vocale Canòpea, dal compositore Luigi Pizzaleo.
Il secondo e terzo evento il 6 luglio e il 19 luglio, sempre a Rimini, vedranno parti teoriche con ecologi ed esperti a seguire interventi musicali dal vivo. Tra gli eventi abbiamo anche intenzione di fare una camminata contro i grandi eventi nella spiaggia come il Rimini Beach Arena.
Com’è nata l’idea del Festival?
Dall’amore che nutro verso questi uccelli migratori, dal desiderio di condividere la gioia che la loro presenza porta nella mia vita e dalla necessità primaria di aiutarli.
Sono partita essenzialmente dall’ascolto delle loro voci: inconfondibili, struggenti, un ingrediente speciale e irrinunciabile del paesaggio sonoro delle nostre città tra la primavera e l’estate.
L’idea del festival è proprio quella di creare un filo tra la terra e il cielo, facendo del canto e dell’ascolto un invito alla relazione con il meraviglioso mondo non umano, per andare a scalfire quel rigido antropocentrismo che purtroppo continua a dirigere i nostri pensieri e le nostre azioni.
Altissime Voci si pone quindi un grande obiettivo: contribuire a creare una cittadinanza sempre più sensibile alle forme di vita non umane che abitano la città e sempre più esigente nei confronti della politica in fatto di tutela ambientale.
Peraltro cade in un anno particolare. Il mio coro festeggia i suoi 10 anni e ricorrono anche gli 800 anni del Cantico delle Creature ed i 10 anni dell’Enciclica Laudato sì di Papa Francesco!
Perché la musica può sensibilizzare su tematiche ambientali?
La musica può sensibilizzare sui temi ambientali perché nasce dall’ascolto e insegna l’ascolto. Altissime Voci porta le persone ad aprire meglio le orecchie per poi aprire meglio anche gli occhi: l’ascolto diventa la porta di accesso a un’esperienza della natura che sia personale, intima e universale al tempo stesso.
Faccio mia la riflessione del biologo David George Haskell che nel suo libro Suoni fragili e selvaggi ci ricorda come la crisi ambientale in corso si accompagni ad una altrettanto grave crisi sensoriale.
Non ci accorgiamo di quanta natura ci sia in una città e da musicista sottolineo come la perdita di biodiversità comporti anche un impoverimento nei suoni del mondo che si traduce inevitabilmente in un impoverimento della nostra esperienza del mondo.
A chi vi rivolgete come pubblico e come avete divulgato le iniziative?
Il pubblico a cui ci rivolgiamo è assolutamente variegato, sia nell’età che negli interessi. Il mio obiettivo è di portare chi già è appassionato di natura ad approfondire questa passione, avendo anche la possibilità di accedere all’ascolto di musiche raffinate e non usuali, in chi invece ci segue essenzialmente per i concerti aspiro a stimolare sempre di più la curiosità verso la natura.
