Due anni fa il tema ambientale entra in Costituzione, cosa è cambiato?

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L’8 febbraio 2022 la tutela dell’ambiente entra a far parte dei principi fondamentali della Costituzione Italiana.

Il tema ambientale era già presente nella Costituzione, ma si limitava a ripartire le competenze tra Regioni e Stato, attribuendo a quest’ultimo la definizione dei criteri minimi di tutela ambientale.

Il Parlamento approva così le modifiche al testo costituzionale rispetto agli art. 9 e 41 che riguardano la tutela del paesaggio, del patrimonio storico e artistico, i diritti inviolabili dell’uomo e l’iniziativa economica privata.

La riforma, approvata con maggioranza qualificata, quindi senza ricorrere ad un referendum costituzionale, inserisce nel testo la promozione della ricerca scientifica e il principio della tutela delle generazioni future che impegna lo Stato a non accollare il deficit ecologico a chi verrà dopo di noi.

Questa importante riforma quanto ha inciso sulla politica italiana? Quanto è realmente conosciuta e apprezzata dai cittadini?

In tal senso il WWF Italia nei mesi scorsi ha realizzato un questionario composto da 800 interviste online poste ad un campione di italiani con età compresa tra i 18 e i 70 anni. Le risposte ricevute parlano chiaro sull’evoluzione del tema ambientale nel nostro paese:

  • Solo il 28% degli intervistati ha dichiarato di sapere che è stata approvata una riforma costituzionale riguardo la tutela dell’ambiente.
  • Il 72% lo giudica positivamente o molto positivamente e solo il 6% lo ritiene negativo o molto negativo.
  • Solo il 28% del campione dichiara di essere a conoscenza che la riforma è stata fatta anche nell’interesse delle future generazioni.
  • L’88% degli intervistati è d’accordo sul fatto che l’iniziativa economica non debba recare danno all’ambiente e alla salute. Tale percentuale si alza ulteriormente (94%) nel Nord-Est del paese, area più industrializzata e inquinata del paese e dove quindi la tematica è più sentita.

In generale l’attenzione verso i giovani appare ancora marginale nel nostro paese e ciò vale anche per quanto riguarda la protezione dell’ambiente, che ha come protagonisti proprio le generazioni future che vivranno sulla loro pelle tali scelte.

Il WWF conferma, con i dati emersi dal questionario, come la protezione dell’ambiente sia un tema estremamente sentito in Italia. Larga parte degli intervistati è d’accordo nel “limitare” l’economia per non danneggiare il nostro capitale naturale.

È invece ancora molto bassa, seppure in crescita rispetto ad un anno fa, la conoscenza di ciò che avviene nel nostro paese dal punto di vista ambientale.

Nel caso specifico di questa riforma, la scarsa conoscenza si collega sia ad un crescente disinteresse per la politica e per gli avvenimenti ad essa collegati, sia ad una scarsa pubblicità a livello mediatico e istituzionale.

Dal punto di vista comunicativo servono quindi maggiori sforzi da parte di tutti: dai canali istituzionali, che certamente hanno pubblicizzato poco la riforma anche per via del mancato referendum confermativo, fino alle associazioni ambientaliste e in generale i media che si occupano di ambiente, i quali probabilmente non hanno sottolineato abbastanza l'importanza e le caratteristiche di tale riforma.

Sotto l’aspetto invece strettamente politico, anche nel caso delle tematiche ambientali, diverse norme già approvate o ancora all’esame del Parlamento ignorano o vanno il contrapposizione rispetto alla Costituzione e alle modifiche introdotte nel 2022.

Da parte di Governo e Parlamento è dunque necessario un vero e proprio cambio di rotta poiché, come sottolineato anche dal presidente del WWF Italia Luciano Di Tizio:

«In questi due anni abbiamo assistito ad iniziative politiche che mirano a depotenziare la tutela dell’ambiente e della natura e vanno quindi in totale contrapposizione con il dettato costituzionale uscito dalla riforma del febbraio 2022».

Immagine di copertina: greenreport.it