A few degrees more. Al Leopold Museum i gradi della temperatura fanno inclinare i dipinti

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Da molto tempo gli scienziati parlano di cambiamento climatico, mettendoci in guardia rispetto ai possibili effetti che questo potrebbe avere sul Pianeta e sull’umanità che ne risiede. Nonostante si tratti di una realtà concreta e visibile in molte parti della Terra, tale cambiamento si sta verificando in modo graduale ed eterogeneo, risultando agli occhi di molti un fenomeno astratto, impercettibile, ancora troppo lontano per essere considerato una minaccia.

Per questo, giovani attivisti per l’ambiente hanno iniziato a protestare contro questa indifferenza, manifestando il loro disappunto imbrattando monumenti e opere artistiche di valore. Tra i bersagli di queste azioni è stato coinvolto anche il Leopold Museum, luogo sito nel Museumquartier a Vienna, in cui è custodita una delle più grandi collezioni di arte moderna austriaca, tra cui le opere di Egon Schiele, Gustav Klimt, Oskar Kokoschka.

Dopo le inaspettate proteste, proprio in questo museo nasce una campagna di comunicazione ambientale a cui nessuno ancora aveva pensato: la mostra A Few Degrees More“, per dimostrare l’effetto irreversibile che l’aumento delle temperature può causare agli ecosistemi.

Paesaggi di infinita bellezza, dipinti nelle opere di Schiele, Klimt, Courbet e altri artisti, sono stati affissi alle pareti del museo inclinati di tanti gradi quanti i gradi Celsius di cui si prevede l’aumento di temperatura, nei prossimi decenni, nel preciso luogo raffigurato.

Durante la mostra è possibile vedere Setting Sun di Egon Schiele, inclinato di 5°, a dimostrazione dell’aumento delle temperature in Europa Centrale entro il 2100, con effetti devastanti soprattutto nelle aree alpine.

Allo stesso modo, l’opera di Courbet Coastal Landscape ci mostra le scogliere di gesso della Normandia, un meraviglioso paesaggio nordico in pericolo, a causa dell’innalzamento dei mari che potrebbe rendere questi luoghi ostili alla vita umana.

Gustav Klimt, in On lake Attersee, dipinge le onde del mare magistralmente, realizzando un paesaggio incantevole. L’opera, inclinata di 2° ci ricorda anche in questo caso le gravi conseguenze di un elevato livello delle acque dei mari.

Motif of Venice di Marie Egner ci porta in Italia, a Venezia. Il dipinto inclinato di 4° mostra come questa città, di straordinaria ricchezza di scenari suggestivi, potrebbe in futuro subire inondazioni e tempeste.

Qui alcuni esempi delle quindici opere che fanno parte della mostra, ideata per parlarci del cambiamento climatico in atto, attraverso lo sguardo posto in una differente prospettiva, nella speranza che l’arte, da sempre veicolo comunicativo capace di estrapolare bellezza e fermarla nel tempo, possa ora essere vista non come qualcosa da distruggere o come un bersaglio di protesta, ma come una pratica che da sempre cattura la realtà per elevarla e darle valore, una realtà mutevole a cui essa si adatta e ne delinea le forme, così da mostrarci il mutamento della Terra di cui facciamo parte.

I dipinti inclinati si fanno doppiamente opera artistica per dare a tutti noi la possibilità di riassestarli, solo attraverso un faticoso impegno rivolto all’ambiente in pericolo.

Chi non potrà partecipare di persona alla mostra, avrà comunque la possibilità di una visita virtuale coinvolgente, attraverso il portale online ideato dal museo, in cui vengono mostrate le opere, contestualizzando il luogo raffigurato, la problematica ambientale legata a esso e il cambiamento attuabile per evitare questo scenario futuro.

Immagine di copertina: REUTERS/Leonhard Foeger