Rén collective: verso una moda rigenerativa, inclusiva e collaborativa

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Reinvent, Educate, Network: questi i fondamenti sui quali si basa l’evoluzione della moda per i professionisti che fanno parte di Rén collective. Abbiamo approfondito il progetto grazie a Francesca Mitolo e Sara Cavagnero, co-fondatrici del collettivo composto da un team multidisciplinare e che lavora per la community da vari Paesi.

Introduzione: la mission del progetto, come operate e a chi si rivolge.

rén collective è un’associazione non-profit a supporto di brand, micro imprese, professionisti e studenti che vogliono integrare pratiche sostenibili nella propria attività o formazione. 

Collabora con istituzioni nazionali e internazionali come il Senato Italiano, ERCEA l’ente di ricerca dell’Unione Europea e le Nazioni Unite, in particolare l’organo che si occupa di contrastare il cambiamento climatica (UNFCCC).

Il team è composto da professionisti con diversi background maturati sia in piccole realtà che in aziende strutturate: dall’assistenza legale al design, dallo sviluppo prodotto al marketing, dalla supply chain al digital design.

Le nostre attività sono fruibili per i nostri associati sul portale rencommunity.org, dove sottoscrivendo una quota annuale è possibile creare il proprio profilo utente. Il portale è concepito come uno spazio di informazione, network e mentoring per chi ha deciso di fare della moda responsabile la propria professione. Realizziamo anche consulenze personalizzate e creiamo eventi in presenza. Inoltre, sui social e sul sito diamo informazioni aggiornate per tutte e tutti.

Soprattutto oggi, quali sono i canali e gli strumenti più efficaci per diffondere questi principi e creare una nuova coscienza “responsabile” in un settore come quello della moda?

Credo che ogni strumento sia giusto se funzionale alla persona che lo utilizza. Webinar, post, dirette Instagram, web magazine specifici del settore, podcast, talk, eventi in presenza. L’aspetto più importante da tenere in considerazione è chi offre questi contenuti, perché ad oggi ci sono molte informazioni presenti sul web e vanno sempre verificate le fonti. Si corre il rischio di leggere informazioni non complete e fuorvianti, sempre meglio accedere a fonti autorevoli e chiedere sempre quando qualcosa non ci è chiaro.

Come si consolida la credibilità di un brand/azienda che abbraccia un percorso di moda sostenibile?

Dal mio punto di vista, le possibili strategie sono molteplici e includono (alternativamente o congiuntamente):

  • Trasformazione in società benefit, con cambio dello statuto e inserimento di obiettivi non economici (ambientali o sociali), oltre alla redazione della relazione annuale;
  • Adozione di un codice etico, documento di carattere programmatico che rappresenta la “Costituzione” di un’impresa;
  • Redazione di un bilancio di sostenibilità, con stesura puntuale delle attività condotte;
  • Documentazione trasparente di azioni condotte per il supporto all’ambiente o alla comunità (es. versamenti effettuati, spiagge pulite e kg di plastica raccolti, ecc.);
  • Racconto trasparente delle persone che compongono la filiera.

Sono, invece, più scettica sul tema certificazioni che, a mio parere, fotografano solo alcuni aspetti della filiera e non raggiungono necessariamente l’obiettivo di rendere l’impresa più virtuosa, nel suo complesso.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Sicuramente continueremo a collaborare con le Istituzioni per portare la voce dei nostri associati durante le consultazioni nazionali e internazionali. Abbiamo iniziato a collaborare per The Circle book 3: il progetto unisce competenze produttive, introduce l’utilizzo di tecnologie sostenibili per ridurre gli sprechi durante la produzione e crea una tracciabilità dei capi da fibra ad abito finito. Leggerete alcuni nostri articoli sul portale di informazione della moda sostenibile OOF.

Continueremo con le attività per i nostri associati, ampliando sicuramente la parte di consulenze personalizzate. Ci piacerebbe poter iniziare un progetto di formazione nelle aziende – è uno dei nostri obiettivi che in parte già realizziamo ma che vorremmo implementare con altre realtà del settore.

Francesca Mitolo: fashion designer specializzata in moda sostenibile, fondatrice del brand teeshare e co fondatrice di rén collective
Sara Cavagnero: avvocato e Dottoranda, Diritto della Moda e IP e co fondatrice rén collective
Website: www.rencollective.org
rén community: www.rencommunity.org
Ig: @ren_collective
Fb: @Ren.collective 
LInkedin: www.linkedin.com/company/ren-collective