L’Orso e la formica, un viaggio tra scienza ed emozione

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L’Orso marsicano rischia l’estinzione, la sua protezione è un imperativo: al via la nuova campagna di sensibilizzazione del Parco Nazionale d’Abruzzo

È forse una delle specie più simboliche della nostra penisola. Emblema della coesistenza uomo-natura ed orgoglio degli sforzi di conservazione. Stiamo parlando dell’Orso marsicano, il plantigrado endemico del centro Italia la cui popolazione, di appena 50 individui, è ubicata interamente entro i confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Ed è proprio a tutela dell’Orso che, nel 1923, questo ente fu fondato. Da quell’anno ad oggi, l’impegno atto a salvaguardare questa specie unica non si è mai arrestato. Tuttavia, i numeri non sono ancora a suo favore. L’estinzione è in agguato: secondo la IUCN, infatti, il suo stato di conservazione è da considerarsi critico.

Soprattutto per questo motivo il Parco ha dato il via ad un nuovo progetto: L’Orso e la formica. Aumentare la consapevolezza delle persone, far comprendere le peculiarità della specie, stimolare interesse al fine di capire necessità e problematiche, sono i principali obiettivi dell’iniziativa. «Il progetto prevede – scrivono gli autori – una serie di prodotti di comunicazione redatti a partire da informazioni scientifiche approfondite dalle esperienze dirette. Il tutto veicolato da immagini entusiasmanti ed evocative». In sostanza, far conoscere l’Orso per salvarlo, ma non solo. Chi è? Dove vive? Qual è il suo rapporto con l’uomo? Sono solo alcune delle domande a cui si può trovare risposta entrando nel sito del progetto. La pagina web dedicata, di tutto rispetto in termini grafici e comunicativi, è infatti anche una piattaforma esaustiva e scientificamente autorevole in quanto a contenuti. Nelle varie sezioni, l’ecologia dell’Orso è descritta con dettaglio senza annoiare. L’interesse viene stimolato e molte curiosità colmate.

«A partire dal nome – spiegano gli autori – l’iniziativa vuole evidenziare gli innumerevoli legami, spesso sconosciuti, tra il plantigrado e le altre specie di cui si nutre o con cui condivide il proprio mondo». E a proposito del perché del progetto aggiungono: «L’opportunità di fare comunicazione su tematiche ambientali viene spesso lasciata al controllo elusivo dei media generici e al crescente numero di social network. È fondamentale e doveroso, quindi, fornire strumenti sempre più affidabili di informazione per una divulgazione corretta su questa specie e il contesto in cui essa vive».