Una petizione per negare la scienza del clima

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Envi.info, portale che da anni è impegnato nel dare notizia di campagne di comunicazione ambientale in termini di esempi virtuosi, ripropone oggi il post apparso sul blog Climalteranti, spazio mediatico gestito da scienziati del clima e comunicatori di questo tema così cruciale. Perché “sembrerà incredibile”, come dice il team di Climalteranti sin dalle prime righe, ma ci sono scienziati – o sedicenti tali – che ancora non credono nella corresponsabilità dell’uomo sull’aumento delle temperature del pianeta e non paghi di questo negazionismo, hanno lanciato una petizione per disconoscere decenni di letteratura scientifica sull’argomento.

Il post originale si trova qui.

Sembrerà incredibile, ma alcuni docenti ed ex docenti universitari hanno lanciato una delirante petizione sul clima in cui si negano decenni di scienza del clima e si riciclano i soliti vecchi argomenti del negazionismo climatico.

Mentre la comunità scientifica mondiale continua a sfornare pubblicazioni di grande spessore e importanza sul riscaldamento globale in corso e atteso per il futuro (per esempio qui e qui), alcuni docenti universitari italiani  hanno scritto e stanno facendo girare una petizione in cui concludono che sarebbe unicamente la natura e non l’uomo a governare il clima. Ne abbiamo ricevuto una copia, e abbiamo verificato che, ovviamente, la petizione contiene molti errori e falsità, nonché molte delle tesi senza fondamento già proposte da Franco Battaglia e Nicola Scafetta, più volte confutate anche su Climalteranti.

Nello spirito di servizio che anima questo blog, rendiamo disponibile qui la petizione con l’analisi dei principali errori.

 

l’anidride carbonica non è un agente inquinante

Sbagliato: l’anidride carbonica, pur non essendo causa diretta di patologie come altri inquinanti (gli ossidi di zolfo e azoto, per esempio, e molti altri), può essere considerata comunque un inquinante perché, in concentrazioni eccessive, determina impatti ambientali diretti e indiretti: aumentando l’effetto serra naturale determina un aumento delle temperature, un’alterazione del ciclo idrologico, e quindi danni per la salute umana, l’agricoltura, la biodiversità, ecc; inoltre provoca l’acidificazione degli oceani (spiegazione estesa qui). La presenza di CO2 non è mai stata così alta negli ultimi milioni di anni e il suo aumento costante è legato essenzialmente all’uso dei combustibili fossili e alla deforestazione.

 

basate sull’illusoria pretesa di governare il clima”:

Sbagliato: “governare il clima” è un concetto confuso e impreciso, un espediente retorico che sembra negare una conclamata evidenza scientifica, ossia il legame – questo sì inconfutabile – fra le emissioni antropiche di gas serra e il riscaldamento globale. L’unica “pretesa” di chi chiede di ridurre le emissioni è quella di evitare che i cambiamenti climatici portino ancora maggiori impatti sul pianeta, sugli umani e le altre specie viventi, alcuni dei quali potenzialmente irreversibili per i tempi dell’esperienza umana.

 

Questa è la tesi del “riscaldamento globale antropico” promossa dall’Intergovernmental Panel on ClimateChange (IPCC) delle NazioneUnite.”

Sbagliato: l’IPCC non “promuove” la teoria del riscaldamento globale, ma si limita (si fa per dire…) ad analizzare e riassumere la letteratura scientifica mondiale, che conferma in decine di migliaia di pubblicazioni scientifiche (molte delle quali antecedenti l’istituzione dell’IPCC), l’influenza delle attività umane sul riscaldamento globale.

Quella del riscaldamento globale causato dalla CO2 antropica è però solo una congettura non dimostrata, ma dedotta da alcuni modelli climatici che sono complessi programmi al computer chiamati General Circulation Models”.

Sbagliato: l’affermazione è clamorosa, soprattutto se si pensa che l’impatto dei gas serra, e dell’anidride carbonica in particolare, era già stato calcolato dallo scienziato svedese Svante Arrhenius in un suo articolo pubblicato nel 1896. Da allora i contributi teorici e le evidenze sperimentali si sono sommati. I modelli non simulano soltanto il riscaldamento globale causato dalla concentrazione atmosferica di CO2 e la sigla GCM (mutuata dalla meteorologia), sta anche per “Global Climate Models” o “Global Coupled Model”. I modelli attuali includono molte componenti del sistema climatico (oceani, terraferma, ghiacci, vegetazione ecc.) e per questo vengono chiamati “Climate System Models”, “Community Climate System Models” o “Earth System Models”. Inoltre, l’importanza fondamentale delle attività umane sul riscaldamento globale è mostrata da modelli diversi dai GCM, ed è anche comprovata dall’applicazione di modelli basati su approcci radicalmente differenti, si veda ad esempio qui o qui.

la letteratura scientifica ha messo sempre più in evidenza l’esistenza di una variabilità climatica naturale che questi stessi modelli non sono in grado di riprodurre

Sbagliato: seppur ci siano inevitabili incertezze nel descrivere la variabilità del sistema climatico, il contribuito delle forzanti naturali è irrisorio, come è riportato nel Sommario per i decisori politici del Quinto rapporto sul clima dell’UPCC (punto D3): “I gas serra hanno contribuito al riscaldamento superficiale globale medio in un range probabile di 0,5 °C – 1,3 °C nel periodo 1951-2010, con il contributo di altre forzanti antropogeniche, compreso l’effetto di raffreddamento degli aerosol, che è probabile ricada nell’intervallo da -0,6 °C a 0,1 °C. È probabile che il contributo da forzanti naturali sia compreso nell’intervallo da -0,1 °C a 0,1 °C e che quello della variabilità interna naturale sia probabilmente compreso anch’esso nell’intervallo da -0,1 °C a 0,1 °C. Considerati nel loro complesso, questi contributi stimati sono coerenti con il riscaldamento osservato, approssimativamente tra 0,6 °C e 0,7 °C durante questo periodo”.”.

 

Tale variabilità naturale spiega una parte consistente del riscaldamento globale osservato nell’ultimo secolo”.

Sbagliato – congettura non dimostrata. La variabilità naturale non può spiegare il riscaldamento globale dell’ultimo secolo, ma solo l’entità del “rumore” che si sovrappone al “segnale” di riscaldamento dato dai gas serra.

 

numerose osservazioni climatiche mostrano che i modelli di simulazione non riproducono la variabilità naturale osservata del clima e, in modo particolare, non ricostruiscono i periodi caldi degli ultimi 10.000 anni precedenti all’attuale, i quali si sono ripetuti ogni mille anni circa.

Sbagliato – congettura non dimostrata: le ricostruzioni delle temperature degli ultimi 10.000 anni non mostrano affatto periodi caldi ripetuti ogni 1000 anni.

D’altra parte, i modelli di simulazione mostrano una variabilità molto simile a quella naturale, del resto riprodotta altrettanto bene da modelli a reti neurali solo quando sono alimentati dalle concentrazioni di gas serra effettive.

 

Questi periodi includono il ben noto Periodo Caldo Medioevale, il Periodo Caldo Romano ed in genere ampi periodi caldi durante l’Ottimo dell’Olocene tra i 9000 e i 6000 anni fa. Questi periodi del passato sono stati anche più caldi del periodo presente”.

Sbagliato – congettura smentita: Il Periodo Caldo Medioevale e il Periodo Caldo Romano non sono stati affatto più caldi di oggi, come mostrato da molte ricostruzioni delle temperature, ed hanno riguardato solo alcune zone del globo. Mentre non si può escludere che in alcune zone per periodi limitati le temperature siano state elevate come oggi, nel complesso in nessuno di quei due periodi il pianeta fu più caldo di oggi.

 

Molti studi hanno dimostrato che queste grandi oscillazioni climatiche del passato sono strettamente correlate ai cicli millenari dell’attività solare. Questi effetti non sono riprodotti dai modelli.”

Sbagliato – congettura smentita: i cicli millenari dell’attività solare non sono strettamente correlati all’andamento delle temperature degli ultimi 10.000 anni. Diversi studi hanno mostrato come il Sole non abbia avuto alcun influsso fondamentale sul riscaldamento globale. Sono disponibili molti studi recenti (si veda ad esempio qui), ma già nel giugno 2007 un corposo lavoro (Lockwood e Frohlich, 2007), che analizzò gli studi pubblicati e valutò le possibili influenze del Sole sul clima della Terra, concluse in modo chiaro:

Il Sole ha avuto una chiara influenza sul clima nel periodo preindustriale e ha avuto un’influenza percepibile nella prima metà del XX secolo. Il rapido aumento delle temperature osservato dopo il 1985 non può essere attribuito alla variabilità solare, qualsiasi sia il meccanismo considerato e in qualsiasi modo si pensi che la variazione solare possa essere amplificata. Tutti i parametri del Sole che possono avere un’influenza sul clima negli ultimi 20 anni sono andati in una direzione opposta a quella richiesta per spiegare l’aumento osservato delle temperature medie.

 

Il riscaldamento osservato dal 1900 è in realtà iniziato nel 1700, cioè al minimo della Piccola Era Glaciale (corrispondente a quel minimo millenario di attività solare che gli astrofisici chiamano Minimo solare di Maunder), il periodo più freddo degli ultimi 10.000 anni.

Sbagliato – congettura smentita: le ricostruzioni delle temperature degli ultimi secoli non mostrano l’inizio del riscaldamento nel 1700. Gli anni tra il 1700 e il 1800 mantengono temperature sostanzialmente senza tendenze, e con elevate variazioni interannuali.

 

Da allora a oggi l’attività solare, seguendo il suo ciclo millenario, è aumentata riscaldando la superficie terrestre

Sbagliato – congettura smentita: non esiste traccia di un ciclo millenario dell’attività solare, la quale cala dagli anni Settanta in corrispondenza con l’impennata del riscaldamento globale.

Va ricordato che i modelli che considerano le cause e gli effetti mostrano come dagli anni ’60 del secolo scorso vi sia un “disaccoppiamento causale” tra attività solare e temperature. Inoltre, se la causa dell’aumento della temperatura fosse l’aumento dell’attività solare si avrebbe anche un riscaldamento della stratosfera, che invece si sta raffreddando in modo coerente con l’aumentato effetto serra legato all’uso dei combustibili fossili e con il riscaldamento della troposfera.

 

i modelli falliscono nel riprodurre le oscillazioni climatiche osservate con cicli di circa 60 anni. Queste sono state responsabili, ad esempio, di un periodo di riscaldamento (1850-1880) seguito da un periodo di raffreddamento (1880-1910), da un riscaldamento (1910-40), ancora da un raffreddamento (1940-70), e da un nuovo periodo di riscaldamento (1970-2000). E gli anni successivi (2000- 2019) hanno visto non l’aumento previsto dai modelli di circa 0.2°C per decennio, ma una sostanziale stabilità climatica che è stata sporadicamente interrotta dalle rapide oscillazioni naturali dell’oceano Pacifico equatoriale conosciute come l’El Nino Southern Oscillation, come quella che ha indotto il riscaldamento momentaneo tra il 2015 e2016.”

Sbagliato – congettura ridicola: questi fantomatici cicli di 60 anni non esistono nei dati.

Al contrario, i modelli ben descrivono la tendenza dell’aumento delle temperature, senza dover introdurre arbitrariamente “sporadiche interruzioni” e “riscaldamenti momentanei”. Definire poi “sostanziale stabilità climatica” il fatto che, nei primi diciannove anni del XXI secolo, diciotto di essi siano nella classifica dei diciannove anni più caldi… beh, ci vuole coraggio!

 

riguardo i cicloni Atlantici tropicali abbattutisi sul Nord America, se si considerano i dati dal 1880, in essi appare una forte oscillazione di 60 anni, correlata con l’oscillazione termica dell’oceano Atlantico chiamata Atlantic Multidecadal Oscillation”

Sbagliato – congettura non dimostrata. È vero che esistono variazioni climatiche multi-decennali nel Nord Atlantico, ma autorevoli lavori sul tema mostrano una “crescente tendenza dell’attività degli uragani durante l’era industriale”, pur se “l’attività degli uragani contemporanea non ha superato l’intervallo di variabilità climatica naturale stimato durante l’ultimo millennio”.

 

Tutte le evidenze suggeriscono che questi modelli sovrastimano il contributo antropico e sottostimano la variabilità climatica naturale, soprattutto quella indotta dal sole, dalla luna e dalle oscillazioni termiche oceaniche.

Sbagliato – congettura non dimostrata: la variabilità climatica indotta dal sole e dalla luna non è sottostimata. Poi saremmo tutti quanti curiosi di conoscere quale sia la variabilità indotta dalla luna sull’andamento della temperatura globale

 

“…bisogna essere consapevoli che il metodo scientifico impone che siano i fatti, e non il numero di aderenti, che fanno di una congettura una teoria scientifica consolidata. Ci sono state anche petizioni sottoscritte da migliaia di scienziati che hanno espresso dissenso con la congettura del riscaldamento globale antropico. Tra queste si ricordano, quella promossa nel 2007 dal fisico F. Seitz, già presidente della National Academy of Science americana e quella promossa dal Nongovernmental International Panel on Climate Change (NIPCC) il cui rapporto del 2009 conclude che «La natura, non l’attività dell’Uomo, governa il clima».

Falsità: Frederick Seitz ha fatto parte, come dimostrato da varie inchieste giornalistiche, di un gruppo di scienziati pagati profumatamente per difendere di volta in volta le posizioni della grande industria sugli argomenti più scabrosi; a partire dal tabacco per finire con il clima (si veda qui e qui). La principale petizione è quella lanciata nel 1998 dal chimico Arthur Robinson e figlio, dall’astrofisica Sallie Baliunas e dall’ingegnere Willie Soon, a nome di una piccola organizzazione dal nome Oregon Institute of Science and Medicine creata da Arthur Robinson. Oltre allo scetticismo sul riscaldamento globale, promuoveva la vendita di un kit per l’home-schooling rivolto ai “genitori preoccupati per la diffusione del socialismo nelle scuole” e vari libri su come sopravvivere alla guerra nucleare.

La scarsa credibilità di quella vecchia petizione è anche legata al fatto che dei 32.000 sottoscrittori solo 39 dichiarano di occuparsi di clima per motivi professionali, e fra gli altri erano presenti persone con un titolo di studio ma non esperte di clima, persone con lauree autocertificate, persone irreperibili o con nomi di defunti, personaggi di serie televisive o cartoni animati, soubrette, ecc. Inoltre Seitz, presidente del famigerato George Marshall Institute, aveva accompagnato l’invito a firmarla con un articolo degli autori della petizione, impaginato come quelli dei PNAS, la rivista della National Academy of Sciences che denunciò il falso in un comunicato stampa.

Il “rapporto NIPCC” del 2009 è oggi noto come una delle tante operazioni di disinformazione promosse dall’Heartland InstituteHeartland Institute, nonché per la quantità di errori e falsità contenute.

 

Conclusione

La recente “petizione sul riscaldamento globale antropogenico” è qualcosa che rasenta il ridicolo, e che come tale meriterebbe di rimanere confinata nell’oblio, spazzata via dai fatti e dalle evidenze scientifiche, come ampiamente dimostrato in questo post. Tuttavia, ci rendiamo conto di come il web sia sempre più un vettore di bufale e fake news, pertanto nello spirito che anima questo blog abbiamo ritenuto di dover intervenire ancora una volta, a supporto di chi cerca informazioni corrette.

Non possiamo a tal proposito non sottolineare come sei dei sette promotori della petizione (due geologi, due fisici, un economista e un geografo) non dispongano di pubblicazioni scientifiche nel campo della climatologia (come facilmente verificabile consultando banche dati scientifiche come Scopus o Web of Science), mentre il settimo è stato autore di tante pubblicazioni – su riviste minori – con teorie sempre diverse e in sostanza ignorate dalla comunità scientifica.

 

PS

Abbiamo verificato in seguito che la petizione è stata pubblicata online sul sito web dell’ASTRI (Associazione di Scienziati e Tecnologi per la Ricerca Italiana), con diverse modifiche non sostanziali rispetto al testo sopra riportato (es. modifiche delle date dei picchi dell’Atlantic Multidecadal Oscillation o dell’anno da cui sarebbe iniziata la diminuzione del numero dei cicloni…).

 

Testo di Stefano Caserini, Claudio Cassardo, Claudio della Volpe, Mario Grosso, Gabriele Messori, Elisa Palazzi, Sylvie Coyaud.

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