Tunisia: Non sprecare? Un gioco da ragazzi!

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L’ufficio regionale del Medio Oriente e dell’Africa del Nord, afferente alla FAO, ha tenuto un corso di formazione per diversi insegnanti delle scuole di Tunisi al fine di sensibilizzare riguardo al tema dello spreco alimentare ed  elaborare la prima guida tunisina sulle buone pratiche per la sua riduzione.

Uno studio pubblicato alla fine dello scorso anno, condotto dall’Istituto Nazionale dei Consumi (INC), ha infatti stimato il valore dello spreco alimentare tunisino in 572 milioni di dinari all’anno (circa 190 milioni di euro), equivalente al 5% delle spese alimentari del Paese nordafricano. Al contempo, il 4,9% della popolazione (600 mila tunisini) soffre di cattiva o scarsa alimentazione.

Finiscono nella spazzatura soprattutto pane (113 mila tonnellate) e farine (686 mila tonnellate) che in Tunisia è possibile acquistare grazie a sussidi statali. Inoltre, non vengono consumati circa il 13% dei pasti preparati nelle mense universitarie, nei ristoranti e nelle strutture alberghiere. Il fenomeno non risparmia poi i grandi centri commerciali e i supermercati che gettano l’equivalente di un milione di euro l’anno di prodotti alimentari.

Questi dati statistici sulla proporzione delle perdite alimentari hanno dunque innescato un campanello d’allarme nelle autorità statali, dato che l’entità degli sprechi, nell’area nordafricana e mediorientale, sfiora i 200 chili all’anno a persona.

L’iniziativa che vede la FAO come capofila e che si prefigge di insegnare il valore del cibo alle giovani generazioni tunisine è stata, dunque, accolta con il favore di Tarek Ben Jazia, direttore dell’INC che ha dichiarato: “Questi insegnanti giocheranno un ruolo essenziale per la sensibilizzazione di oltre 2400 alunni, in vista della partecipazione al concorso nazionale di disegno contro gli sprechi alimentari, lanciato in collaborazione con la FAO, l’Istituto nazionale dei consumi, il ministero dell’Agricoltura delle Risorse idriche e della Pesca e il ministero dell’Educazione. Voglio segnalare inoltre l’importanza di creare dei legami all’interno del corpo insegnanti allo scopo di educare i bambini sulle questioni relative al consumo e alle perdite alimentari.”

Così come dichiarato dal Dott. Flavio Lovisolo, responsabile della Sede Regionale dell’AICS a Tunisi: “Gli sprechi alimentari sono un’altra faccia della sicurezza alimentare. Non sprecare alimenti vuole dire valorizzare le produzioni agricole e permettere a più gente un più facile accesso al cibo.” Risulta dunque essenziale un lavoro di sensibilizzazione che parta dalle fasce d’età più giovani e che si diffonda alle famiglie, cosicché si possa creare un circolo virtuoso che parta dalla riduzione degli sprechi e arrivi a una riduzione e ad uno smaltimento sostenibile di tutti i rifiuti.

Francesca Prandi

 

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