Come cambierà la comunicazione ambientale negli USA con Trump

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La mattinata del 9 novembre è cominciata per molti sotto schock. Non ci aspettava infatti una vittoria di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Invece il tycoon ce l’ha fatta, nonostante i suoi discorsi intrisi di rabbia e volgarità. Ora è interessante fare una previsione su come cambierà la comunicazione ambientale degli Stati Uniti nell’era Trump. Envi.info ha provato a raccogliere e tracciare un possibile futuro.

trump

Trump e la “bufala” del cambiamento climatico

Sappiamo che il cambiamento climatico è quel fenomeno che se non contenuto in tempo porterà al progressivo aumento delle temperature su scala globale, con effetti devastanti per l’intero pianeta. Lo dice la scienza. Dichiarare il contrario è un po’ come sostenere che la terra è piatta o che sia il sole a ruotare intorno a essa. Eppure c’è chi ancora nega che i pericoli per l’ambiente non provengano dall’uomo. Manco a dirlo, Donald Trump è tra i “negazionisti” del clima. Egli sostiene infatti che il climate change sia una bufala (e pure costosa!).

tweet trump

Come sintetizzato dall’International Business Times, le principali decisioni ambientali che Trump ha detto di voler adottare durante la sua campagna elettorale sono state:

  • cancellazione di molte delle politiche sul clima adottate dall’amministrazione Obama
  • ritiro degli impegni adottati con la COP21
  • chiusura dell’Agenzia Protezione Ambiente (EPA), le cui attività sono state descritte come una “disgrazia”
  • porre fine alla moratoria sull’estrazione del carbone, nonché incoraggiare l’utilizzo di gas naturale

Ma l’agenda COP21 è ormai intoccabile

Politiche piuttosto inquietanti, insomma. Ma non tutti sono d’accordo con questa lettura. Roberto Razero, per esempio, esperto italiano di cambiamenti climatici intervistato da Lifegate, sostiene che ormai i tempi sono cambiati, che non siamo più all’epoca di George W. Bush, il quale effettivamente una volta divenuto presidente aveva disatteso e stracciato il protocollo di Kyoto appena firmato dal suo Paese. Oggi c’è più sensibilità verso il tema e oramai l’agenda sui cambiamenti climatici è segnata, non è più possibile tornare indietro. Per cui, tralasciando quello che Trump può comunicare, nella pratica gli States dovranno impegnarsi nella riduzione delle temperature globali.

A questo punto non resta che augurarsi che Razera abbia effettivamente ragione.

Maurizio Bongioanni

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