Food for Thought: dagli Usa l’app che insegna ai bambini l’impronta ecologica del cibo

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logoilfattoalimentareInsegnare ai bambini il valore, non solo nutritivo, del cibo: nasce l’app per conoscere l’impatto climatico degli alimenti. L’applicazione si chiama Food for Thought, cioè “cibo per la mente”, ed è stata sviluppata dall’Università dell’Illinois. Nel dettaglio, i ricercatori hanno sperimentato uno strumento educativo rivolto a bambini e ragazzi, in grado di calcolare le proprietà nutrizionali dei cibi, insieme al loro impatto a livello di biosfera. Il dispositivo permette infatti di calcolare il consumo di risorse naturali necessario per produrre una certa pietanza, oltre che i suoi effetti sul clima dovuti alle emissioni di gas a effetto serra. L’app, destinata a un utilizzo nelle scuole, consente di analizzare le portate di un pranzo o di una cena, fornendo l’impronta di carbonio di ogni ingrediente e del pasto nel suo complesso. Per esempio, per una bistecca vengono indicati sia il numero di calorie sia la quantità d’acqua che occorre per la sua produzione.

Dal punto di vista didattico, lo scopo dell’applicazione è duplice: da una parte, rendere gli studenti consapevoli del cambiamento climatico e delle sue cause; dall’altra, mettere loro a conoscenza degli attuali sistemi di comunicazione. Gli studiosi dell’Università dell’Illinois hanno testato il funzionamento dell’app con vari gruppi di allievi. Dalla ricerca è emerso che mediante il supporto tecnologico di uno schermo multitouch da 55 pollici i giovani hanno manifestato un alto livello di coinvolgimento.

La notizia è stata data in Italia da Il Fatto Alimentare, quotidiano online attivo dal 2010. In generale il sito pubblica articoli su tematiche alimentari attenti a sicurezza, etichette, nutrizione, analisi dei prodotti e approfondimenti su prezzi. Il portale propone inoltre test comparativi tra merci italiane e prodotti stranieri. È anche presente una sezione che ospita i documenti redatti da varie agenzie per la sicurezza alimentare, come Efsa e Anse, nonché da istituzioni italiane quali ISS e Inra.

 

Redazione

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