Con il metodo “Greenopoli” l’ambiente diventa un gioco condiviso

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di Francesca Arru

Condivisione + sostenibilità = Greenopoli. Questa semplice equazione campeggia sulla home page dell’affascinante sito www.greenopoli.it: un portale che insegna, con poche facili regole, che il rispetto dell’ambiente può diventare un emozionante gioco quotidiano, per vivere meglio insieme agli altri.

L’assonanza con il celebre gioco da tavolo “Monopoli” non è affatto casuale anzi, è proprio dall’intuizione del messaggio che si cela dietro uno dei più famosi giochi del mondo che è nato tutto: il ricco vince tutto, il povero perde. Tralasciando il mero significato materialistico e considerando la ricchezza in termini di risorse per il Pianeta e per chi lo vive, ecco che il nuovo gioco gemello, “Greenopoli”, diventa un simpatico metodo da applicare alla radice di tutti i percorsi condivisi della collettività, dalla scuola, al lavoro, a tutti gli ambienti di socializzazione. “Greenopoli” significa “Città Verde”, o “Città di Speranza”, nell’idea originaria del suo creatore, il giovane Prof. Giovanni De Feo dell’Università di Salerno: “La parola d’ordine di “Greenopoli” è «condivisione». Si può giocare ovunque: al tavolo di un bar, all’angolo di una piazza, in un’aula scolastica, e così via. L’obiettivo è quello di condividere con gli altri giocatori le proprie conoscenze per crearne di nuove ed originali. Gli strumenti del gioco sono il dialogo, il ragionamento e la democrazia deliberativa”.

Gli esempi, riportati con chiarezza anche sul sito internet, sono molto efficaci: A scuola, all’inizio di una lezione in cui bisogna introdurre un nuovo argomento, l’insegnante comincia a spiegare in maniera frontale, con una trasmissione delle conoscenze dall’insegnante agli allievi, che non lascia quasi mai tempo a sufficienza per favorire una qualche discussione in aula. L’idea di Greenopoli, invece, si basa sulla convinzione che non è possibile prescindere da una preliminare condivisione delle conoscenze. Prima di provare a spiegare (o imparare) un nuovo argomento, bisogna appurare lo stato di partenza delle proprie conoscenze e ragionare insieme incoraggiando gli interventi dei singoli ed il dialogo collettivo. In questo modo si ha un flusso circolare di informazioni, gli allievi hanno tutto il tempo di maturare nuove conoscenze e, cosa più importante, di elaborare un proprio metodo di apprendimento e di analisi critica della realtà che li circonda. Il ruolo del formatore, quindi, muta per assumere le funzioni di “moderatore”. Lo stesso potrebbe accadere in un qualsiasi convegno, dove spesso capita che i relatori leggano in maniera assolutamente atonica un intervento scritto. “A farla ormai da padrone è il famigerato Power Point – spiega il Prof. De Feo – che consente al relatore superimpegnato di arrivare sempre all’ultimo secondo per arrampicarsi sugli specchi di una presentazione preparatagli quasi sempre da qualcun altro: una bella immagine, qualche effetto speciale ed è fatta! E invece non è fatto un bel niente perché l’uditorio si è annoiato e non ha capito niente!”.

La condivisione della conoscenza è talmente preziosa che sul portale di “Greenopoli” sono raccolti tanti spunti di riflessione legati all’ambiente, alla ecosostenibilità e alle varie tematiche connesse. Ma la parte più importante è quella attiva, e gli ideatori di “Greenopoli” continuano a “giocare” specie nelle scuole, dalle elementari alle superiori, proponendo metodi e giochi sempre diversi per affrontare temi importanti per la vita collettiva come quello della raccolta differenziata. “In tutti i casi, sono io ad aver imparato dai bambini. – afferma Giovanni De Feo – In futuro conto di scrivere un manualetto intitolato proprio “Il Metodo Greenopoli” rivolto soprattutto agli insegnati di scuole elementari e medie e il cui ricavato sarà devoluto a favore della causa dei bambini soldato dell’Uganda”.

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