Salviamo i ciclisti: la rivoluzione urbanistica proviene dal web

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di Silvia Musso

Sta divampando sul web, si è sviluppata dal basso e da poco meno di un mese sta raccogliendo migliaia di adesioni in tutta Europa.

È una vera e propria campagna di sensibilizzazione ambientale sull’uso della bicicletta che, lanciata sulla prima pagina del Times, a seguito di un tragico incidente che ha visto protagonista Mary Bowers, giornalista del quotidiano, investita sulla sua bicicletta da un camion a pochi passi dal posto di lavoro, è esplosa sui social network di tutta Europa.

La campagna si chiama “Cities fit for cycling“, tradotta in italiano con “Salva i ciclisti”, e prende spunto da un video che in sei minuti racconta di quando i Paesi Bassi erano soffocati dalle macchine e decisero di incentivare la costruzione di piste ciclabili. Sì perché la virtuosa Olanda non è nata con piste ciclabili incorporate, ma l’attuale configurazione urbanistica è frutto di un percorso di cittadinanza attiva che ha visto i cittadini olandesi impegnati in prima persona per modificare radicalmente i connottati delle proprie città. Con il boom economico successivo alla seconda guerra mondiale le città iniziarono ad essere invase dalle macchine, i vecchi palazzi distrutti per far posto a grandi arterie stradali. Negli anni settanta, però, sempre più cittadini iniziarono a protestare per gli “omicidi da traffico” e, complice la crisi petrolifera di quegli anni, il governo decise di cambiare il volto dei Paesi Bassi.

Quel movimento si sviluppò di casa in casa, con piccole manifestazioni nelle piazze fino a coprire tutta l’Olanda. Il movimento “Salva i ciclisti” è simile perché proviene dal basso, ma è aggiornato ai nostri tempi e alla tecnologia attuale. Sta dilagando, non più tra le case e le strade delle città, ma nelle piazze virtuali di mezza Europa usando il web come potentissimo veicolo di incontro.

Il manifesto “Salvaiciclisti”, caratterizzato da otto proposte minime per accrescere la sicurezza delle biciclette nelle città, è arrivato anche in Italia rilanciato da numerosi blog e siti. Su Facebook 34 blogger hanno creato una pagina ad hoc che conta già quasi 7.900 membri. L’obiettivo è porre in evidenza la problematica della sicurezza dei ciclisti sulle strade e sensibilizzare l’opinione pubblica sui numerosi incidenti, spesso mortali, che avvengono nelle nostre città – 2.556 le vittime di incidenti che hanno coinvolto i ciclisti negli ultimi 10 anni in Italia. La pagina Facebook intende inoltre coinvolgere le principali testate giornalistiche seguendo l’esempio del Times, presentare proposte e segnalare eventi.

L’iniziativa sta già raccogliendo i primi successi: numerosi organi di informazione ne parlano; è stato presentato un disegno di legge a firma di 61 parlamentari che riprende alcune delle proposte del manifesto; è stato creato un documento in dieci punti per gli amministratori locali.

Dal basso, spontanea, tecnologica: questi gli elementi di questa campagna di comunicazione che speriamo sia efficace come quella che negli anni settanta ha permesso quella rivoluzione urbanistica delle città olandesi cui tutti noi aneliamo.

2 commenti su “Salviamo i ciclisti: la rivoluzione urbanistica proviene dal web”

  1. Sicuramente ottimali le piste ciclabili, purche' con manutenzione e sorveglianza sull'utilizzo garantite, ma “su strada” servono condizioni aggiuntive:manto stradale sicuro anche x il “veicolo” bicicletta e educazione alla promiscuita' dell'uso della strada soprattutto x automobilisti che in bici non sono mai andati e non conoscono limiti e rischi del pedalare nel traffico. E poi bisognera' anche educare …i ciclisti! Disponibile x ulteriori contributi.Saluti cordiali Gianfranco Guazzone ( appassionato delle 2 ruote)

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