Eco-cimitero: anche l’aldilà si fa ecologico

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di Marzia Fialdini

In un periodo tradizionalmente associato al ricordo dei defunti, se ci si pone l’obiettivo primario per migliorare l’ambiente e il vivere ecologico, in ogni suo aspetto del quotidiano, allora dovremmo forse riflettere sul fatto che l’essere umano continua ad inquinare anche dopo la sua morte. In che modo? Può sembrare incredibile, ma ogni funerale rappresenta una vera e propria minaccia per l’ambiente: le bare sono spesso costruite con legname pregiato e vengono utilizzate vernici tossiche, i cimiteri necessitano di costose manutenzioni e vi è al loro interno un grande utilizzo di pesticidi per conservare freschi e intatti gli addobbi floreali.

La nuova frontiera dell’ecologismo passa quindi dal cimitero: la fine di una vita può rappresentare una nuova linfa per l’ambiente. A marzo dello scorso anno è stato inaugurato il primo cimitero ecosostenibile a Blackley, un piccolo comune vicino Manchester, città dell’Inghilterra centrale. In quest’area i corpi dei cari estinti sono stati collocati all’interno di bare biodegradabili, prive di sostanze cancerogene e le lapidi di marmo sono state sostituite da una pietra grezza o da un albero, su cui è stata incisa una cifra, in modo che i resti terreni siano univocamente rintracciabili. Inoltre, il carro funebre è diventato elettrico e non c’è più bisogno di giardinieri, perché la natura, facendo il suo corso, pensa a tutto. Nel Regno Unito in poco tempo i cimiteri ecologici hanno già raggiunto quota 228 unità.

In Olanda gli ambientalisti hanno invece proposto un’idea affascinante: far crescere un albero dalle proprie ceneri, contribuendo a dare nuova linfa al Pianeta. In Australia è stato inaugurato lo scorso 1° luglio un ecocimitero che potremmo definire per certi versi “rivoluzionario”: niente lapidi per registrare la posizione esatta e localizzare successivamente il defunto si usa il GPS. Il cimitero ecologico a impatto zero è il St. Francis Field (deve il suo nome a San Francesco di Assisi), presso il cimitero di Kemps Creek nella periferia ovest di Sydney. Attualmente ha una capienza di 300 persone, 300 veri e propri eco-defunti che ridurranno la loro impronta sull’ambiente in vita come in morte. Come? Tutto, all’interno del cimitero è naturale ed ecologico: dalle bare biodegradabili realizzate senza ricorrere all’impiego di sostanze chimiche e con un processo a zero emissioni, alla procedura di preparazione della salma che avviene senza impiegare conservanti e disinfettanti, agevolando in tal modo il riciclaggio naturale. L’uso di un sito è concesso per un periodo di 30 anni, trascorsi i quali si potrà rinnovare ulteriormente.

E in Italia? Nel nostro Paese già dal 2007 è possibile usare bare biodegradabili, ma sicuramente non sono tra le più diffuse. Nel 2010 invece per la prima volta è stato creato November Rain un oggetto di design da usare nei cimiteri che pone al centro dell’oggetto l’acqua: essa è vita, recuperarla, conservarla e riutilizzarla è un nobile gesto che ogni essere umano dovrebbe far proprio anche dopo la morte. November Rain è un progetto di Andrea Vecera per una tomba autosufficiente, che recupera l’acqua e la usa anche per generare l’elettricità necessaria all’alimentazione di un led.

La Natura ci ha dato la vita, sarà quindi giusto che il corpo, dopo essere stato sepolto, torni nuovamente a Lei, affinché il ciclo continui.

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