Carbonopoly: un nuovo modo di imparare giocando

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di Anna de Polo

Arriva dalla Svezia un nuovo gioco da tavolo basato sui concetti di energia, ambiente e sviluppo sostenibile: Carbonopoly, che reinterpreta in chiave ambientale il più famoso Monopoly. Inventato da Patrik Larsson, uno studente del KTH, The Royal Institute of Technology di Stoccolma, Carbonopoly è stato concepito per bambini e ragazzi delle scuole come forma di apprendimento attivo, integrativa ai libri di testo, ma può essere giocato anche in famiglia.

L’idea è quella di far conoscere il problema dell’energia e degli investimenti ecocompatibili alle nuove generazioni in modo divertente ed efficace. «Lo scopo principale del gioco -secondo le parole dello stesso Patrik Larssonnon è quello di giudicare o dare indicazioni specifiche riguardo all’utilizzo di certe fonti energetiche piuttosto che di altre, ma di accendere e alimentare la discussione sul tema dell’energia. Bisogna inoltre rilevare -aggiunge Larsson- che i destinatari principali del gioco sono i giovani. Penso che sia molto importante che essi si formino una loro personale opinione su ciò che sta avvenendo nel dibattito energetico».

Il gioco è stato collaudato e perfezionato nell’autunno 2009, in collaborazione con la Casa della Scienza, l’Accademia Reale delle Scienze e un certo numero di scuole nella regione di Stoccolma, e sarà sviluppato su scala più ampia nella primavera 2010. «Inizieremo un nuovo programma di ingegneria, energia e ambiente nell’autunno 2010 -ha dichiarato Per Lundqvist, professore del Dipartimento dell’Energia dell’Università di StoccolmaNoi infatti crediamo in questa forma di apprendimento come complemento di insegnamenti più tradizionali».

Carbonopoly funziona in modo simile al tradizionale Monopoly, solo che, invece di comprare strade ed edificare case ed alberghi, si costruiscono centrali elettriche e distretti cittadini. Ci sono sette tipi di centrali che sfruttano diverse fonti energetiche: carbonio, petrolio, uranio, vento, acqua, energia solare ed energia di fusione nucleare. I costi d’investimento variano da un tipo di centrale ad un altro, così come i profitti, che possono poi essere investiti nell’edificazione di quartieri e nello sviluppo del sistema dei trasporti. Si possono cioè comprare linee di autobus e treni e poi far pagare una tassa ai giocatori che ne usufruiscono. La valuta utilizzata dai giocatori è la moneta fittizia E; se un giocatore ne rimane sprovvisto può rivendere, alla metà del loro valore, alcuni dei suoi distretti o delle sue centrali, che tornano così allo “Stato” e possono essere acquistati da altri giocatori. Ci sono inoltre delle carte-opportunità, che permettono di vincere nuovi quartieri, e delle carte-domanda, che contengono 300 domande in materia di energia, ambiente e sviluppo sostenibile. In questo modo i ragazzi durante il gioco prendono familiarità con termini come permessi di emissione, investimenti climatici, energia eolica o del moto ondoso etc., concetti che ritroveranno nella loro vita quotidiana e potranno così comprendere meglio, acquistando una maggiore consapevolezza ambientale.

Alla fine il vincitore è colui che realizza il maggior profitto. Questo non è ottenuto investendo nel petrolio e cementificando selvaggiamente tutto il tavolo da gioco, ma attraverso fonti energetiche “pulite” ed investimenti sostenibili. «Infatti– come spiegato dallo stesso Larsson- in Carbonopoly investire nel carbone o nel petrolio comporta costi addizionali, come quelli previsti dal sistema di scambio dei permessi di emissione (Emission Trading System), e ritorni più bassi», per cui non dovrebbe essere conveniente. Resta il fatto comunque che anche in un gioco da tavolo concepito per educare le nuove generazioni la morale della favola sia sempre “vince chi ha più soldi”.

2 commenti su “Carbonopoly: un nuovo modo di imparare giocando”

  1. lo scambio dei permessi di emissione è considerato ascientifico, pericoloso ed autoreferenziale da un sempre maggio numero di scienziati e ricercatori: IL concetto di poter impattare localmente comprando un presunto diritto non solo distrugge gli ecosistemi locali ma innesca fenomeni truffaldini di vendita di bonus su boschi e foreste già esistenti. lA VISIONE ECONOMETRICA ED ANTROPOCENTRICA DEL GIOCO E' PALESEMENTE IMMORALE IN SENSO LAICO E PROFONDAMENTE IDIOTA; NON TUTTO è ORO QUEL CHE RILUCE IN SVEZIA

  2. gentile paolo, grazie per il tuo prezioso commento che arricchisce il blog e anima il dibattito su un argomento ricco di spunti. come redazione cerchiamo di recensisce le iniziative a cui vogliamo dare risalto in modo oggettivo. la nostra conclusione laconica lascia spazi interpretativi per lo più legati ad un modo tradizionale di concepire l’economia…

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