Investigastoro promuove l’acqua pubblica

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di Eleonora Anello

Possono un castoro e una piccola casetta contribuire a promuovere il consumo dell’acqua pubblica? Sì, se la casetta è una “Casa dell’Acqua” e il castoro è, in realtà, un fumetto utilizzato per comunicare con i cittadini, a partire dai più giovani.

Questa è l’esperienza di Alpignano (provincia di Torino) dove lo scorso 18 settembre è stata inaugurata la “Casa dell’Acqua”, una struttura coperta che eroga acqua potabile -sia liscia che gasata- proveniente dall’acquedotto cittadino gestito dalla SAP, società a capitale misto a maggioranza pubblica che gestisce questa preziosa risorsa sia per usi domestici che commerciali, industriali e agricoli.

Per accompagnare l’inaugurazione della “Casa dell’acqua” è stata realizzata anche una specifica campagna di comunicazione, basata appunto sul suddetto personaggio (denominato “Investigastoro”, in quanto castoro-investigatore esperto in materia e sempre alla ricerca di acque buone da bere) e comprendente diverse azioni: dal coinvolgimento dei media tradizionali al web 2.0, dalle affissioni al contatto diretto con gli utenti-consumatori.
Significativo il claim utilizzato: “Aiutare l’ambiente risparmiando? Facile come bere un bicchiere d’acqua”.

Obiettivo dell’iniziativa, oltre a promuovere l’uso domestico dell’acqua proveniente dall’acquedotto, è infatti anche la riduzione di rifiuti ed emissioni di CO2 derivanti dall’acquisto di acque in bottiglia, soprattutto in plastica.

Ne parliamo con Raffaele Barrina, presidente della SAP e principale promotore dell’iniziativa.

Perché avete scelto di installare una Casa dell’Acqua? È lo strumento giusto per promuovere l’acqua pubblica?
«Siamo partiti dalla constatazione che sull’acqua potabile esistono diversi luoghi comuni, creati soprattutto dai messaggi pubblicitari divulgati dalle acque minerali presenti sul mercato. Abbiamo cercato di sfatarli: non è vero, ad esempio, che l’acqua che si compra al supermercato sia migliore, per quanto riguarda gusto e sicurezza, rispetto all’acqua pubblica. La Casa dell’Acqua è lì apposta per dimostrarlo. Inoltre, per venire incontro anche a chi consuma acqua gasata (ed evitare alibi), abbiamo scelto di installare un rubinetto “con le bollicine” mentre, per assicurare una buona qualità del nostro prodotto, distribuiamo acqua che proviene direttamente da una delle condotte principali dell’acquedotto e quindi da un flusso continuo prelevato a 2 metri di profondità. Il tutto –inclusa quindi la Casa dell’Acqua- ha, pertanto, una funzione promozionale, oserei dire “di marketing”, relativamente al prodotto “acqua pubblica”».

Attorno all’inaugurazione della Casa dell’Acqua avete creato una campagna di comunicazione basata anche su un personaggio fumettistico: Investigastoro. Perché avete fatto questa scelta?
«Tra i destinatari della nostra iniziativa abbiamo privilegiato i giovani cittadini ovvero gli adulti di domanii. Abbiamo così deciso di puntare in particolar modo sulle scuole elementari e Investigastoro è il protagonista di un avvincente fumetto: ne vuole sapere di più sulla qualità e sulla provenienza dell’acqua dell’acquedotto. Così, con piglio scientifico, prima si documenta e verifica sul campo e poi trae le sue conclusioni, che ovviamente sono a favore del consumo dell’acqua “del sindaco”. Abbiamo cercato di coinvolgere il più possibile gli studenti con l’intento di educarli a un consumo critico e responsabile: con le loro insegnanti hanno anche interpretato il fumetto, uno strumento che ben si presta a questo tipo di attività».

Come stanno rispondendo i cittadini? Avete altre campagne in mente per il futuro?
«Molto bene. Lo confermano anche i dati a nostra disposizione: a una sola settimana dall’inaugurazione siamo passati a erogare da 400 a 600 litri di acqua gasata al giorno e, secondo le nostre stime, dovremmo stabilizzarci intorno agli 800. Anche il gruppo che si è formato su Facebook ha dato buoni riscontri; prossimamente sarà attivo un blog sul sito della SAP in cui i cittadini potranno parlare della loro esperienza perchè pensiamo che un commento fatto da un amico sia molto più affidabile e convincente rispetto ad un messaggio “formale” impartito da un’Istituzione. Inoltre, ho notato con piacere che la Casa dell’acqua sta diventando un vero e proprio luogo di aggregazione: alcune persone ormai vi si recano quotidianamente! Ciò vuol dire che i cittadini hanno compreso il messaggio veicolato dalla campagna, hanno cioè capito che con una loro azione quotidiana che non costa nulla ci guadagnano loro e l’ambiente. Tra qualche mese, verso dicembre, valuteremo se lanciare una nuova campagna per convincere i cittadini ad usare contenitori di vetro piuttosto che quelli in plastica. Per ora lasciamo loro il tempo di organizzarsi».

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