Non più il buio, ma la luce come prospettiva per il futuro

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Annalisa Audino e Francesco Rasero

Partita da Milano il 4 gennaio al motto di “Meglio Sole che male illuminati”, la fiaccola dell’energia pulita è arrivata ai Mercati Traianei di Roma lo scorso venerdì 12 febbraio, accolta da una grande folla che ha affrontato il freddo inverno (addirittura la neve, evento eccezionale per la capitale!) per partecipare alla sesta edizione di “M’illumino di meno”. In parallelo tanti altri, in tutta Italia, hanno aderito all’iniziativa lanciata dalla trasmissione “Caterpillar” di Radio2 Rai: spegnendo le luci, cenando a lume di candela, ma anche scoprendo forme di energia alternativa nelle piazze delle grandi città.

L’edizione 2010 dell’ormai celebre manifestazione si è data infatti come nuovo obiettivo quello di misurarsi con la green economy, adottando sistemi “puliti” per illuminarsi. Così a Genova sette piazze hanno ospitato installazioni creative a basso consumo; a Napoli si è svolto un reading di poesia in piazza Plebiscito, illuminata a torce fotovoltaiche come la sede della Regione Puglia a Bari; Bologna ha rischiarato con luci rinnovabili la Basilica di San Petronio; a Torino si è inaugurata la centrale idroelettrica dell’Environment Park.

“M’illumino di meno”, rilanciata anche da siti internet, programmi di altre radio, social network, laboratori e iniziative di piazza, è riuscita nuovamente a raggiungere una vasta parte della popolazione italiana: lo scopo di sensibilizzare sulle conseguenze di un consumo indiscriminato e preparare il terreno a nuove energie rinnovabili, è stato quindi raggiunto su tutto il territorio nazionale.
Associazioni, Enti e singoli cittadini hanno contribuito a organizzare tavole rotonde, concerti, attività e laboratori, facendo sì che il messaggio si potesse moltiplicare esponenzialmente e nei modi più originali. A contribuire al successo anche musica e fumetti, grazie all’inno della Banda Osiris e ai personaggi “gli Illuminati”, nati dalla matita di Gianfranco Enrietto.

«E’ stato un grande successo –ha dichiarato Filippo Solibello, conduttore di Caterpillar insieme a Massimo Cirri, entrambi membri del Comitato Scientifico di AICA (editore di questa testata)- Abbiamo festeggiato a Roma insieme a migliaia di persone e in tutta Italia con centinaia di migliaia di partecipanti: questo nuovo “M’illumino di meno”, vissuto non più solo spegnendo le luci, ma accendendone di virtuose, è stato davvero vincente. Visto che nel tempo abbiamo imparato a risparmiare, ora impariamo a produrre meglio e a pretendere energia pulita».

Lo conferma anche Lisa Tropea, della redazione di Caterpillar, che puntualizza: «Non abbiamo, per la prima volta, richiesto i dati sul calo di consumo di energia elettrica al gestore nazionale, perché l’ottica di “M’illumino di meno” da quest’anno è cambiata».

Avete scelto di rivoluzionare il vostro approccio, mettendo l’accento anche sull’utilizzo delle fonti alternative oltre al tradizionale “silenzio energetico”. Perché questo cambio di prospettiva?
«Volevamo innanzitutto far passare un messaggio comunicativo differente: non più il buio, ma la luce, come prospettiva per il futuro. Non certo per rinnegare le esperienze fin qui realizzate, ma per dare un segnale simbolico di speranza.
Inoltre, in sei anni, sono aumentate enormemente le possibilità di utilizzo delle cosiddette “energie pulite” da parte di tutti: abbiamo perciò scelto di provare a far sperimentare a tante persone, almeno per un giorno, l’utilizzo di fonti energetiche “altre”, in modo da rendersi conto che sono davvero a portata di mano
».

La forza del vostro messaggio è la sua potente carica simbolica: dalla marcia della torcia fotovoltaica (denominata “La Torcia su Roma”) alla grande sfera (forse la più grande lampadina, sette metri di diametro, finora mai illuminata da energie rinnovabili) che è stata accesa ai Mercati Traianei, grazie all’energia prodotta da cinquanta “eroici ciclisti”, coinvolti in una travolgente pedalata collettiva. E’ un modo per arrivare in modo più diretto a un pubblico ampio?
«“M’illumino di meno” si è sempre basata su atti simbolici: prima si trattava di spegnere la luce, oggi di provare a farla con mini-pannelli fotovoltaici o con torce a manovella. Nessuno di questi gesti, da solo, salverà il pianeta. Ma sono tutti modi per coinvolgere le persone, per ricordare che ognuno può dare un suo contributo effettivo, fare la sua parte».

Per la prima volta avete anche dato vita a un evento “catalizzatore”, quello di Roma…
«Anche qui volevamo provare a cambiare la prospettiva del messaggio lanciato agli ascoltatori: non più spegnere, ma illuminare; non rimanere a casa e staccare tutte le fonti di energia non indispensabili ma mobilitarsi e venire in piazza per dimostrare che si può produrre energia in modo pulito. “M’illumino di meno” continua comunque a fare della sua forza il coinvolgimento capillare di tutto il territorio nazionale, come dimostrano le migliaia di adesioni ricevute da ogni parte d’Italia e non solo».

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