Il 14 ottobre è stato l’International E-Waste Day, evento di sensibilizzazione sulla necessità di valorizzare al massimo i RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), attraverso il riciclo e l’economia circolare.
Tutti i RAEE contengono materie prime essenziali quali rame, alluminio, silicio, tungsteno, terre rare, le cosiddette materie prime critiche (CRM), necessarie per lo sviluppo delle tecnologie.
Esse sono presenti in tutti i dispositivi comuni, per esempio nei cavi e nelle schede, negli involucri e nei telai, nei circuiti stampati e nei display. Troviamo minerali di alto valore come palladio, tantalio, gallio in prodotti di uso quotidiano come laptop, touch screen, trapani elettrici, dispositivi medici.

La stato attuale dell’uso delle risorse
Il consorzio FutuRaM, finanziato dalla UE, ha presentato in occasione dell’International E-Waste Day 2025 il rapporto Critical Raw Materials Outlook for Waste Electrical and Electronic Equipment
Il report è una fotografia della situazione attuale dello sfruttamento di questi materiali e le loro potenzialità. Secondo quanto riportato, in tutta l’Ue sono stati generati 10,7 milioni di tonnellate di RAEE, 20 kg a persona, che contengono 29 materie prime critiche, per un peso di 1 milione di tonnellate di materie prime critiche. Dal trattamento conforme sono state ricavate però solo 400 mila tonnellate di CRM.
Da qui la proposta di FutuRaM di impegnarsi a creare una metodologia per mapparne i flussi per facilitare il loro recupero.
L’Europa dipende da paesi terzi per oltre il 90% delle sue materie prime critiche, ma ne ricicliamo solo alcune fino all’1%
Jessika Roswall, commissaria europea per l’ambient
Le potenzialità
Le prospettive future prevedono un aumento del volume di RAEE e di conseguenza anche l’aumento delle CRM in essi contenute. Secondo il rapporto, l’Europa potrebbe recuperare tra 0,9 e 1,5 milioni di tonnellate ogni anno. “Ogni chilogrammo che recuperiamo e qualsiasi dispositivo che ripariamo rafforza la nostra economia, riduce la nostra dipendenza e crea nuovi posti di lavoro” ha detto Kees Baldé, specialista scientifico UNITAR SCYCLE, coordinatore scientifico del progetto FutuRaM.
Il ruolo dei consumatori
Un ruolo fondamentale è affidato ai consumatori, che custodiscono nei cassetti di casa molti apparecchi. Secondo uno studio studio del Forum RAEE e dell’UNITAR le famiglie possiedono in media 74 articoli AEE (escluse lampade e apparecchi), di cui 61 in uso, 9 accumulati ma funzionanti e 4 non funzionanti. La massa totale è di 90 milioni di tonnellate, di cui 7 milioni sono accumulati e funzionanti e 3 milioni sono accumulati e rotti.
Dunque, evitare dispersioni e incentivando il corretto avvio al riciclo di tutti i RAEE potrebbe essere un grande contributo all’economia circolare, per favorire una riduzione dei rifiuti, e la trasformazione per un nuovo impiego.
Allo stesso tempo, l’UE potrebbe rendersi indipendente da altri paesi per l’approvvigionamento di materiali indispensabili per l’industria tecnologica, in un contesto geopolitico attualmente instabile.