BioVariance, la prevenzione che fa bene alla salute e all’ambiente

| scritto da |

Pensando all’inquinamento, difficilmente colleghiamo la questione alla salute. Eppure, secondo recenti analisi internazionali, il settore sanitario è responsabile di circa il 5% delle emissioni globali di CO₂, un dato che ci deve far riflettere sull’importanza della prevenzione come strategia ecologica.

BioVariance GmbH, azienda tedesca innovativa nel campo delle analisi predittive e della diagnostica preventiva, punta a ridurre l’impatto ambientale generato dal sistema sanitario grazie a un modello basato su diagnosi precoci e l’ottimizzazione delle risorse.

Abbiamo incontrato Josef Scheiber, CEO e fondatore dell’azienda, per capire meglio come funziona questo approccio:

In che modo l’assistenza sanitaria preventiva può essere vista anche come un’azione per l’ambiente? 

Dobbiamo innanzitutto chiederci in che modo la qualità ambientale stessa contribuisca all’assistenza sanitaria. È ampiamente documentato: le persone che respirano aria pulita, hanno accesso a spazi verdi e sono esposte a meno rumore vivono in media una vita più sana e più lunga. Quando le persone trascorrono più tempo nella natura lo stress, i problemi di sonno e l’infiammazione diminuiscono, proprio i fattori che possono poi portare a terapie costose e ad alto consumo di risorse. Ogni notte in ospedale evitata, ogni trattamento d’urgenza evitato e ogni farmaco utilizzato in modo mirato anziché generalizzato consente di risparmiare energia, materiali ed emissioni.

In che modo i vostri test possono contribuire alla sostenibilità?

Il nostro approccio segue un chiaro processo in tre fasi: Misurare - Comprendere - Agire.

Misurare: consentiamo l’esecuzione di test a domicilio e la diagnosi precoce. Questo riduce gli spostamenti, i tempi di attesa e gli appuntamenti multipli. Meno viaggi, meno carta e meno risorse una tantum.

Comprendere: attraverso l’analisi predittiva, identifichiamo precocemente i rischi (ad esempio, marcatori metabolici, da stress o infiammatori). Questo previene escalation che in seguito richiederanno imaging, interventi chirurgici o lunghi ricoveri ospedalieri.

Agire: Definiamo misure personalizzate e minimamente invasive, dalle raccomandazioni sullo stile di vita agli interventi mirati. Questo evita un approccio univoco, riduce la sovradiagnosi e il sovratrattamento. In pratica, questo significa meno esami non necessari, meno test duplicati, referti digitali anziché cartacei e una logistica dei campioni consolidata ed efficiente.

Il riconoscimento pubblico ha rafforzato il vostro impegno per l’ambiente?

Sì. La visibilità crea responsabilità e consente partnership, ad esempio con i datori di lavoro nella promozione della salute aziendale e con le comunità che desiderano espandere sistematicamente la prevenzione.

La risposta positiva ci incoraggia a semplificare costantemente i nostri processi, a rendere trasparenti le emissioni e a migliorare ulteriormente gli aspetti della circolarità, dalla logistica dei campioni al confezionamento.

In definitiva, si tratta di credibilità: se raccomandiamo la prevenzione come strategia ecologica, dobbiamo praticarla noi stessi.

Come raccontate all’esterno questo impegno, senza scadere nello storytelling ambientale di facciata?

Preferiamo lasciare che siano i fatti a parlare. Comunichiamo attraverso i nostri canali professionali come Linkedin e il nostro sito web condividendo i passi che contano: studi, implementazioni, riconoscimenti, collaborazioni e progetti europei. Stiamo lavorando per rendere ancora più visibili gli indicatori di impatto, così che prevenzione e sostenibilità non restino principi, ma diventino metriche.

BioVariance è un esempio di ecologia integrale applicata alla sanità: la sua filosofia è prevenire per proteggere, non solo noi stessi, ma anche il pianeta.

In un’epoca segnata dal cambiamento climatico, l’idea che la nostra salute e quella della Terra vadano di pari passo non è solo incoraggiante, ma necessaria.