Oggi, forse ancora di più rispetto al passato, parlare di soldi è un tabù: se non siamo costretti dalle circostanze preferiamo farne a meno.
Questo è il tema che dà il via al podcast Perché non parliamo di soldi?, curato da Il Post in collaborazione con Banca Etica, condotto da Massimo Cirri, in uscita dal 20 ottobre.
Dietro questa scelta editoriale c’è un messaggio netto: i soldi non sono neutrali. I nostri risparmi, investimenti o prestiti influenzano non solo la nostra vita personale, ma anche la società, il lavoro, l’ambiente.
Come spiegato dalla stessa presentazione del podcast: “Bisogna capire dove finiscono i nostri soldi per poter verificare che i nostri investimenti rispecchino i nostri valori”.

Un podcast in tre puntate: contenuti e interlocutori
La serie si articola in tre episodi tematici, ciascuno guidato da un sentimento che spesso blocca la discussione sul denaro:
- La paura del futuro, il 20 ottobre: con Ferdinando Cotugno (Domani), si esplora il rapporto tra soldi e crisi climatica, il ruolo della finanza nei mutamenti ambientali e il potere che abbiamo come risparmiatori per cambiare direzione.
- Vergogna e divulgazione, il 27 ottobre: con Aminata Gabriella Fall (PecuniAmi), si affrontano gender gap finanziari, alfabetizzazione economica e l’eredità di risparmio che la generazione più giovane è chiamata a gestire.
- Sentimento di frustrazione, il 3 novembre: con Francesca Coin, sociologa delle disuguaglianze, si parla di lavoro povero, economie finanziarizzate e della responsabilità individuale dentro un sistema che cresce a scapito delle persone.
Perché questo tema ha a che fare con la comunicazione ambientale
Il podcast non è solo un’occasione per parlare di economia personale: è un nodo tra finanza e sostenibilità. Come ci interessa su Envi.info, la comunicazione ambientale deve allargare lo sguardo: non basta informare su CO₂, rinnovabili o biodiversità, bisogna raccontare chi incentiva le attività che impattano sull’ambiente e come i cittadini possono esercitare un ruolo attivo.
Come riporta Cutugno nella prima puntata, sono ben 869 i miliardi che le istituzioni finanziarie hanno posto in favore di chi contrasta la transizione: le industrie di petrolio, carbone e di gas. Smascherare la paura, conoscere meglio i meccanismi che sono alla base della piccola finanza personale di ciascuno.
L’obiettivo generale del podcast è mettere in campo valori come trasparenza, responsabilità sociale e sostenibilità ambientale. Questo podcast parte dai numeri e dai fatti, ma sfocia in domande morali: “Dove finiscono i miei soldi? Quale mondo contribuiscono a costruire?”
Cosa significa per il pubblico e per le imprese
Il podcast aiuta a superare il silenzio sul denaro, a destrutturare tabù e a diventare consapevoli del potere del risparmio e dell’investimento. Anche il nostro denaro è un modo per vincolare ed identificare le nostre scelte.
Offre inoltre una lezione sulla trasparenza. In un momento di forte confusione politica, decreti, dietrofront non basta produrre report ESG o bilanci sostenibili se non si comunica con chiarezza cosa si fa e perché.
Vuole essere un promemoria: bisogna parlare anche di finanza, di flussi di capitale, di chi blocca e chi spinge la transizione ecologica, perché la sostenibilità non è solo tecnica, è anche economica.
In un’epoca in cui biodiversità, clima e reti energetiche dominano le copertine, Perché non parliamo di soldi? riporta l’attenzione su un tema fondamentale: il capitale che sostiene il mondo che vogliamo. E lo fa con strumenti narrativi e dati concreti, partendo dal tabù fino a offrire strumenti di consapevolezza.
Se la sostenibilità è un impegno globale, la finanza ne è la linfa. E i cittadini, con i propri risparmi, possono chiedere conto a chi fa le scelte e a chi comunica. Perché alla fine, i soldi contano. E contano per tutti.