Laddove il motto “Think globally, act locally” diventa realtà assoluta, si situa l’intuizione di Tamara che, nel 2022, a seguito di una serata tra amici, immagina e avvia con Patrizia il progetto It’s Time to Swap. Una realtà giovane e insolita che riconosce alla sostenibilità la sua vera natura, composta da Patrizia Ribolla, Tamara Calavitta e Jacopo Riccardi.
È dal 2022 che la squadra prende posizione contro quella che è uno dei maggiori problemi dell’attualità: l’inquinamento dell’industria della moda.
Un momento di convivialità che si trasforma in una riflessione su come contribuire al benessere ambientale e comunitario: il risultato è una festa dello scambio che non si basa sul valore dell’oggetto in sé, bensì sul valore dell’interazione e dell’intenzione di ciascun partecipante.

«Solitamente io avevo dei vestiti di seconda mano che mi arrivavano dalla famiglia per scegliere se qualcosa potesse andarmi bene. Da quel momento anche i miei amici hanno cominciato a portare dei vestiti inutilizzati. Queste serate finivano con tutti noi che provavamo i vestiti in un’atmosfera di socialità, informale e divertente. Poi per finire, prendevamo quelli che ci piacevano.» racconta Patrizia che, insieme a Tamara e Jacopo, ha aiutato a concretizzare il progetto. «Tamara ha avuto l’intuizione di proporre questo format su larga scala, senza snaturare la dimensione che era andata a crearsi, che potesse restituire alla sostenibilità e alla socialità un ruolo centrale», continua Patrizia.

«L’idea poggia sul sostenere e promuovere un modo di fare shopping completamente diverso rispetto all’esperienza fine a sé stessa, individualistica e consumistica, figlia del capitalismo a cui si è ormai abituati – una tendenza naturalmente problematica in un mondo che sta esplodendo», spiega Patrizia.
It’s Time to Swap sbarca, inizialmente, alla Cooperativa Portalupi – luogo che asseconda la natura del progetto e ne valorizza l’unicità: non esistono vincoli di denaro, token, iscrizione o scambio obbligatorio.
«Il fatto che non si preveda alcun tipo di transazione economica, fa in modo che il progetto si strutturi su tutt’altra dinamica: responsabilizzazione del singolo, rispetto reciproco, incontro e socialità, promozione del territorio e delle realtà locali», raccontano Patrizia e Jacopo.
«Nonostante possa capitare che qualche locale che ci ospita, chieda un’iscrizione simbolica o una consumazione, noi rimaniamo eticamente coerenti: qualsiasi ritorno economico sostiene altre realtà del territorio, luoghi, artigiani o artisti locali.», spiega Jacopo.
Lo shopping sostenibile di It’s Time to Swap intende coinvolgere le persone nel ripensare il proprio modo di fare acquisti, trasformandolo in un momento di riflessione, accessibile a tutti, privo di qualsiasi barriera economica, inclusivo e originale.
«Non sapevamo all’inizio cosa sarebbe successo, ma ciò che è successo ha stupito tutti. Di fronte ad un format del genere le persone si responsabilizzano davvero e ci consentono di mantenere questa particolarità viva.», aggiunge Patrizia.

Nell’orbita di It’s Time to Swap c’è anche la beneficenza. «Di quel che avanza, un 50% lo teniamo come base per il prossimo evento mentre l’altro 50% lo diamo in beneficenza», spiega Jacopo. E anche su questo fronte i ragazzi hanno pensato a tutto, coinvolgendo comunità ecclesiastiche e associazioni benefiche locali.
Il collettivo di It’s Time to Swap riconosce alla sostenibilità la sua vera natura, fatta anche di condivisione e convivialità.