In estate, proteggere la pelle dal sole è un gesto fondamentale per preservarne la salute e la bellezza, che dovrebbe essere parte integrante della nostra routine quotidiana.
Le creme solari possono essere ottime alleate, ma anche antagoniste della salute e degli ecosistemi.
In questa fase è importante scegliere accuratamente quali prodotti cosmetici preferire rispetto ad altri, in base agli ingredienti di cui sono composti. Ciò che mettiamo sulla pelle prima di esporci al sole è molto più di un filtro: è un’impronta che lasciamo sul nostro corpo e sul pianeta.
Molecole come l'Oxybenzone (Benzophenone-3) e l'Octinoxate (Ethylhexyl Methoxycinnamate) sono state identificate come filtri chimici tossici per le larve di corallo (planulae) anche a concentrazioni molto basse, causando sbiancamento e danni al DNA.

Queste immagini, prese da uno studio del 2008, illustrano l’effetto di alcuni tipi di crema solare sul corallo Acropora. I coralli marroni sono gli esemplari sani, non esposti al prodotto, mentre quelli bianchi hanno subito il processo di sbiancamento indotto dalla crema solare.
Lo stesso prodotto, però, non si limita a provocare danni all’ambiente: una volta assorbito dalla pelle, è sospettato di agire come interferente endocrino per l’organismo umano.
A questi si aggiunge spesso l’Octocrylene, un filtro UV molto comune che degradandosi nel tempo, si trasforma in Benzophenone, una sostanza classificata come possibile cancerogeno per l’uomo.
Quali sono dunque le creme solari da scegliere per favorire la nostra salute e quella dell’ambiente? Qui la comunicazione ha un ruolo decisivo.
Un buon metodo per riconoscere la sostenibilità delle creme solari è leggere l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), la nomenclatura internazionale utilizzata per elencare gli ingredienti dei prodotti cosmetici. Una lista che può aiutare consumatori e consumatrici nel proprio acquisto, attraverso semplici linee guida.
La via per una protezione efficace e a basso impatto passa infatti attraverso i filtri fisici o minerali.
L’Ossido di Zinco (Zinc Oxide) e il Biossido di Titanio (Titanium Dioxide) rappresentano l’alternativa più sicura; agiscono come uno scudo minerale che riflette fisicamente i raggi UV, senza penetrare la barriera cutanea.
Oltre a leggere l’INCI, sulle confezioni delle creme solari sostenibili sono presenti alcune diciture che indicano l’attenzione per la salute degli ecosistemi marini. Possiamo ad esempio trovare Ocean friendly, Reef safe e Coral-friendly, ovvero sicuri per la barriera corallina, soprattutto quando formulati in versione non-nano (con particelle di dimensioni superiori ai 100 nanometri).
In ultimo, importante prestare attenzione alle certificazioni, se presenti. ICEA, AIAB, o Ecocert sono tra le più conosciute e autorevoli.
Tutti questi si rivelano elementi di comprensione efficaci per attuare, anche nei momenti di relax e spensieratezza, una scelta consapevole per la propria salute e, al tempo stesso, per quella del pianeta.