Rapporto Eco Media 2024: un’attenzione di superficie per l’ambiente

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Le tematiche ambientali e climatiche in Italia ricevono una copertura ampia ma spesso discontinua e con differenze tra i canali di comunicazione, dove spesso la quantità delle informazioni diffuse non corrisponde ad approfondimenti e ad analisi puntuali.

È il quadro che emerge dal rapporto Eco Media 2024, uscito lo scorso giugno a cura del Pentapolis Institute e promosso dall’Osservatorio Eco Media.

Lo studio rileva che i media hanno presentato un’attenzione costante per l’ambiente nel 2024, con una decrescita durante i mesi estivi e un aumento nei mesi invernali, soprattutto a novembre in concomitanza con la Cop sul clima.

Per quanto riguarda la biodiversità l’interesse è maggiore nei mesi estivi, legato ad episodi che coinvolgono la fauna selvatica e le interazioni tra uomo e animali in natura, nello specifico i fatti di cronaca del Trentino Alto-Adige legati alla gestione degli orsi.

Tra le categorie monitorate dal rapporto, il termine “crisi”, che include crisi ambientale, crisi climatica, inquinamento e riscaldamento globale, ha registrato oltre un milione di citazioni, diventando il più diffuso nel 2024. A seguire compaiono la tematica economia ed economia circolare (811 mila citazioni), biodiversità (667 mila), risorse naturali (639 mila), energia (630 mila) e infine istituzioni e società (357 mila) e trasporti (187 mila).

Per quanto riguarda il web, sono presenti la maggior parte delle citazioni, 810 mila, che equivalgono al 68% del totale.

Il rapporto registra però che la qualità delle notizie è disomogenea, poiché molti contenuti e articoli puntano sul clickbait e sul sensazionalismo, a discapito dell’accuratezza e della citazione di fonti autorevoli.

Uno dei momenti di maggior interesse è avvenuto durante la Cop29 tenutasi a Baku lo scorso novembre. Sui social media sono stati pubblicati quasi 2 mila post con oltre 960 mila interazioni, dei quali il 71% sulla piattaforma X. Qui i giornalisti e i politici sono tra le categorie più attive, incrementando il coinvolgimento degli utenti comuni sulla questione climatica.

La stampa ha pubblicato quasi 230 mila citazioni, il 19% del totale, diffondendole ampiamente sulle testate locali. La crisi ambientale domina le conversazioni, seguita da energia e risorse.

Il rapporto nota come i quotidiani presentino analisi più approfondite rispetto ai programmi televisivi, ma la qualità dell’informazione climatica varia in base all’impegno e all’interesse della testata.

In televisione sono comparse il 10% delle citazioni (117 mila), che si occupano soprattutto di crisi climatica, energia e biodiversità, dove le emittenti locali coprono maggiormente queste tematiche, limitandosi però alla cronaca e alle notizie d’emergenza, senza offrire approfondimenti o presentare delle soluzioni alla crisi climatica.

Infine compare la radio con il 3% delle citazioni (41 mila), e dove l’attenzione è maggiore per la biodiversità, soprattutto nelle emittenti nazionali che offrono rubriche e approfondimenti.

Rispetto al 2023, il rapporto rileva come ci sia stato un lieve cambiamento nel racconto mediatico dell’ambiente, legato principalmente ai fatti di cronaca avvenuti che hanno condizionato le notizie. 

Se rimane invariato in prima posizione il cluster “crisi”, è da sottolineare che il tema energia passa dalla seconda alla quinta posizione. Nel 2023 infatti la questione energetica (legata all’approvvigionamento di gas e al conflitto russo-ucraino) ha ricevuto un’attenzione maggiore dai media rispetto al 2024.

Il tema economia circolare ha visto invece un incremento delle sue citazioni, legato anche per esempio alla VI Conferenza Nazionale sull’economia circolare tenutasi a Roma nel maggio 2024.

Il rapporto Eco Media ha il pregio di offrire una panoramica completa e approfondita dell’informazione ambientale in Italia, dove la crisi climatica riceve un’ampia copertura, che spesso però manca di analisi precise e di voci autorevoli