Il settore del cicloturismo in Italia è in consolidamento, non più ristretto ad una cerchia di appassionati ma una solida realtà che attira un ampio pubblico nazionale e internazionale.
Uno sviluppo certificato dalla quinta edizione del rapporto Viaggiare con la bici 2025 frutto della collaborazione tra Legambiente e Isnart-Unioncamere e realizzato per l’Osservatorio sull’Economia del turismo delle Camere di Commercio.
Il filone del cicloturismo sta diventando una tendenza all’interno dell’offerta ricreativa, costituendo più del 10% del totale degli arrivi turistici in Italia. Questo settore oltre a crescere in termini di presenze sta anche spostando parte dei flussi turistici verso le aree interne e le piccole località, creando nuove occasioni di sviluppo economico e di rigenerazione di aree e strutture dismesse in molte regioni italiane.
Ne è un esempio la start-up BikeSquare nata nelle Langhe, che offre una piattaforma di noleggio di bici elettriche, un mezzo sostenibile per esplorare in modo lento e responsabile il territorio.
La crescita di presenze e di valore economico del cicloturismo negli ultimi anni è stata il risultato di singoli progetti e degli investimenti locali più che di ampie e strutturate politiche pubbliche.
Per questo motivo il rapporto di Legambiente evidenzia che, per un settore con un grande potenziale di sviluppo, l’adozione di una politica di promozione coordinata a livello nazionale aiuterebbe a consolidare ancora di più questo settore.
Per realizzare il report Viaggiare con la bici 2025 sono state condotte nel 2024 oltre 30mila interviste a turisti italiani e stranieri che hanno soggiornato per almeno due notti presso strutture alberghiere o di altro tipo (come agriturismi e bed and breakfast) all’interno del Paese. Da queste interviste è stato possibile tracciare un quadro del settore.
Stando al sondaggio, nella metà dei casi il cicloturista ha un’età media compresa tra i 30 e i 44 anni e un ulteriore 35% degli intervistati ha tra i 45 e i 60 anni. Il cicloturista tende ad avere differenti compagni di viaggio: nel 36% dei casi si sposta in coppia, nel 31% da solo e nel 28% in compagnia di amici.
Dalla ricerca emerge che oltre il 63% dei cicloturisti utilizza internet per organizzare la propria vacanza, consultando informazioni online, profili sui social media e siti e blog specializzati. Tra i motivi che spingono le persone a scegliere questa tipologia di esperienza c’è la ricchezza del patrimonio artistico e culturale, segue la volontà di fare un’attività sportiva oltre alla ricerca di momenti di riposo e di itinerari poco battuti dal turismo.
Legambiente ha analizzato la domanda cicloturistica lungo 10 ciclovie di Lombardia, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Campania, Calabria e Puglia per comprendere come migliorare l’offerta turistica di questo segmento.
Emerge che si potrebbe lavorare per aumentare la quota di arrivi da altri Paesi, e investire nella sicurezza dei percorsi e nella manutenzione ordinaria della rete viaria, per esempio migliorando la segnaletica, aumentando i punti informativi e di noleggio bici o di accessori. Investimenti che poi avrebbero delle ricadute sui territori attraversati dai percorsi.
«Abbiamo voluto dedicare una sezione del Rapporto – aggiunge Sebastiano Venneri, responsabile Turismo Legambiente – al racconto di una serie di nuove iniziative imprenditoriali generate dal cicloturismo e che hanno portato buona economia nelle aree interne del Paese».
Dalla Liguria alla Sicilia abbiamo scovato numerose realtà che hanno permesso a tanti giovani di restare, in alcuni casi di tornare, mettere su famiglia e fare impresa in contesti segnati dal declino demografico: un bellissimo segnale di rinascita socioeconomica che vede nella bicicletta la protagonista assoluta.