‘Lupo Trek’, un gruppo di giovani naturalisti ci riporta a contatto con la natura

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La Transizione ecologica non può nulla senza una parallela Transizione culturale che riconnetta l’uomo alla sua stessa essenza biologica. Nemmeno il più ambizioso degli obiettivi di sostenibilità farà la differenza fintanto che il paradigma socioeconomico è incentrato sul consumismo e il rifiuto dei più elementari principi ecologici.

La conversione industriale, così, è necessario proceda a braccetto con una sensibilizzazione della popolazione. È proprio a partire da queste consapevolezze che un gruppo di giovani naturalisti ha dato vita a Lupo Trek, un’organizzazione emergente dedita alle più affascinanti sfumature dell’educazione ambientale. Un progetto entusiasmante, accompagnato da immagini e video evocativi, che ha come scopo quello di avvicinare le persone alle bellezze naturali.

Dalle escursioni in montagna, corredate dalle informazioni di guide esperte, all’obiettivo di raggiungere la sensibilità degli studenti: senza ulteriori anticipazioni, approfondiamo l’iniziativa attraverso le parole – e l’ironia – di Giulio Ferrante, fondatore di Lupo Trek, e di Pietro Montemurro, guida ambientale escursionistica e responsabile della comunicazione. Il gruppo, comunque – ci tengono a precisare – è molto più ampio.

Ciao ragazzi, come è nata questa iniziativa e in cosa consiste?

Giulio: Già nel logo di Lupo Trek è riassunto il concetto di unione tra uomo e natura; Homo sapiens ha imparato a vivere considerando il rapporto uomo – natura come un dualismo, come due mondi separati. Andando a fare trekking in montagna, spesso si ha la percezione di lasciarsi alle spalle la città per entrare nella natura selvaggia, mentre forse sarebbe più corretto pensare di abbandonare l’ecosistema urbano per un altro, più intatto.

Siamo convinti, infatti, che le attività outdoor siano uno strumento per riconnettersi al Sistema naturae e per conoscerlo, oltre che per conoscere sé stessi; d’altronde noi siamo natura! Oltre che tramite l’escursionismo, raccontiamo la bellezza del pianeta, e ciò che la minaccia, anche attraverso l’educazione ambientale, la divulgazione scientifica, la fotografia e i documentari.

L’approccio con il quale vengono svolte tutte le nostre attività è biocentrico, rispettoso di questa grande “casa” chiamata Terra e quindi, anche di noi stessi. Siamo dieci pazzi con tagli di capelli stravaganti e siamo naturalisti, biologi, geologi, fotografi, informatici e guide escursionistiche.

Uno dei vostri punti forti è la comunicazione visiva attraverso video ed immagini di elevata qualità, credete sia questo il modo più efficace per arrivare alle persone?

Giulio: Si sa, una bella foto può dire più di mille parole! L’eloquenza delle immagini per noi è uno strumento fondamentale per raccontare la natura: ad esempio ritrarre una pianta o un animale nel loro ecosistema, oltre a celebrarne la bellezza, ne racconta l’ecologia e li contestualizza in un determinato ambiente! Inoltre, la fotografia e la videografia sono in grado di emozionare fortemente e riescono a portare un pizzico di natura anche sul display di chi non può vivere in prima persona l’esperienza diretta di un avvistamento di un animale o di un meraviglioso cielo stellato in alta montagna.

Stiamo finendo di realizzare il nostro primo documentario naturalistico, si intitola “Sentieri nel Bosco” e sarà un tributo alla natura del Parco Regionale dei Castelli Romani, ma con uno stile tutto nostro. Non vi svelo nient’altro: ne vedrete delle belle!

Proponete anche delle escursioni con guida, avete qualche aneddoto curioso che confermi l’efficacia di questa modalità in termini di sensibilizzazione ambientale?

Giulio: Non dimenticherò mai l’ira funesta di un bimbo di terza elementare nell’apprendere, durante un’escursione didattica, i tempi di degradazione di un mozzicone di sigaretta. Terminata l’esperienza di educazione ambientale mi disse: “ora vado a spiegare a papà perché non deve gettare le cicche dal finestrino dell’auto… anzi gli dirò che non deve proprio più fumare!” Che ficata!

Pietro: Più che un aneddoto vorrei portare un’esperienza ricorrente: mi stupisco sempre nel percepire la sensibilità, che nasce durante un’escursione, nei confronti di qualcosa che è stato conosciuto attraverso i racconti della guida. Le persone accompagnate sviluppano all’istante un’attenzione particolare nei riguardi di qualcosa che hanno sentito, toccato, annusato o ammirato. Un caro amico, con cui affrontai un trekking impegnativo qualche anno fa nella Riserva di Zompo lo Schioppo, ancora ricorda la chiacchierata che abbiamo avuto camminando, a proposito di un argomento di botanica, di gran lunga più complesso e impegnativo dell’escursione che stavamo facendo in quel momento!

Nel complesso come gestite la comunicazione del progetto?

Pietro: La comunicazione nella nostra organizzazione avviene prevalentemente attraverso il sito e i canali social, cercando di evitare il più possibile pubblicità cartacea o simile. Alcuni di noi si occupano del sito lavorando alla sezione di web design. La pagina web offre un’idea completa di ciò che proponiamo e vogliamo trasmettere, una sorta di biglietto da visita digitale. Inoltre, per noi hanno una grandissima importanza i social media: con alcuni colleghi mi occupo di gestire questi canali comunicativi, lavorando alle storie, ai post, alle locandine e alle pubblicità.

Cerchiamo di lasciare molto spazio alla comunicazione basata sulla visione e sull’ascolto, potendo contare sui colleghi fotografi di Lupo Trek, che ci permettono di attingere a foto e video di estrema qualità. Le immagini ed i suoni sono immediati, raggiungono facilmente molte persone. Infine, nella nostra esperienza un approccio vince su tutti gli altri a livello comunicativo: metterci la faccia! I video con più successo su qualsiasi social media sono, infatti, quelli in cui ci mostriamo noi del team di Lupo Trek: questo ci avvicina a chi segue l’organizzazione.

In conclusione, quali gli obiettivi a breve e a lungo termine?

Pietro e Giulio: Nel breve termine ci stiamo impegnando per finire il documentario e per proporre al più presto trekking di più giorni. Allo stesso tempo un obiettivo nell’immediato, che è anche una grande sfida, è quello di sintonizzarsi e rimanere sintonizzati sulle lunghezze d’onda comunicative più efficaci al giorno d’oggi. Credo che in questa sfida abbiamo dalla nostra la giovane età e l’entusiasmo che ci accomuna!

A lungo termine? Riuscire a portare i nostri progetti nelle scuole, non più con attività saltuarie, ma con continuità. È inoltre in cantiere un podcast che parlerà di ecologia, conservazione della natura e outdoor, che non vediamo l’ora di mandarvi a tutto volume in cuffia! Inoltre, tra gli obiettivi di Lupo Trek c’è quello di dare la possibilità ad ogni membro del Team di comunicare in modo molto personale il mondo naturale: il nostro è uno spazio comune nel quale sentirsi protagonisti di un qualcosa che si vive con passione e che si vuole trasmettere e condividere al di fuori della ristretta ‘nicchia ecologica’ occupata da naturalisti, biologi o appassionati.

Chiaramente ci stiamo organizzando anche per conquistare il mondo e per convincere tutti gli abitanti della terra ad assumere uno stile di vita più sostenibile, ascoltare buona musica e imparare l’uso del congiuntivo, ma ci vorrà un po’.

Photo Credits: © Lupo Trek