Zerowastetorino: un altro punto di riferimento sul territorio per costruire una generazione responsabile

| scritto da |

Serena Ghiglieri, professionista della comunicazione, conta più di trentamila follower sui suoi social e ha deciso che doveva fare la sua parte. Vive il 2020 come l’anno della rivincita e della scoperta, durante il quale si informa e studia la delicata situazione in cui versa il nostro pianeta. Forte della convinzione che i social possano aiutare moltissimo nella diffusione dei messaggi, decide quindi di avviare zerowastetorino, canale attraverso il quale si impegna nell’aumentare la consapevolezza riguardo al tema della sostenibilità e della responsabilità nei confronti dell’ambiente. Serena cerca di diventare 100% zerowaste insieme al suo pubblico senza fare una divulgazione “dall’alto”, ma cercando di evolversi con chi la segue quotidianamente. Serena ci ha raccontato il suo viaggio, dal lancio della pagina ai progetti che intende realizzare sul territorio piemontese.

Serena Ghiglieri

Da cosa nasce l’interesse nel voler diffondere il tema della sostenibilità e della circolarità?

È nato tutto in piena quarantena quando mi sono imbattuta nel documentario “Before the Flood”: da quel momento ho iniziato davvero a capire quale fosse realmente la situazione attuale. Subito dopo mi sono chiesta perché informazioni così importanti vengono comunicate da un documentario di National Geographic e non al telegiornale tutti i giorni. Perché percepisco la gravità della situazione in cui ci troviamo da uno strumento di intrattenimento? Inoltre, anche se vengono comunicate, non riescono a farti percepire realmente la gravità della situazione, ed è per questo che la maggior parte di noi rimane sulla superficie. Da quel momento ho iniziato a cercare altri documentari sul tema, letture, articoli, e ho pensato che se io ho vissuto nel limbo fino a quel momento dovevo impegnarmi nel fare qualcosa affinché altri potessero uscirne il prima possibile. Così ho deciso di aprire la pagina zerowastetorino.

Oggi bisogna confrontarsi con il problema di un pubblico “social” annoiato e poco interessato. Come fare una comunicazione coinvolgente che incentivi l’interazione?

È piuttosto complicato scatenare l’attenzione di un pubblico che si trova davanti a milioni di profili e informazioni, per quanto riguarda la mia comunicazione deve essere semplice, chiara e curata.  In generale cerco di promuovere tutti quei piccoli gesti che si possono attuare da quell’esatto momento, che si possono mettere in pratica da subito. Inoltre, cerco di toccare argomenti sempre diversi, alimentazione, beauty, plastica, senza usare linguaggio tecnico e termini che possono confondere. Soprattutto, non creo un post in base a quello che può piacere – io spero che possa piacere – ma prima di tutto deve poter essere utile nel quotidiano, cercando di rendere più consapevole chi legge il post nella sua prossima scelta. A me interessa che partecipino, mi interessa quello che pensano e voglio interagire il più possibile.

Come si traduce questa interazione con il pubblico attraverso un canale social?

Nel mio piccolo organizzo i “cleaning day” ai quali spero che aderiscano anche i bambini, poiché è anche e soprattutto a loro che bisogna insegnare queste cose, saranno loro a dover riparare i danni che stiamo facendo noi adesso. Inoltre, poiché penso che nella sensibilizzazione ambientale svolgano un ruolo fondamentale famiglia e istruzione scolastica, sto pensando di proporre delle iniziative da avviare nelle scuole. Questo perché penso che se un certo tipo di abitudini vengono introdotte in tenera età e in maniera graduale il cambiamento non sarà uno shock e, magari, saranno i bambini stessi a portare queste buone pratiche a casa. Abbiamo un livello di consapevolezza totalmente soggettiva, possiamo comunicare il più possibile anche se è difficile cambiare abitudini molto radicate, ma si possono modificare le piccole azioni che farai da adesso in poi. Perché fare piccole scelte nel quotidiano è un investimento nel futuro.