L’economia circolare di ReLife, un modello di sviluppo inclusivo e sostenibile

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ReLife è un’azienda leader in Italia nella gestione dell’intero processo di valorizzazione delle raccolte differenziate: raccolta e recupero dei rifiuti solidi urbani e industriali, monitoraggio puntuale del tasso di riciclo fino alla vendita finale di prodotti e packaging ecosostenibili.  

Un esempio emblematico di economia circolare, come ci racconta Marco Benfante, presidente del gruppo ReLife.

Vista la vostra partecipazione a Circonomia come sponsor, come interpretate voi il concetto di “economia circolare” all’interno della vostra realtà?

“ReLife Group si distingue per un modello di sviluppo basato sulla condivisione dei principi dell’economia circolare e sulla sinergia con un numero sempre maggiore di aziende che già ora progettano e producono beni di consumo in vista di un loro nuovo utilizzo, mirando a creare valore dal riciclo a tutto vantaggio dell’ambiente.

Il cliente è al centro del sistema. Da fornitore di scarti di produzione recuperabili diventa, al completamento del ciclo di raccolta e trasformazione di cui ci occupiamo, il destinatario di prodotti ecosostenibili. In questo modo riusciamo a guadagnarci tutti. Le imprese, l’ambiente, il territorio, i cittadini. Un modello inclusivo, unico in Italia e in Europa.”

Quali sono gli strumenti e le strategie di comunicazione ambientale che mettete in atto?

“Il nostro Gruppo sta attraversando una fase di crescita che presuppone una sistematica revisione di gran parte degli strumenti di comunicazione.

Oggi, e sempre di più in futuro, comunichiamo attraverso il nostro sito web e attaverso la partecipazione ad eventi, compatibilmente con le ristrettezze imposte dalla pandemia.

Cerchiamo di essere presenti sul territorio sponsorizzando iniziative e progetti fortemente radicati nei territori in cui siamo presenti con le nostre aziende.

Il nostro obiettivo è rendere sempre più riconoscibile e forte la nostra visione aziendale, sintetizzata nel pay off “Upcycling together”.

Il senso è chiaro: l’economia circolare non si fa da soli, ma presuppone la collaborazione con aziende sempre più sensibili verso queste tematiche. Alla base di tutto ciò deve realizzarsi l’affermazione di una cultura d’impresa che identifichi il profitto con il vantaggio per l’ambente. C’è molto da fare, ma siamo sulla buona strada.”

“L’economia circolare è per ReLife” – conclude Benfante – “un modo di pensare, di vivere, di fare impresa moderno, coerente ed integrato nella catena del valore.”