Eventi meteorologici estremi: informarsi sulle buone pratiche di prevenzione

| scritto da | ,

Di Eleonora Cerulli

Non chiedetevi cosa la protezione civile può fare per voi, chiedetevi cosa potete fare voi per essa.
E al primo posto c’è l’essere informati.

La quarta puntata di Scala Mercalli è stata dedicata principalmente agli eventi meteorologici estremi. Dopo averli definiti e averne illustrate le cause e le conseguenze, Luca Mercalli ha sottolineato l’importanza, per un cittadino, dell’essere opportunamente informato sui possibili rischi di una alluvione, sulla prevenzione al dissesto idrogeologico e sulle buone pratiche di protezione civile.

Ma quali sono le campagne attive su questi temi in Italia? Ne abbiamo parlato con Andrea Cardoni, Ufficio stampa ANPAS nazionale.

io non rischioIo non rischio è arrivata alla sua quinta edizione. Inizialmente concentrata sul tema del terremoto, dallo scorso anno si è estesa anche ai rischi di maremoto e alluvione. L’idea nacque in seno ad ANPAS, storica associazione di volontariato, e fu subito accolta dal Dipartimento della Protezione Civile con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica (ReLUIS), poi progressivamente allargata ad altre associazioni di protezione civile.

“La campagna è disponibile tutto l’anno sul web, e  si attiva sul territorio in caso di sensibilizzazione o di sensibilizzazione o di situazioni si rischio” ci spiega Cardoni  e anticipa che “L’evento centrale per il 2015 è previsto per ottobre, quando centinaia di volontari, dopo un lungo percorso formativo, incontreranno la cittadinanza in circa 500 piazze d’Italia.

Ma come è nata?  “Quando abbiamo iniziato a pensare alla campagna, siamo dovuti partire quasi da zero. In Italia le iniziative di sensibilizzazione alle buone pratiche di protezione civile c’erano, ma spesso ancora oggi si concentrano a livello del singolo comune, come nel caso del Comune di Genova” (Con la pioggia usa l’ombrello, con l’alluvione usa il cervello!) ci racconta Cardoni, “e anche a livello europeo non abbiamo trovato un esempio da cui valesse la pena prendere spunto”. Sebbene quindi il nostro territorio sia molto fragile e la storia ci racconti numerosi tristi eventi di dissesto idrogeologico e alluvioni, non si era ancora sviluppata la necessità di un’azione di sensibilizzazione strutturata e continuativa. “Oggi c’è più sensibilità, un terreno più fertile anche nelle amministrazioni pubbliche . C’è in progetto inoltre di portare la campagna Io non rischio anche in ambito europeo

Sei preparato? Nelle pagine della Sezione Io non rischio Alluvione cosa sapere e cosa fare, sin da subito, durante l’allerta, durante l’alluvione e dopo di essa.

Anche Legambiente è da sempre attiva sul fronte del dissesto idrogeologico (#dissestoitalia). In particolare con “Ecosistema rischio” , in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile,  che ha l’obiettivo di promuovere attività di informazione rivolte alla popolazione, iniziative di tutela del territorio, indagini di monitoraggio sull’operato delle amministrazioni comunali nella mitigazione dei rischi naturali e antropici, al cui interno si trova “Operazioni fiumi”, la campagna itinerante attiva dal 2003 dedicata all’informazione e alla prevenzione del rischio idrogeologico nei comuni italiani.

Del rischio idrogeologico ne avevamo parlato anche con Laura Bettini di Radio 24, e in occasione del ventennale dell’alluvione del Tanaro, quando AICA ha portato in scena lo spettacolo teatrale “Voglio raccontarti una storia” e pubblicato il libro omonimo.

Lascia un commento