Incendi in Australia: quando i piromani vengono usati come causa al posto del clima

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Gli incendi che stanno divampando in Australia sono su tutte le pagine dei giornali. D’altronde non può essere diversamente, date le dimensioni del problema: si prevede che le temperature, che hanno già fatto registrare il massimo storico, continuino ad aumentare alimentando ulteriormente le fiamme che potrebbero potenzialmente bruciare fino a 15 milioni di ettari.

Dall’inizio degli incendi le fiamme hanno causato 26 vittime accertate, tra cui tre pompieri volontari, mentre al momento risultano quattro dispersi negli stati del Nuovo Galles del Sud e di Victoria. Secondo le stime, sarebbero morti circa 487,5 milioni di animali, tra uccelli, rettili e mammiferi. Questo numero catastrofico potrebbe essere ampiamente sottostimato: secondo il Wwf Australia sarebbero infatti morti, direttamente o indirettamente, oltre un miliardo di animali.

Colpa dei piromani? Non è così

Ora capita che anche in Italia i media inizino a dare la notizia che in Australia sarebbero state arrestate quasi 200 persone con l’accusa di aver provocato deliberatamente degli incendi boschivi. ValigiaBlu riporta diversi titoli di giornale: ad esempio, Tgcom24 ha scritto che “oltre 180 persone sono state arrestate dalla polizia in Australia per aver appiccato incendi nel Nuovo Galles del Sud, mentre proseguono i devastanti roghi, che hanno ucciso, secondo il Wwf, oltre un miliardo di animali. Da settembre a oggi sono andati in fumo oltre 8,4 milioni di ettari di boschi (una superficie equivalente all’intera Austria). Nella maggior parte dei casi si è trattato di incendi provocati dall’uomo [ndr, grassetti nell’originale]”.

Sottolineare, come fanno in molti, che “gli incendi devastanti che in queste settimane hanno colpito l’Australia sono in gran parte dolosa”, secondo la testata diretta da Arianna Ciccone, darebbe una lettura distorta della realtà: la versione dei fatti data dalle princpali testate sarebbe funzionale a consolidare la tesi che la causa degli incendi è da attribuire alla responsabilità umana e non agli effetti del cambiamento climatico.

“Accusati”, non “arrestati”

Intanto c’è da dire che le 183 persone citate dalla cronaca non sarebbero state arrestate: parliamo di denunce e solo di 24 arresti effettivi. E’ la stessa polizia del Nuovo Galles del Sud (uno degli Stati più colpiti dagli incendi) a dirlo: 183 persone, tra cui 40 minorenni, sono state accusate di 205 reati relativi agli incendi boschivi. Di queste 183 persone, 24 sono state arrestate con l’accusa di aver deliberatamente provocato degli incendi, 53 persone sono state denunciate per un presunto mancato rispetto di un divieto totale di incendio e altre 47 per aver presumibilmente gettato a terra una sigaretta accesa o un fiammifero. 

A riprova del fatto che parlare di incendi appiccati dall’uomo invece di responsabilità del clima che cambia (e quindi dell’attività dell’uomo sull’ambiente) c’è il fatto che diversi siti d’informazione vicini a posizioni negazioniste abbiano fin da subito ripreso la notizia. Tra questi siti c’è Breitbart, del circuito dell’estrema destra statunitense. Sono proprio questi siti, secondo ValigiaBlu, a trasformare i 183 “accusati” in “arrestati”.

D’altro canto sono gli stessi vigili del fuoco nonché diversi scienziati, tra cui quelli dell’Australian Government Bureau of Meteorology, a sostenere che gli attuali incendi in Australia siano un effetto del cambiamento climatico. Inoltre, il numero di 43 piromani dello Stato di Victoria, indicati tra le 183 persone denunciate, si riferisce a tutto il 2019 e non solo agli ultimi 4 mesi.

I negazionisti che manipolano l’informazione

Informazione e politica, poi vanno a braccetto: ancora ValigiaBlu fa notare che partita da siti negazionisti climatici come InfoWars, la notizia dei “quasi 200 arrestati per aver appiccato deliberatamente gli incendi boschivi in Australia” è stata rilanciata dalle testate giornalistiche appartenenti a News Corp, la corporation di Rupert Murdoch, e poi amplificata su scala globale dalle condivisioni all’interno della galassia dell’estrema destra americana e da parte di figure come Donald Trump jr che ha prontamente rilanciato le news distorte di testate negazioniste quali The Australian. E’ così che in questo contesto di disinformazione fatta dalle testate giornalistiche del gruppo Murdoch si inserisce la diffusione virale di contenuti non verificati sui social network.

Un modo di raccontare (distorto) i fatti si mischia con le posizioni dei negazionisti del clima. Per fortuna esistono ancora siti d’informazione appropriati come The Guardian, che ha analizzato questa campagna di disinformazione a partire dal The Australian: https://www.theguardian.com/media/2020/jan/04/the-australian-murdoch-owned-newspaper-accused-of-downplaying-bushfires-in-favour-of-picnic-races

Buona lettura!

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