Quando il porno si fa green

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Con miliardi di visualizzazioni mensili, alcune tra le piattaforme online di riproduzione di video porno in streaming si inseriscono ormai stabilmente nelle classifiche dei siti più visitati in tutto il mondo, basti pensare che Pornhub, ad oggi, ha il doppio degli accessi di Netflix e si mantiene sui livelli di Instagram.

L’uso del porno come strumento politico era già una forma comunicativa ampiamente messa in atto da attrici del settore, vedi Moana Pozzi che con i suoi spettacoli dal vivo illegali provocava il bigottismo cattolico. Il potere comunicativo del settore, determinato dall’elevato numero di utenti giornalieri, è stato recentemente sfruttato anche dall’industria musicale: il rapper sardo Salmo ha lanciato l’album “Playlist” proprio su Pornhub.

Oggi il porno si fa green, sposando la causa ambientalista contro l’inquinamento da plastica nei mari e sulle spiagge ed invitando ad un uso più razionale dell’energia.

L’esempio di PornHub…

PornHub ha commissionato a una coppia già molto seguita in rete per i propri video amatoriali (Leolulu) di lasciarsi guidare in un filmato erotico ambientato su una spiaggia durante un’azione di pulizia. Il video si chiama The dirtiest porn ever e si apre proprio con un clean-up in spiaggia prima di lasciare spazio a…beh, avete capito a cosa.

PornHub – che non è nuovo a campagne per l’ambiente: già in precedenza aveva realizzato una sua campagna a tutela di api, panda e balene, oppure per piantare nuovi alberi – non ha solo girato un video per sensibilizzare il proprio pubblico sull’inquinamento marino, ma ha anche deciso che a ogni visualizzazione verrà fatta una donazione a Ocean Polymers, che da tempo si impegna con lo sviluppo di soluzioni tecniche avanzate per ridurre la quantità di plastica nei mari.

“Noi di Pornhub siamo “sporchi”, ma ciò non significa che anche le nostre spiagge debbano esserlo” ha detto Corey Price, Vicepresidente di PornHub. “Ecco perché è indispensabile che si utilizzi la nostra piattaforma per sensibilizzare e ispirare il cambiamento, non solo per il momento ma per le generazioni a venire”.

… seguito da YouPorn

Il messaggio lanciato da PornHub è stato raccolto da YouPorn: non è un caso infatti che quest’ultima piattaforma abbia scelto di pubblicare un messaggio in cui dichiara di aderire al Global Strike in atto. La piattaforma ha infatti aderito al Global Climate Strike dichiarando sulla prima pagina del proprio sito: “Without the Earth, there is no porn! We stand with the Global Climate Strike”.

L’avviso di YouPorn che compare sul sito

Alla dichiarazione si aggiungono alcuni consigli per ridurre gli sprechi energetici e le conseguenti emissioni di CO2 durante le visite al sito: invitando all’uso del Wi-Fi, alla riduzione dell’illuminazione eccessiva fino all’uso dello smartphone per visualizzare i video.

I grandissimi volumi di traffico e dati che girano attorno alla riproduzione di video porno in streaming provocano, secondo recenti studi, l’emissione di una quantità di gas serra pari a 80 milioni di tonnellate di CO2eq., praticamente la stessa quantità che in Italia viene emessa dalla somma tra settore agricolo e industria manifatturiera e delle costruzioni, insomma numeri veramente da capogiro.

L’adesione quindi al Global Climate Strike potrebbe anche rappresentare, non una semplice trovata pubblicitaria ma anche una presa di coscienza sugli impatti che questo tipo di settore ha sull’ambiente, oltre che sulla società.

scritto con Jacopo Fresta

 

 

 

 

 

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