Wildlife Photographer of the Year: l’immagine che si fa coscienza

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Deforestazione, inquinamento del suolo e dell’acqua, perdita di biodiversità… sono solo alcuni dei fenomeni legati al cambiamento climatico dovuto alle attività antropiche.

Qualcuno potrebbe obiettare che il clima abbia da sempre subìto dei mutamenti e che quindi sia una realtà del tutto “normale”; ciò è certamente innegabile. Tuttavia, la differenza tra il passato e la nostra era, definita antropocene dagli studiosi, consiste nel fatto che il cambiamento del clima volge ad un ritmo troppo elevato e in un tempo troppo ridotto rispetto alla capacità di adattamento, o di rigenerazione, dell’ecosistema terrestre. Ormai molti studi dimostrano quanto la società umana sia intimamente legata alla natura, complesso sistema fatto di relazioni tra gli organismi viventi e l’ecosistema in cui vivono, concetto riassumibile con il termine ecologia.

Nonostante l’interesse verso questa tematica sia aumentato, esso rimane ancora di nicchia. Ciò che occorre è un cambiamento di paradigma culturale che deve comprendere un ampio target di pubblico: serve una coscienza collettiva. In un mondo ormai dominato dall’immagine, l’impatto che una foto può trasmettere può essere superiore a mille parole.

Tale è l’obiettivo della mostra fotografica Wildlife Photographer of the Year presso la Fondazione Luciana Matalon in Foro Bonaparte 67 di Milano, presente dal 5 ottobre al 9 dicembre 2018. Si tratta della mostra fotografica naturalistica più prestigiosa al mondo che si tiene annualmente e quest’anno ha raggiunto la 53a edizione.

Una giuria internazionale di esperti ha valutato 50000 scatti realizzati da professionisti e non provenienti da tutto il mondo; 100 fotografie sono state scelte e rese note al pubblico, suddivise in più categorie: ritratti di animali; fauna selvatica; uccelli, invertebrati, anfibi e rettili; mammiferi, piante e funghi; sott’acqua…

Le immagini, dal forte impatto e accompagnate da didascalie con i requisiti tecnici, dalla storia e dall’emozione dell’autore, raccontano realtà quali bracconaggio, effetti dell’impatto antropico sugli habitat naturali, comportamenti della fauna selvatica, ma anche la straordinaria bellezza di queste creature che popolano, assieme a noi, il pianeta.

Wildlife Photographer of the Year è senz’altro un efficiente canale di divulgazione scientifica che fa presa sulla capacità dell’immagine di suscitare forti emozioni e far leva sulla coscienza collettiva; lo dimostra il fatto che tale mostra, indetta dal Natural History Museum di Londra, si svolga da molti anni. Essa è certamente una stimolante iniziativa di apprendimento per i bambini, i quali possono iniziare a conoscere la bellezza e la varietà della biodiversità che in molti cercano di tutelare.

Inoltre, per coloro che hanno acquistato il biglietto della mostra è possibile partecipare gratuitamente ad alcuni eventi tenuti da fotografi naturalisti, i quali trattano temi come la plastica in mare, crimini ambientali, luoghi da salvare… Iniziative culturali che senz’altro sono utili per divulgare un messaggio di conoscenza e dunque anche di speranza.

Giulia Bertaglia

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