Spazio Etico presenta il suo progetto: Voce del verbo RI-CELLULARE!

| scritto da |


di Valeria Rocca

Avete mai sentito parlare della “Saggezza della Lumaca”? Secondo il pensatore austriaco Ivan Illich, «La lumaca ci insegna la via per pensare ad una società della decrescita felice e conviviale. Costruendo la delicata architettura del suo guscio su spire sempre più larghe, deve smettere e cominciare a creare delle circonvoluzioni decrescenti per evitare che una dimensione eccessiva invece di contribuire al suo benessere, lo gravi di un peso eccessivo». Metafora di facile comprensione: l’uomo deve ricercare il suo benessere con scelte che rispettino il mondo e l’ambiente, proprio come fa la lumaca, senza eccedere.

Sostiene questa filosofia anche Spazio Etico, associazione attiva sul territorio laziale. Secondo Spazio Etico se le scelte quotidiane di ognuno possono influire positivamente sul mondo circostante, perché non impegnarsi per evitare sprechi? Tra le tante attività svolte merita particolare attenzione il progetto “Voce del verbo Ri-cellulare”. Secondo recenti studi il cellulare è il gadget più popolare al mondo, nonché quello sostituito con più frequenza. Ma chi ricicla il cellulare? Solo il 3% della popolazione mondiale. Riciclare i cellulari, invece è importantissimo perché permette di ridurre le emissioni di gas che derivano dallo smaltimento in discarica dei cellulari e delle loro batterie, di smaltire correttamente i materiali tossici contenuti nei cellulari (piombo, cadmio, litio) e di prevenire problemi di salute, oltre al recupero di metalli di valore. Per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande a Mauro Speranza, responsabile del progetto.

Quando è nata l’idea del progetto Ri- cellulare e quali sono le principali motivazioni che vi hanno spinto a promuoverlo?
«Il progetto “Voce del verbo Ri-cellulare”, nasce alla fine del 2009 nell’ambito dell’associazione “Spazio etico”. L’idea principale era riuscire a fare qualcosa che “concretamente” potesse aiutare il mondo in cui viviamo. Si è aggiunta poi la constatazione che alla presenza sempre più massiccia dei cellulari nella vita quotidiana non corrisponde un modo “agevole” di smaltimento. Infatti, sono pochissime le persone che si recano nelle isole ecologiche per conferire il telefonino. Il risultato è che oggetti molto inquinanti affollano le discariche o, nel migliore dei casi, ci ritroviamo cassetti pieni di apparecchi inutilizzati».

Attraverso quali mezzi è stato promosso il progetto?
«Abbiamo pianificato una precisa campagna di comunicazione su diversi canali, dai più classici ai più moderni. Innanzitutto, ci avvaliamo di internet attraverso il sito dell’associazione dove è ospitata una sezione particolare, poi puntiamo sui social network. Inoltre, non trascuriamo canali tradizionali come la partecipazione ad eventi socio-culturali. Abbiamo tenuto degli incontri di informazione/sensibilizzazione presso biblioteche e botteghe eco e solidali per descrivere l’attività e sensibilizzare le persone all’impatto che i cellulari hanno nell’ambiente qualora non vengano smaltiti secondo la legge. Particolare importanza sta rivestendo anche la collaborazione con altre realtà che condividono i nostri stessi valori che hanno portato ad una diffusione notevole della conoscenza della nostra attività. Oltre alle associazioni, stiamo coinvolgendo gli enti pubblici come la Regione Lazio e la Provincia di Roma (dei quali abbiamo il patrocinio) e il Comune di Roma con i relativi Municipi. Inoltre partirà a breve una campagna di informazione e di attivazione nelle scuole di vario ordine e grado».

Quali obiettivi volete raggiungere con questo progetto?
«Gli obiettivi riguardano la raccolta di un numero sempre maggiore di cellulari quale strumento di diffusione della cultura del rispetto dell’ambiente, intesa come il complesso di attività quotidiane che ogni persona può svolgere nel proprio ambito personale. Inoltre, l’associazione nel suo complesso sta cercando di diffondere la cultura della decrescita, intesa come lotta alla società degli sprechi, e questo progetto si inserisce perfettamente in questa filosofia».

Al momento attuale siete soddisfatti dei risultati raggiunti?
«La soddisfazione è doppia, in quanto non solo i primi risultati sono incoraggianti in termini di numero di cellulari raccolti (oltre 2000), ma soprattutto ci stiamo rendendo conto di quanto possono fare le persone se correttamente informate sulle conseguenze delle loro azioni».

Pensate di esportare il vostro progetto in altre regioni italiane?
«L’esportazione del progetto in altre regioni viaggia di pari passo con l’interesse che questo sta riscontrando in Italia. Capita spesso di essere contattati da altre associazioni e stanno partendo partenariati con alcune realtà, in particolare nella regione Calabria. Anzi, siamo disponibili ad appoggiare chiunque si dimostri disponibile in tal senso».

Raccogliamo e diffondiamo con piacere l’invito di Spazio Etico. Tutte le informazioni necessarie sono disponibili sul sito.

Lascia un commento