In atto la seconda edizione di Porta la sporta

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di Eleonora Anello
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E’ partita ufficialmente venerdì 16 aprile la seconda edizione di Porta la Sporta, campagna contro l’utilizzo dei sacchetti di plastica usa e getta di cui ci siamo interessati fin dai suoi esordi. 100 comuni, 12 province, decine di altri soggetti pubblici e privati, 19 gruppi della grande distribuzione si stanno attivando per modificare in chiave sostenibile un’abitudine improntata sullo spreco di risorse e di energia, che provoca emergenze ambientali che il nostro pianeta e, soprattutto i mari e i loro abitanti, non sono più in grado di sopportare.

L’edizione 2011 ha preso il via in un particolare contesto in cui la commercializzazione dei sacchetti di plastica nel nostro paese è stata vietata per legge ma di cui, ad oggi, non sono stati scritti i decreti attuativi e di conseguenza non sono nemmeno previste le sanzioni. Solo alcuni Comuni hanno emanato specifiche ordinanze, risultate più o meno efficaci e più o meno rispettate. Non rimane quindi che affidarsi al buon senso dei singoli, dei comitati e delle associazioni. Come la campagna Porta la Sporta, promossa dall’Associazione dei Comuni Virtuosi, WWF, Italia Nostra, Touring Club Italiano e Adiconsum, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente.

Il claim di quest’anno è rappresentato da un interrogativo diretto e coinvolgente, sapientemente messo sulla bocca di famosi testimonial. Il video diffuso in rete, che vede come protagonista un Luca Mercalli con la sua spesa riposta in resistenti e capienti sporte, si chiude infatti con la domanda: «Vuoi essere parte del problema o della soluzione?». Ma delle scelte comunicative della campagna, ne parliamo con l’ideatrice e coordinatrice Silvia Ricci.

Come sta andando l’edizione 2011?
«Bene! Dopo sole due edizioni, ciò che ritengo positivo è la costituzione di un fronte comune contro l’utilizzo dell’usa e getta. Di solito l’unità nel nostro paese si crea solo sui grandi temi come il nucleare o l’acqua pubblica, per fare qualche esempio. È difficile che si riesca a creare coesione su azioni molto più semplici che si basano su piccoli accorgimenti quotidiani. Porta la sporta è riuscita invece a creare una forte e proficua sinergia tra i diversi attori che vi partecipano. Tra amministrazioni, associazioni, scuole e grande distribuzione e, tra di esse e i media. Ciascuno poi ha personalizzato in base alle proprie capacità e alle proprie specificità. Ci sono comuni che hanno già partecipato l’anno scorso e che hanno deciso di ampliare il loro progetto. Come il Comune di Dro (Trento) che ha organizzato una vera e propra raccolta punti per premiare chi riutilizza i sacchetti della spesa, prendendo spunto da Sfida all’ultima sporta».

Possiamo definire Porta la sporta una campagna interattiva?
«Certo. Dà supporto e assistenza a tutti coloro che vogliono farsi promotori. Io lo considero un vero e proprio punto di forza. Molti possono partecipare proprio perchè abbiamo messo a disposizione loro mezzi comunicativi che non avrebbero avuto modo di mettere in campo. Da non sottovalutare poi il coinvolgimento del vero destinatario finale, il cittadino che, portando sempre con sè il sacchetto riutilizzabile, interiorizza un’abitudine che scaturisce dal ragionamento e dalla consapevolezza, motivandolo ad andare avanti».

Quest’anno la manifestazione ha avuto ampio spazio sui media sia locali che nazionali…
«La risonanza mediatica è sicuramente accresciuta grazie ad un’ottima relazione con i media. L’ambito nazionale ha rafforzato sicuramente quello locale e viceversa. A livello nazionale abbiamo sicuramente ottenuto il prestigio che ci meritavamo ma sono i media locali che rendono più capillare l’efficacia delle azioni».

Anche quest’anno dunque sembra che Porta la sporta voglia lasciare il segno e sicuramente lo farà attraverso la creazione di interazioni e relazioni durature che si protrarranno oltre il periodo della campagna stessa. Sul sito è possibile trovare l’elenco di tutte le iniziative a cui è possibile partecipare, come mercatini dell’usato e del baratto, laboratori di cucito con materiali di recupero e molto altro.

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