L’icona della lotta contro le distorsioni causate dalla globalizzazione Vandana Shiva in visita in Piemonte

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di Eleonora Anello

Vandana Shiva, attivista ambientalista indiana, laureata in fisica quantistica dirige il Centro per la Scienza, Tecnologia e Politica delle Risorse Naturali di Dehra Dun ed è presidente della Fondazione Navdanya di Delhi. Nota in quest’ultimo decennio per aver teorizzato l’ecologia sociale, la nuova scienza che poggia sul presupposto che il danno maggiore prodotto dalla civiltà industriale, è da ricercare nell’equazione donna-natura e nella definizione di entrambe come passive, inerti, materia prima da manipolare. Secondo questa teoria invece “le donne sono le depositarie di un sapere originario, derivato da secoli di familiarità con la terra, un sapere che la scienza moderna baconiana e maschilista ha condannato a morte“. Per l’Occidente la cultura è molto lontana dalla natura e dalla donna e, infatti, gli uomini hanno dato vita a uno sviluppo “privo del principio femminile, conservativo, ecologico” fondato “sullo sfruttamento delle donne e della natura“.

Proprio in questi giorni, la fisica indiana è stata in tour in Piemonte, il 15 maggio alla Fiera del libro per presentare il suo ultimo lavoro “Ritorno alla terra”. All’incontro con i lettori sono intervenuti Ermanno Olmi e Carlo Petrini. In questo suo nuovo libro Vandana Shiva mette in luce i tre problemi mondiali da affrontare con urgenza: la fame nel mondo, la dipendenza dal petrolio e il surriscaldamento globale. Tre questioni profondamente legate tra loro. Una triplice questione che potrebbe rappresentare allo stesso tempo, una triplice opportunità per ripensare a livello globale la politica agricola, energetica e ambientale. Nel libro è racchiuso l’esplicito invito a pensare a una nuova realtà in cui gli esseri umani valgono più dei profitti. Inoltre, l’autrice auspica un ritorno ai principi della cultura contadina, basata sulle produzioni di nicchia, sulla sostenibilità, sulle comunità locali e sulla giustizia ambientale.

Il 16 maggio è stata la volta di Cuneo, Vandana Shiva ha partecipato convegno promosso dal Movimento Nazionale per lo Stop al Consumo del Territorio, “Il suolo: bene comune, non bene di consumo”.
Il movimento si batte contro la cementificazione che solo nel nostro paese, dal 1950 ad oggi, ha visto inghiottiti dal cemento quasi 250 mila ettari di territorio all’anno, per intenderci un’area grande quanto tutto il nord Italia.
Secondo questi attivisti, la natura non possiede risorse infinite. Lanciano quindi un forte allarme: “il paese sta raggiungendo il punto del non ritorno, è al collasso idrogeologico, il patrimonio paesaggistico e artistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, l’agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno, le identità culturali e le peculiarità di ciascun territorio e di ogni città, sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio contenitore indistinto”.

Il Movimento di opinione per la difesa del diritto al territorio non cementificato denuncia questa crescita senza limiti che considera il territorio una risorsa inesauribile. La sua tutela e salvaguardia risultano subordinate a interessi finanziari: un circolo vizioso che, se non interrotto, continuerà a portare al collasso intere zone e regioni urbane.
I legislatori e gli amministratori possono seguire strade alternative ispirandosi a una nuova politica urbanistica che si basa sul principio del risparmio di suolo e sulla “crescita zero”, che porta ad esempio a indirizzare il comparto edile sulla ricostruzione e sulla ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio esistente.

L’incontro è stato organizzato da Pro Natura Cuneo e Legambiente Cuneo, con il patrocinio della Provincia e del Comune di Cuneo.

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