Cercare ogni tipo di canale possibile per fare comunicazione e divulgazione, stimolando una maggiore affezione per i libri.
Questa la convinzione maturata da Franco Pistono dopo 15 anni di esperienza nell’ambito dell’educazione e della comunicazione ambientale.
Da qui nasce Ecopensieri, un podcast che tramite recensioni letterarie vuole stimolare la passione per i libri a tema ambientale, e allo stesso tempo riflettere riguardo questi argomenti, in un contesto più ampio.
Per approfondire e conoscere meglio questo nuovo progetto editoriale abbiamo fatto qualche domanda proprio all’autore, già redattore di Ambiente e non solo insieme a Edoardo Nicodevo.
Partiamo dall’argomento base: la comunicazione ambientale. Dopo 15 anni di lavoro in questo ambito cosa hai capito a riguardo?
Io credo che si dica tanto, ci sia molta comunicazione. E il fatto che si dica tanto è positivo, ma crea nelle persone una sorta di assuefazione, secondo me pericolosa.
Credo che sia fondamentale concentrarsi sui bambini, perché noi adulti siamo in parte spacciati. I più giovani invece crescono maturando già in seno queste cose, queste consapevolezze, diventano abituati a parlare e affrontare questi argomenti.
Non bisogna però deluderli. Quando li incontro vedo in loro la gioia di imparare questi argomenti però se tu dici, si deve fare questo, si deve fare l’altro, e poi dopo sei il primo a non essere coerente, chiaramente si crea delusione. Dobbiamo invece chiamarli in causa maggiormente, a me per esempio piacerebbe che votassero molti più giovani e credo che le cose andrebbero in modo diverso perché hanno maggiore comprensione di quello che sta accadendo.
E nel tempo hai visto dei cambiamenti? Magari positivi?
Sicuramente si sta intensificando, ci sono un sacco di divulgatori molto bravi. Il rischio che vedo io, come ti dicevo, è il fatto che se ne parli tanto, ma che non si riesca anche a incidere perché la politica e il sistema connesso porta avanti una narrazione opposta.
I bambini di oggi, faccio un esempio semplice, sanno dove e come dividere la spazzatura che producono ed è un miglioramento netto rispetto al passato, però se poi sono gli adulti a non credere in queste regole diventa tutto inutile.
In questo senso l’educazione diventa fondamentale, perché se domani ci fosse una pletora di persone che alza davvero la mano con convinzione e chiede delle posizioni politiche chiare, allora probabilmente qualche cosa potrebbe cambiare.
Riguardo Ecopensieri ti chiedo: perché usare il video per parlare di libri?
Girano notizie, fake news, notizie poco attendibili e i libri sembrano poco praticati, almeno in Italia. In realtà però, quelli che ho la fortuna di leggere sono scritti da scienziati importanti e sono eccezionali. Il video funziona meglio e dunque abbiamo deciso di usare questo canale per iniziare questa nuova sfida comunicativa.
Come nasce una singola puntata? Il primo stimolo arriva dal libro?
Per me l’oggetto del desiderio è il libro in sé. Ho notato che tutti i libri che ho approcciato finora trattano la sostenibilità ambientale in modo sempre curioso. Poi nel tempo sono entrato in contatto con molte case editrici con cui ho un ottimo rapporto. Loro mandano delle newsletter informative sulle nuove uscite e io chiedo di poter entrare in possesso di determinati libri.
Di recente sta capitando anche che siano gli stessi autori a contattarci per chiederci se siamo interessati a leggere i loro libri. Una cosa molto bella perché significa che ci apprezzano e per un progetto giovane come il nostro non è poco.
E il titolo Ecopensieri da dove nasce?
Io amo le parole e questa parola composta ho pensato che potesse unire ciò che è narrato nel libro alla riflessione che da lì se ne può ricavare. Rappresenta i pensieri che fioriscono da questo tappeto di parole.
In conclusione ti chiedo quale è e se c’è una puntata o un libro, che ti ha colpito in modo particolare tra quelli recensiti?
È una domanda difficile, tutti sono stati frutto di una scelta consapevole suscitata dall’interesse. Ultimamente ho letto un libro su Alexander Langer “Ciò che era giusto: Eredità e memoria di Alexander Langer” di Goffredo Fofi. Lui in particolare mi ha colpito perché, vivendo in una zona bilingue come il Trentino Alto Adige, aveva questa abitudine di utilizzare entrambe le lingue nei suoi interventi politici.
Penso che noi dovremmo pensare in maniera globale. Questo tipo di linguaggio di Langer, il fatto di essere inclusivo veramente, mi ha fatto un po’ sognare e pensare se davvero riuscissimo come specie a parlare una stessa lingua anche a livello ambientale.
È un piccolo esempio, in una piccola porzione del mondo, ma è grande a livello di significato.