L’estate ha portato con sé occasioni per fermarci e riflettere su questa prima parte del 2025. Il mondo del reporting, intanto, non si è mai fermato davvero: le novità sono molte e ora chiedono di essere raccontate.
Il quadro che emerge mostra un settore diviso tra slancio e complessità. Da un lato cresce la consapevolezza: secondo CONSOB, il 72% delle società quotate italiane ha redatto una Dichiarazione Non Finanziaria, e il 73% ha coinvolto stakeholder esterni nei processi di analisi di materialità.
Dall’altro, gli strumenti tecnici restano impegnativi: appena il 49% ha applicato davvero il principio della double materiality, che impone di guardare sia agli impatti dell’impresa su ambiente e società, sia ai rischi che la crisi climatica genera sul business. Numeri che fotografano un sistema in movimento, ma non ancora maturo.
Ed è qui che entrano in gioco le novità di Bruxelles.
Un segnale forte arriva dalla Commissione Europea rispetto allo standard VSME (Voluntary Sustainability Standard for SMEs): pensato per supportare le piccole e medie imprese europee, che costituiscono il 99% del tessuto imprenditoriale del continente e garantiscono oltre il 60% dei posti di lavoro.
Non un obbligo, ma uno strumento per rafforzare la trasparenza e costruire fiducia lungo le filiere, spesso sotto pressione da parte di grandi aziende e istituzioni finanziarie.
A questo si aggiunge la sospensione temporanea degli obblighi fissata dal recepimento italiano dello Stop the Clock, che sposta in avanti alcune scadenze per concedere tempo ad aziende e autorità.
Parallelamente, EFRAG ha avviato una consultazione pubblica di 60 giorni, aperta fino al 29 settembre 2025, sulle bozze riviste degli ESRS, che confermano la tendenza alla semplificazione sulle richieste degli standard e sulla mole di lavoro.
Il documento EFRAG 2025 State of Play fotografa un panorama fitto di scadenze e aggiustamenti, con l’Europa che deve conciliare ambizione e pragmatismo.
Per concludere, la lettera della Presidente della BCE ai membri del Parlamento europeo (Eickhout, Gerbrandy, Pietikäinen, Saramo, Wolters), datata 15 agosto 2025, sul tema del quadro dei collaterali e il rischio climatico, è un’evoluzione normativa che segnala l’impegno della BCE a considerare seriamente i rischi climatici nella stabilità finanziaria, nonché il crescente ruolo delle politiche monetarie nella transizione ecologica europea.

Non è dunque solo una questione di regole, ma di come queste regole sono percepite, comprese e raccontate.
Se la sostenibilità deve diventare patrimonio comune, non basta la compliance: serve una comunicazione chiara, trasparente e quotidiana.
Il rientro di settembre può allora essere l’occasione per fare il punto: ci sono tante novità, tanti spunti da annotare.
Il 2025 è stato un anno turbolento anche per il mondo ESG e, senz’altro, l’aumentare della chiarezza e il consolidamento delle pratiche viene incontro alle necessità delle aziende che intendono accogliere con positività e razionalità le nuove sfide della rendicontazione.