La lunga battaglia per il clima

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di Alessio Sciurpa

La lunga strada di avvicinamento al COP15, che si apre oggi a Copenaghen, ha visto i leader mondiali incalzati e sbeffeggiati da moltissime iniziative, affinché le emissioni di anidride carbonica vengano ridotte del 12% entro il 2012, e del 50% entro il 2050 ed affinché non si perda il lavoro svolto dal Summit della Terra di Rio del 1992, fino al protocollo di Kyoto.
Ed è proprio la città danese, che ospiterà il vertice, ad essere scenario di quest’ultima campagna: i viaggiatori in arrivo all’aeroporto di Copenhagen verranno accolti da finti cartelloni pubblicitari con fotomontaggi delle facce invecchiate dei leader del mondo, che chiedono scusa per non essere stati capaci di affrontare i cambiamenti climatici. Anche se c’è chi ritiene il vertice già fallito in partenza (vedi la recente inchiesta di John Vidal su “The Guardian” – e le dichiarazioni dopo il vertice Apec di Singapore del 15 Novembre),di sicuro un effetto il COP15 l’ha già ottenuto. Sensibilizzare e mobilitare attraverso campagne ed iniziative di comunicazione ambientale, promosse da associazioni, gruppi o singoli, la più grande massa di persone della storia attorno al tema dei cambiamenti climatici. Ripercorriamo attraverso alcune delle campagne più significative l’avvicinamento al COP15.

Il canale Youtube di “Raise your voice”, un vero e proprio spazio di discussione virtuale dove trovare numerose ed autorevoli “Call for Action!”.

Le madri canadesi con il bellissimo video “Demostration” della campagna “moms against climate change“, che hanno uploadato oltre 1500 foto dei loro piccoli.

Il “Blog Action Day 2009” al quale abbiamo aderito insieme ad oltre 8.000 blogger provenienti da 143 paesi diversi, e che abbiamo raccontato in questo post.

Oppure il “DirtyKev” di Greenpeace, dove Kevin Rudd si trasforma in una parolaccia.

Ed è sempre Greenpeace che attraverso questo ambient fa parlare le statue capitoline.

“TCK TCK TCK”, campagna di cui abbiamo parlato nel nostro precedente post, attraverso la musica con la canzone “Beds are burning”.

Concludiamo la carrellata con la “speranza” che Copenhagen, insieme agli oltre 400 mila che hanno firmato la petizione e lasciato un pensiero (compreso il sottoscritto), possa davvero trasformarsi in Hopenhagen.

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