Italia-Tunisia, una cooperazione trentennale

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La storia della cooperazione tra Italia e Tunisia inizia circa 30 anni fa con l’obiettivo primario di mettere a disposizione risorse e capacità in grado di far progredire lo sviluppo economico e sociale tunisino. Questa, anche oggi, viene rivolta sia ad operatori privati, sia ad attività svolte dallo Stato attraverso sistemi di assistenza tecnica e di capacity building.

Come riporta l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), la cooperazione italiana si è impegnata nello sviluppo locale e regionale integrato, soprattutto delle regioni più svantaggiate del sud della Tunisia, fin dall’inizio della sua presenza nel Paese. Questi settori di intervento sono oggi tra le priorità del Governo tunisino, che ha stabilito come principio cardine del Piano Nazionale di Sviluppo 2016-2020 quello della discriminazione positiva tra le Regioni e come asse prioritario la Concretizzazione delle ambizioni delle regioni, al fine di porre le basi di uno sviluppo omogeneo e coeso, visto come condizione indispensabile per la stabilità del Paese.

Tra le regioni maggiormente interessate, oltre a quelle di Kebili, Médenine e Tataouine, troviamo Tozeur. Insieme a questo governatorato, l’Italia ha firmato, lo scorso anno, un accordo di cooperazione nell’ambito di alcuni progetti di sviluppo rurale. Il progetto intende rafforzare i principi del decentramento e dello sviluppo locale introdotti dalla Costituzione tunisina del 2014, a cui l’Italia contribuisce attraverso il programma di cooperazione definito dal Memorandum d’Intesa 2017-2020.

Cristina Natoli, direttrice dell’UTL di Tunisi della Cooperazione allo Sviluppo Italiana, ha sottolineato che la Cooperazione che il nostro paese ha attuato insieme alla Tunisia si è da sempre concentrata nelle zone più difficili del paese, a differenza dell’esperienza della maggior parte di coloro che operano all’interno dello Stato che hanno preferito cooperare con Tunisi e con le regioni costiere.

La Natoli, durante l’inaugurazione del sito di compostaggio costruito insieme ad AICA in seno al progetto “Les Oasis de El Ouidane” e che oggi prosegue con “Green Oasis for Tozeur”, ha sottolineato l’importanza di progetti come questo che creino più azioni di carattere sociale e meno infrastrutture. Ha rimarcato che un’esperienza come questa dovrebbe essere replicata in vari comuni poiché si tratta senz’altro di qualcosa di cui la Tunisia ha bisogno. La cooperazione, infatti, che sia essa governativa, intergovernativa o decentrata deve avere come obiettivo quello di arrivare dove il privato non riesce, coinvolgendo le comunità nel progetto facendo comprendere l’importanza, in questo caso specifico, dello smaltimento dei rifiuti.

Francesca Prandi

 

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