Eco-nuotate per rifiuti zero: l’intervista a Enzo Favoino

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Enzo Favoino è il coordinatore scientifico di Zero Waste Europe e membro del Consiglio Direttivo della Zero Waste International Alliance (ZWIA). E’ spesso coinvolto dall’Unione Europea e da vari governi nazionali  in qualità di esperto in attività  e programmi di ricerca sulla gestione sostenibile delle risorse. Ora ha unito il suo impegno ambientale con la sua passione per il nuoto dando vita alle eco-nuotate. Envi.info, sulla scia dell’intervista pubblicata da Let’s Do It World, ha chiesto a Favoino di descriverci l’iniziativa.

eco-nuotate

Come ti è venuta l’idea delle eco-nuotate? Ma soprattutto: cosa sono?

Fondamentalmente si tratta di un modo di coniugare due delle cose che stanno in cima ai miei interessi: la sostenibilità e la mia passione per il nuoto in acque aperte. Per quanto riguarda il primo aspetto, me ne occupo sin da quando ho iniziato la mia attività professionale, presso la Scuola Agraria del Parco di Monza dove siamo stati tra i primi promotori della raccolta differenziata, poi sono stato uno dei fondatori dello European  Compost Network (ECN), mentre attualmente collaboro con Zero Waste Europe, ove opero come coordinatore scientifico.

Venendo alla parte del nuoto, sono un nuotatore in acque libere e da tempo pratico regolarmente questa attività in laghi e mari. D’estate, tutte le settimane partecipo a competizioni o eventi su distanze che vanno dai 5 ai 10 km, anche se a volte nuoto su distanze più lunghe: di recente ho completato la Gran Fondo del Naviglio,  21 km nella via d’acqua che entra in Milano. Da qualche tempo, ho iniziato a praticare questo sport anche in inverno, nel cui caso si parla di ice swimming, una pratica diffusa nel Nord Europa, un  po’ meno in Italia, ove mi sono appoggiato ad un gruppo storico di nuotatori in acque gelide che pratica l’attività da tempo e con regolarità nei laghi brianzoli. La cosa ha anche risvolti agonistici (questa attività è in attesa di inserimento tra gli sport olimpici, e prossimamente sarò nella rappresentativa italiana al Campionato Mondiale sui 1000m in acque gelide, in Germania)  ma c’è un evidente, intuitivo potere di attrazione per l’opinione pubblica, per la curiosità ed il rispetto che possono essere generati da una pratica considerata “estrema”. Nuotare per un chilometro e più in acque sotto i 5°C (tale è il limite convenzionale che codifica il “Nuoto in acque gelide”) ha  il suo fascino, richiede predisposizione, preparazione e conoscenza di sé, e di certo incuriosisce e desta attenzione, se non ammirazione.

La logica è stata quindi quella di sfruttare il potenziale comunicativo di queste attività ed unire le mie passioni facendo nascere le eco-nuotate: il nuoto contribuisce a creare eventi con un potenziale mediatico, aiutandoci a promuovere la sostenibilità ambientale, e di converso la lotta al littering ed all’inquinamento aiutano a mantenere pulite le acque. Una sinergia vincente.

Come può una eco-nuotata contribuire alle campagne contro il littering già esistenti?

Siccome è considerata una attività non di dominio comune, il nuoto su lunghe distanze ed in spazi aperti ha un suo fascino e può aiutare le campagne ambientali ottenendo qualche attenzione in più dai media, unendo punti e territori anche a distanza relativamente lunga, e sensibilizzando così l’opinione pubblica sulla raccolta differenziata e sul presidio del territorio.

Ma provate a pensare poi all’impatto potenziale sui media delle nuotate in acque ghiacciate, in acque cioè dove la maggior parte delle persone non farebbe neanche un tuffo veloce: ecco, una volta attirata l’attenzione mediatica è facile agganciare alla nuotata il tema dei cambiamenti climatici, la necessità della lotta al riscaldamento globale e il modo in cui i programmi di Zero Rifiuti possono aiutare le strategie di contrasto al cambiamento climatico. Sappiamo infatti che massimizzando il riciclaggio e la riduzione dei rifiuti, riduciamo al minimo i gas serra.

favoino

Qual è l’ultima eco-nuotata che hai fatto e com’è andata?

All’inizio di Ottobre abbiamo organizzato la Eco-Traversata del Golfo di Capaci, in cui con il supporto di un kayak al seguito ho attraversato a nuoto i 9 km da Carini a Isola delle Femmine (il kayakista, intanto, raccoglieva i pezzi di plastica che abbiamo incontrato sul percorso, dandoci un interessante “spaccato” di quanto si trova nei nostri mari). Contestualmente, sulla costa e le spiagge abbiamo organizzato gruppi di volontari, coinvolgendo anche i ragazzi delle scuole dell’obbligo, per la pulizia degli arenili. E’ stata una bellissima giornata di passione ed azione collettiva, in cui ognuno ha dato un pezzetto alla costruzione di un evento sia mediatico che operativo.

Che progetti hai prossimamente?

Per quest’inverno mi sto anzitutto concentrando sulla preparazione del tentativo del miglio (1609m) in acque gelide, tentativo che sinora è riuscito solo a pochi nel mondo, e con un solo precedente di successo in Italia; con l’entusiasmo ed il supporto organizzativo degli amici della associazione italiana nuoto in acque gelide (IISA) stiamo preparando la cosa, che richiede un protocollo attento di preparazione fisica e di organizzazione della cosa.

Ho poi in programma qualche attività in acque gelide, sulla scia ad es. di quanto facemmo l’anno scorso a Bled, in Sovenia, in cui ho nuotato per 1400m (dalla riva all’isola in mezzo al lago, e ritorno) nelle acque fredde di inizio aprile. Ottenemmo addirittura la presenza della TV slovena, e la cosa ci aiutò a promuovere il contributo delle pratiche rifiuti zero (la città di Bled ha adottato tale strategia) alla lotta al cambiamento climatico.

Se  insomma vi capitasse di vedere anche in pieno inverno qualcuno che nuota in qualche specchio d’acqua, potete fermarvi e dedicare un po’ di tempo alla cosa, è probabile che abbiate l’occasione di unirvi a qualche iniziativa di sensibilizzazione ambientale.

1 commento su “Eco-nuotate per rifiuti zero: l’intervista a Enzo Favoino”

  1. Complimenti Enzo, sostenibilità e rifiuti sono due punti cruciali per la stessa sopravvivenza del pianeta; unirle alla propria passione oltre ad essere una idea geniale ci racconta che la sostenibilità è prima di tutto una questione di cuore; aver a cuore il mondo intero.

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